Mario Fabbri (magistrato)

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Da sinistra, Arcangelo Mandarino e Mario Fabbri nel 1963.

Mario Fabbri (Macerata, 14 dicembre 1932[1]Belluno, 6 maggio 2019) è stato un magistrato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Polluce Fabbri, impiegato delle regie poste di Macerata[2][3], e della sua seconda moglie Teresa Guarnieri.

La carriera[modifica | modifica wikitesto]

Conseguì il diploma di maturità classica al Leopardi nel 1951, e la matricola di giurisprudenza con una borsa di studio.[4] Iniziò anche a collaborare con il Resto del Carlino, per il quale seguì il processo in assise contro i partigiani che a Lugo di Romagna avevano partecipato all'eccidio dei conti Manzoni.[5][6][7][8]

Nel 1953 vinse il concorso nazionale per cancelliere, che esercitò nelle preture di Rovigo e di Nereto. Tre anni dopo si laureò in giurisprudenza all'università di Macerata, discutendo una tesi sul Concordato. Il 10 aprile 1959 vinse il concorso in magistratura.[9] Nel 1960 fu uditore giudiziario al tribunale di Macerata, pretore a Rovigo e, il 10 aprile 1961, giudice al tribunale di Belluno.[4][5][6][7][8][10]

Il caso del Vajont[modifica | modifica wikitesto]

Dal 15 febbraio 1964 al 21 febbraio 1968, condusse l'istruttoria formale sul disastro del Vajont, che aveva causato quasi duemila morti.[11] A partire dal 12 ottobre 1963, raccolse una cospicua documentazione con sequestro giudiziario, conservata nell'Archivio di Stato di Belluno.[12] L'8 settembre 1964 pose la commissione parlamentare d'inchiesta in condizione di esaminare i documenti sequestrati.[13]

Il 23 giugno 1966, decise di far ripetere una perizia idraulico-geologica, emettendo un'ordinanza che ingaggiava un nuovo collegio di esperti geologi in Francia e in Svizzera, e Floriano Calvino. Il 21 maggio 1967, con il pubblico ministero Arcangelo Mandarino e alcuni avvocati della difesa e della parte civile, raggiunse la scuola nazionale di geologia applicata dell'università di Nancy, dove il direttore Marcel Roubault, a capo della commissione di periti, condusse le nuove simulazioni su modellino della frana. Il 23 giugno 1967, un anno esatto dopo averla ordinata, ricevette la nuova perizia, che capovolgeva le conclusioni precedenti dell'11 novembre 1965.

Un mese prima della morte del padre, avvenuta il 29 marzo 1968, con la requisitoria elaborata da Mandarino, chiuse l'istruttoria sul Vajont durata quattro anni, depositando una sentenza di rinvio a giudizio a vario titolo di undici tra vertici della SADE, progettisti e tecnici, che portarono a due condanne definitive in Cassazione. Dopo la sentenza e il suicidio dell'imputato Mario Pancini, emise due mandati di cattura, mai eseguiti perché i loro destinatari, Alberico Biadene e Dino Tonini, non si fecero trovare in casa.[6][7][8][14][15][16][17]

Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

A processo concluso, il presidente della Corte d'appello gli anticipò di volerlo proporre per un elogio solenne al Consiglio superiore della magistratura, ma l'encomio non giunse e il consiglio gli notificò invece 120 addebiti a suo carico, in seguito rivelatisi tutti infondati con il procedimento che si concluse con l'assoluzione sua e degli altri imputati.[13][18]

Il 17 marzo 1987, il tribunale di Belluno, con collegio da lui presieduto, quantificò il prezzo dei morti del Vajont.[19] Fece parte dell'Anpi, essendo anche un socialista e portatore della tragedia famigliare nella persecuzione nazifascista, con il padre internato in un campo di concentramento e il fratellastro maggiore Antonio fucilato dai tedeschi.[20][21][22][23][24][25] Andò in pensione il 29 ottobre 2002, dopo essere stato giudice di tribunale, procuratore capo dal 1998 e presidente della commissione tributaria regionale veneta.[4][5][7][8][16]

Dopo una breve malattia, morì all'ospedale San Martino di Belluno il 6 maggio 2019 ed è sepolto nel cimitero urbano di Prade.[26][27][28][29][30]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1959 sposò Maria Luisa Paolini ed ebbe tre figli: Antonio, Antonella e Andrea.[4][5][6]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal 9 ottobre 1998, trentacinquesimo anniversario della catastrofe, fu cittadino onorario di Longarone.[4][8]
  • Il 20 maggio 2011, quando tornò a Macerata, gli fu attribuito Il Glomere, prima edizione, per la tenacia, l'impegno civile e il rigore professionale con cui aveva svolto il suo lavoro di magistrato, e soprattutto per aver condotto, praticamente in solitudine e misurandosi con uno dei più influenti potentati economici italiani, l'istruttoria del Vajont.[4][5][6][7][8]
  • Il 27 luglio 2013, a Longarone, gli venne consegnato il premio speciale Pelmo d'Oro della giunta provinciale nel ricordo del Vajont.[8][31]

