Mario Perrotta

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Mario Perrotta (Lecce, 1970) è un attore e regista teatrale italiano.

Biografia

Sperimenta il teatro sin da piccolo lavorando con il nonno in una compagnia amatoriale, imparando i primi rudimenti del mestiere. A diciotto anni si trasferisce a Bologna per studiare filosofia conseguendo la laurea con lode su tesi dedicata all'estetica di Pirandello. Negli stessi anni studia teatro a Bologna (1990 - 1993) e nel 1994 dà vita, insieme agli altri compagni di corso, alla Compagnia del Teatro dell'Argine.

Con i fondatori del Teatro dell’Argine intraprende dal 1994 un percorso formativo e artistico che dura tuttora, improntato sulla nuova drammaturgia e soprattutto sulla scrittura dei testi che la compagnia mette in scena, alternando, a questo percorso, esperienze più “classiche” ed occasionali con Glauco Mauri e il regista Lorenzo Salveti con il quale interpreta La Locandiera di Goldoni nel ruolo di Fabrizio e La dodicesima notte di Shakespeare nel ruolo del Duca Orsino.

Tra il 1994 e il 1997 sperimenta la regia con Utopolis cabaret (rivisitazione delle commedie di Aristofane ambientata nel ventennio fascista) e Billie Holiday la signora canta il Jazz (un omaggio in musica e parole alla vita travagliata e al percorso artistico della grande interprete americana). Nel 2002 dirige La casina di Plauto tradotta da Francesco Guccini in dialetto pavanese, che lo vede anche interprete accanto al noto cantautore nelle insolite vesti d'attore.

Nel 1998 con Houdini, vita morte miracoli scritto da Luca Barbuto e Andrea Paolucci per il Teatro dell'Argine, inizia un percorso da solista (diretto in quest'occasione dallo stesso Paolucci) gettando le basi dei due spettacoli che lo segnaleranno tra i rappresentanti di spicco del nuovo teatro italiano. In questo spettacolo, infatti, sperimenta quella forma del dire teatrale denominata narrazione. Ciò che distingue Perrotta, sin da questo primo assolo, dal teatro di narrazione è l'uso costante di un personaggio a cui affida il racconto, mantenendo quindi un legame forte con la mimesi attoriale, tanto da essere definito un narra-attore. Difforme dunque nelle modalità espressive dagli altri esponenti della seconda generazione del teatro di narrazione (Ascanio Celestini, Giulio Cavalli, Davide Enia), conserva di esso (teatro di narrazione) l'aspetto formale, evidenziato da un rapporto diretto con il pubblico e dal riferire fatti accaduti in precedenza e altrove.

È con il progetto biennale Cìncali che il suo percorso artistico subisce una svolta importante. Incentrato sull'emigrazione degli italiani nel dopoguerra, il progetto è composto da due spettacoli: Italiani cìncali! - parte prima minatori in Belgio (2003) e La turnàta - italiani cìncali parte seconda (2005) entrambi interpretati e diretti da Perrotta e scritti a quattro mani con Nicola Bonazzi.

A conferma della sua vocazione attoriale nel 2004 interpreta Lorenzo nel Mercante di Venezia diretto da Elio De Capitani per il Teatro dell'Elfo.

Nel 2006 dirige insieme a Rossella Battisti la collana Teatro Incivile pubblicata dal quotidiano l'Unità, offrendo una panoramica sui migliori esponenti del nuovo teatro italiano (Ascanio Celestini con Fabbrica, Mario Perrotta con Italiani cìncali! parte prima: minatori in Belgio, Emma Dante con ‘mPalermu, Davide Enia con maggio ‘43, Giuliana Musso con Nati in casa e Armando Punzo con I Pescecani ovvero quel che resta di Bertolt Brecht).

A dicembre 2006 debutta su Rai Radio 2 con Emigranti Esprèss un programma in 15 puntate, in cui racconta 15 nuove storie di emigrazione. Il collante del racconto è lo stesso Perrotta, all'eta di dieci anni, sul treno degli emigranti e le visioni surreali di quel bambino, che lo portano a vivere quel viaggio come una vera e propria iniziazione. Il progetto radiofonico nasce direttamente dall'esperienza fatta dai 10 ai 13 anni, affidato dai genitori alle famiglie di emigranti sulla tratta Lecce-Milano. La trasmissione vince nell'ottobre 2007 il Jury Special Award alla "TRT International Radio Competition" tenutasi ad Istanbul (primo premio vinto da "Mummies and Daddies" della radio inglese BBC).

Nell'estate del 2007 presenta tre tappe di studio sull'Odissea (Bassano Opera festival, Lunatica festival e Bella Ciao festival), accompagnato dai Tetes de Bois. La ricerca è mirata a indagare un nuovo intreccio tra testo e musica. La versione definitiva dello spettacolo debutta nel novembre 2007 con Perrotta affiancato dai musicisti Mario Arcari e Maurizio Pellizzari. Per questo spettacolo Perrotta è finalista come Miglior attore ai Premi Ubu 2008 e riceve il Premio Hystrio alla drammaturgia 2009 con la seguente motivazione: Dopo Italiani cìncali e La turnata, Perrotta ha iniziato una nuova fase di lavoro basata sulla riscrittura, in una fertile relazione tra drammaturgia, interpretazione e regia. La sua Odissea rinnova il fascino del poema omerico, portandolo vicino a noi in una lingua densa di umori. L'autore in scena diventa attore-orchestra, capace di sdoppiarsi in vari personaggi tanto da creare una polifonia in dialogo con una musica evocativa.

Il 20 marzo 2008 pubblica il suo primo libro Emigranti Esprèss edito da Fandango Libri.

Il 13 settembre 2008 riceve il Premio Città del Diario, assegnato in precedenza a Marco Paolini, Ascanio Celestini e Rita Borsellino, dall'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve S. Stefano (AR) fondato e diretto da Saverio Tutino. La motivazione del Premio: Impegnato da anni in un importante recupero delle memorie dei nostri migranti, Mario Perrotta riesce a riprodurre l’esattezza della testimonianza orale trasformando la cronaca degli eventi in affascinanti racconti teatrali e in storie letterarie che hanno un inconfondibile registro narrativo. Le testimonianze delle quali si fa tramite, inserite in un preciso contesto storico, frutto di un attento lavoro di ricerca, diventano teatro. Un teatro che è riduttivo definire “di narrazione”; ma che è piuttosto un racconto corale animato da molte voci, autentiche e fantastiche, vere e verosimili, fra le quali si nasconde la sua personale traccia autobiografica.

Ad ottobre 2009 pubblica il suo secondo libro IL PAESE DEI DIARI edito da Terre di mezzo Editore. Si tratta, appunto, del racconto di quel luogo straordinario che è l'Archivio dei diari di Pieve S. Stefano.

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