Mario Bassi (giornalista)

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Mario Bassi

Mario Bassi (Forlì, 4 marzo 1886Dolo, 13 febbraio 1945) è stato un giornalista, scrittore e militare italiano, veterano della prima guerra mondiale e pluridecorato, noto per essere stato per trentasei anni giornalista e inviato di guerra per La Stampa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Luigi e Ottavia Becchio, frequentata l'Università di Torino alla facoltà di Lettere senza conseguire la laurea,[1] si occupò fin da giovanissimo di giornalismo: nel 1904 con il settimanale torinese Il Piemonte e contemporaneamente nel 1907 per il periodico letterario Arte e Vita, di cui per entrambi fu capo redattore, nonché collaboratore del Forum e della Gazzetta del Popolo. Ma è proprio con Il Piemonte che venne scoperto nel 1909 da Alfredo Frassati e lo assunse come redattore de La Stampa, giornale con cui collaborò fino alla sua morte. Si occupò dapprima alla cronaca poi di critica letteraria, che tenne dignitosamente nel periodo successivo alla grande guerra 1915-18, e del quale è autore di vari volumi e di alcune opere teatrali.

Dal 1911 intraprese la carriera di corrispondente di guerra seguendo le operazioni di conquista della Libia, ove fu testimone di tutte le fasi dell'occupazione.

Nel marzo del 1914 partecipò con Guelfo Civinini al combattimento di Zuetina tantè che furono premiati per il loro comportamento con la medaglia di bronzo al Valore Militare.

Ufficiale degli Alpini, durante la prima guerra mondiale, che segui anche come corrispondente, fu inviato in Albania, sul canale di Suez, ai Dardanelli, sul fronte serbo e sul fronte italo-austriaco dove combatté in Carnia e sul fronte Giulia; fu aggregato al Reggimento «San Marco» sul basso Piave; durante l'armistizio fu inviato in Dalmazia.

Tornò in Libia per seguire le fasi della riconquista italiana, accompagnando la colonna d'occupazione di Giarabub (1926), e partecipò alla campagna della Sirtica (1928): a Bir Tagrift si guadagnò un'altra medaglia al Valore.

Nel 1929 legò il suo nome, come unico giornalista, all'organizzazione di una spedizione geografica supportata da La Stampa sull'Himalaya e sul Karakorum con Aimone di Savoia-Aosta.

Pur rimanendo fedele inviato de La Stampa, negli anni Bassi fu anche collaboratore de La Nazione, Regime Fascista, Popolo di Roma e Il Mattino.[2] Fu ancora inviato speciale su vari fronti di guerra: durante la guerra d'Etiopia dal fronte somalo con Sandro Sandri, la guerra civile spagnola fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, che, dopo l'8 settembre 1943 spinse Bassi ad aderire al neonato Partito Fascista Repubblicano ed arruolarsi volontariamente.

Morì improvvisamente il 13 febbraio 1945 a Dolo, località in cui Bassi comandava il locale presidio militare col grado di Maggiore degli Alpini dell'Esercito Repubblicano.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In un'imboscata tesa dai ribelli, lungo la ferrovia di Addis Abeba, che aveva provocato il deragliamento del treno, partecipava alla strenua difesa degli atterriti viaggiatori per venticinque ore di seguito; e come capo di uno scarso manipolo di militari, e come fante egli stesso, tentando volontariamente per due volte di spezzare il micidiale cerchio nemico, alla ricerca di soccorso. Esempio di generoso ardimento e di consapevole coraggio. Addis Abeba, Luglio 1936
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Corrispondente di guerra de La Stampa, benché gravemente ammalato e torturato da atroci dolori fisici, sostenuto da ferrea volontà e da eccezionale sentimento del dovere, segui tutte le operazioni di Neghelli, del Daua Parma e quelle di Harar fino alla battaglia di Birgot, sempre dimostrando sereno coraggio e sprezzo del pericolo. Zona di Neghelli e del Daua Parma, 12-30 gennaio 1936 - Zona di Harar, 15-26 aprile 1936.»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Autorizzato a seguire una colonna operante in qualità di giornalista, durante aspro e sanguinoso combattimento contro numerose e agguerrite forze ribelli, offertosi per il recapito di ordini ai reparti in linea, si recava arditamente nei punti ove più aspra era la lotta dando prova di nobile sentimento, di abnegazione e di sommo e cosciente coraggio. Bir Tagrift, 25 febbraio 1928.»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Al seguito della colonna operante, durante il vivace attacco notturno, si recavano spontaneamente sulla linea di fuoco e combattevano insieme agli Ascari, dando bello esempio di arditezza e di sereno coraggio. Zuetina, 12 marzo 1914.»
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Corrispondente di guerra in servizio volontario, partecipava alle operazioni che condussero le nostre colonne a Sollum, Bug Bug e Sidi el Barrani. Non curante dell'intenso fuoco nemico, entrava nelle località occupate con le avanguardie, dimostrando alto senso del dovere, spirito di sacrificio e sprezzo del pericolo. Zone di Sollum, Bug Bug e Sidi el Barrani, 13-16 settembre 1940-XVIII.»

Pubblicazioni (parziale)[modifica | modifica wikitesto]

Opere teatrali, commedie, novelle[modifica | modifica wikitesto]

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Il combattimento di Tagrift, Roma, Castaldi, 1928.
  • La crisi politica in Jugoslavia, Anonima romana editoriale, 1929.
  • La medaglia d'oro Marino Fabbri, G. B. Paravia & C., 1938.
  • Vivere pericolosamente. Sandro Sandri uomo e gesta, Milano, Garzanti, 1940.

Altre pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • La strage degli innocenti, Edizioni Erre, Milano, Venezia, 1944 (Compilatore: Federico Buffon, articoli a cura di Mario Bassi , Vincenzo Costa, Oreste Gregorio, Renato Ricci, Giuseppe Spinelli)
  • Panorama gastronomico d'Italia, 1935, Discorsi di Amedeo Pettini, Giovanni Cenzato, Mario Maria Martini, Domenico Varagnolo, Mario Bassi, Enrico Novelli (Yambo), Ernesto Grassi, Giuseppe Lipparini, Federico de Maria e Mario Sandri

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pier Luigi Vercesi, Ne ammazza più la penna: Storie d’Italia vissute nelle redazioni dei giornali, Palermo, Sellerio Editore, 2014, ISBN 8-83893-300-6.
  • Mauro Forno, Informazione e potere - Storia del giornalismo italiano, Bari, Editori Laterza Editore, 2012, ISBN 9788858104057.
  • Alfredo Signoretti, La Stampa in camicia nera 1932-1943, Palermo, G. Volpe, 1968.
  • Teodoro Rovito, Dizionario bio-bibliografico dei letterati e giornalisti italiani contemporanei, Tip. Melfi & Joele, 1907.
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