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Morti 2019 - Mario Fabbri - 796802, su necrologie.corrierealpi.gelocal.it, 7 maggio 2019. URL consultato il 21 ottobre 2019.
  2. ^ Italia: Direzione generale delle poste e telegrafi, Foglio d'ordini, 1934, p. 3.
  3. ^ Italia: Direzione generale delle poste e telegrafi, Ruolo del personale di prima categoria e quadro dei commissari e ragionieri, 1939, p. 183.
  4. ^ a b c d e f Un premio a Fabbri, «pretore d'assalto», su corrierealpi.gelocal.it, 19 maggio 2011. URL consultato l'8 marzo 2020.
  5. ^ a b c d e Longarone, su bellunesinelmondo.it, 12 ottobre 2015. URL consultato il 21 ottobre 2019.
  6. ^ a b c d e Addio al maceratese Mario Fabbri, storico giudice del Vajont, su cronachemaceratesi.it, 6 maggio 2019. URL consultato il 23 ottobre 2019.
  7. ^ a b c d e Premio a Mario Fabbri, inflessibile giudice del Vajont, su cronachemaceratesi.it, 15 maggio 2011. URL consultato il 15 dicembre 2019.
  8. ^ a b c d e f g A Longarone la 16ª edizione del Premio Pelmo d'oro, su bellunesinelmondo.it, 5 luglio 2013. URL consultato il 2 febbraio 2020.
  9. ^ Ministero di grazia e giustizia, Ruolo di anzianità della magistratura: anno 1960, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1960, p. 221.
  10. ^ Italia: Ministero di grazia e giustizia, Ruolo di anzianità della magistratura: anno 1964, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1964, p. 209.
  11. ^ Il disastro del Vajont (PDF), su orobievive.net, 5 ottobre 2013. URL consultato il 6 maggio 2020.
  12. ^ Reberschak, pp. 288-367.
  13. ^ a b Dall'istruttoria alla sentenza, la testimonianza del giudice Mario Fabbri sui fatti del Vajont, su bellunopress.it, 24 ottobre 2013. URL consultato il 12 marzo 2020.
  14. ^ Cronologia processuale Vajont, su vajont.info. URL consultato il 23 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2011).
  15. ^ Vajont prima sentenza (1969) processo Vajont, in Belluno., su vajont.info. URL consultato il 23 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2016).
  16. ^ a b Lauredana Marsiglia, "Il Gazzettino": Da solo chiese giustizia per i morti del Vajont, su sopravvissutivajont.org, 29 ottobre 2002. URL consultato l'11 marzo 2020.
  17. ^ Reberschak, p. 229.
  18. ^ Sten. 744 bt01, su leg13.camera.it, 20 giugno 2000. URL consultato il 12 marzo 2020.
  19. ^ Maurizio Reberschak, Ivo Mattozzi, Il Vajont dopo il Vajont (1963-2000), Marsilio, 2009, p. 470.
  20. ^ L'ecatombe del Vajont e la lotta di un giudice, su cronachemaceratesi.it, 12 ottobre 2013. URL consultato il 4 febbraio 2020.
  21. ^ Addio Mario Fabbri, il giudice che affermò la verità sul Vajont, su corrierealpi.gelocal.it, 7 maggio 2019. URL consultato il 4 aprile 2021.
  22. ^ Episodio di Capolapiaggia, Letegge, Pozzuolo, Pielapiaggia, Camerino, 24.06.1944 (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato l'8 marzo 2020.
  23. ^ Fazzoletto dell'Anpi e "Bella ciao" Fabbri affida un'eredità antifascista, su corrierealpi.gelocal.it, 11 maggio 2019. URL consultato il 18 marzo 2020.
  24. ^ Quel sorriso e quella ruga i marchi distintivi dei Fabbri, su corrierealpi.gelocal.it, 11 maggio 2019. URL consultato il 18 marzo 2020.
  25. ^ Il giudice del Vajont raccontato dalla figlia: «Processo a L'Aquila, fu felice: garantiva più obiettività di Venezia», su ilgazzettino.it, 4 ottobre 2023. URL consultato il 28 febbraio 2024.
  26. ^ Morti 2019 - Fabbri Mario - 796895, su necrologie.corrierealpi.gelocal.it, 8 maggio 2019. URL consultato il 3 maggio 2020.
  27. ^ È morto Mario Fabbri, lo storico giudice della tragedia del Vajont, su ilgazzettino.it, 6 maggio 2019. URL consultato il 21 ottobre 2019.
  28. ^ I funerali civili del giudice del Vajont, Mario Fabbri, su corrierealpi.gelocal.it, 10 maggio 2019. URL consultato il 15 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2019).
  29. ^ Fabbri come Falcone per la giustizia, su ilgazzettino.it, 24 maggio 2019. URL consultato l'11 gennaio 2021.
  30. ^ Le toghe ricordano in aula il magistrato Mario Fabbri «un esempio di giustizia», su corrierealpi.gelocal.it, 24 maggio 2019. URL consultato il 28 febbraio 2024.
  31. ^ Il Pelmo d'Oro 2013 nel ricordo del Vajont, su corrierealpi.gelocal.it, 7 luglio 2013. URL consultato il 23 dicembre 2019.
  32. ^ AZ: un fatto come e perché, RAI TV, 15 maggio 1971. La tragedia del Vajont, su opac2.icbsa.it. URL consultato il 5 dicembre 2023.
  33. ^ Vajont: Una Tragedia Italiana (2015), su imdb.com. URL consultato il 14 marzo 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maurizio Reberschak, Il grande Vajont, 2013ª ed., Cierre, Immagini.
  • Maurizio Reberschak, Silvia Miscellaneo, Enrico Bacchetti, Vajont. La prima sentenza. L'istruttoria del giudice Mario Fabbri, 2023ª ed., Cierre Edizioni.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]