Massimiliano Parente

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Massimiliano Parente

Massimiliano Parente (Grosseto, 12 ottobre 1970) è uno scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Diplomatosi al liceo artistico si è laureato a Roma in storia dell’arte contemporanea con una tesi su Marcel Duchamp.[1] Ha collaborato con quotidiani e riviste, dal settembre 2009 collabora in esclusiva per il Giornale. Nel 2016 gli è stato conferito il premio letterario Vittoriano Esposito alla carriera.[2]

A dicembre del 2016 Parente ha dichiarato di non voler più scrivere romanzi, avendo scritto quello che voleva scrivere[3].

Nel 2016 la traduzione in ungherese de Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler restò in testa alle classifiche di vendita per cinque mesi, portando a un lungo dibattito critico nel paese.[4]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

L'autore ha in più tweet ironizzato sui terremoti, in particolare sui crolli delle chiese, in concomitanza con quello del 2016 tra Perugia e Macerata.[5]

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi e racconti[modifica | modifica wikitesto]

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

Curatele[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Moreno Pisto, Intervista a Massimiliano Parente. URL consultato il 1º gennaio 2019.
  2. ^ Premio Esposito riconoscimenti IV edizione, su ilcentro.it.
  3. ^ Intervista a Massimiliano Parente | in collaborazione con CrapulaClub, in Zest Letteratura Sostenibile, 28 dicembre 2016. URL consultato il 9 dicembre 2017.
  4. ^ Open Air Rádió, www.openairradio.hu, Open Air Rádió » Hali! Adolf Hitler vagyok, popsztár. | A fesztivál rádió., in Open Air Rádió - A fesztivál rádió. | www.openairradio.hu. URL consultato il 9 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2017).
  5. ^ Terremoto, bufera su post di Massimiliano Parente: "Il crollo delle chiese è divertente", su adnkronos, 17 dicembre 2020. URL consultato il 14 marzo 2023.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN44634918 · ISNI (EN0000 0001 2130 6453 · SBN CFIV165926 · LCCN (ENno2005082592 · GND (DE1091599505 · BNF (FRcb15804338q (data) · J9U (ENHE987007295228705171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2005082592