Vai al contenuto

Maria Cunitz

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Memoriale in onore di Maria Cunitz a Świdnica, Polonia

Maria Cunitz o Maria Cunitia[1][2] (altre versioni del cognome: Cunicia, Cunitzin[3], