Marone Cinzano

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Marone Cinzano
Di rosso, al leone d'oro
StatoRegno d'Italia
TitoliConte Marone Cinzano
FondatoreConte Enrico Eugenio Marone Cinzano
Attuale capoConte Enrico Marone Cinzano (nato nel 1963)
Data di fondazionefine dell'Ottocento
Data di estinzioneancora esistente
Etniatorinese
Rami cadettiGinevra, Losanna

I Marone e i Cinzano si unirono in un'influente famiglia alla fine dell'Ottocento attraverso il matrimonio di Alberto Marone (agiato personaggio di origine meridionale) con l'ultima dei Cinzano, Paolina. Dall'unione nacquero Enrico Eugenio e Alfredo. I due fratelli utilizzarono i due cognomi insieme e il primo ricevette, nel 1940, dal re d'Italia Vittorio Emanuele III il titolo comitale.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I Cinzano acquistarono notorietà dal 1757 con l'azienda alimentare produttrice di vini e spumanti costituita dai fratelli Carlo e Giovanni, figli di Giovanni Battista (che già preparava rosoli), i cui antenati risiedevano a Pecetto Torinese: la tenuta di Santa Vittoria d'Alba fu ceduta dai Savoia per la loro attività.[2]

L'autorevolezza della casata aumentò per i rapporti amichevoli con alcuni membri della famiglia reale italiana e un prestigioso matrimonio principesco.[3]

Il primo conte Enrico Eugenio sposò la quartogenita dell'esiliato (a Roma) re di Spagna Alfonso XIII l'infanta Maria Cristina che gli darà quattro figlie. La prima consorte era stata Noemi Rosa Accolta Mansilla, madre del continuatore della stirpe Alberto che da Cristina Camerana avrà l'attuale capo della casa conte Enrico, sposo di Mafalda d'Assia-Cassel, discendente dalla regina Vittoria del Regno Unito.[4]

L'amicizia dei Marone Cinzano con esponenti di Casa Savoia è dimostrata anche dalla circostanza che i principi di Piemonte Umberto e Maria José del Belgio trascorsero, nel gennaio 1930, la luna di miele nella villa della contessa Paola a Courmayeur, dove più tardi saranno raggiunti dai loro amici torinesi, tra cui gli Agnelli, cugini dell'anfitrione.[5]

I Marone Cinzano risiedevano principalmente nel palazzo torinese o nella palazzina, come nel castello omonimo durante il periodo estivo. La tomba di famiglia si trova nel cimitero monumentale di Torino, in cui è stata tumulata anche l'infanta Maria Cristina, morta nel 1996 a Madrid mentre era in visita al sovrano spagnolo Juan Carlos I, suo nipote.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cinzano, p. 12
  2. ^ Storia della Cinzano.., p. 11
  3. ^ Drago, p. 64
  4. ^ Cifani-Moretti, p. 22
  5. ^ Bertoldi, p. 41
  6. ^ Cifani-Moretti, p. 37

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Storia della Cinzano distillatori confettieri vermuttieri 1757-1957, Forniture assortite, Torino 1957
  • Silvio Bertoldi, Umberto II, Bompiani, Milano 1983.
  • Arabella Cifani-Franco Moretti, La palazzina Marone Cinzano, Allemandi 2012
  • Antonietta Drago, I Borboni di Spagna e Napoli, Mondadori, Milano 1972
  • Enrico Marone Cinzano, La vita del presidente, 1969

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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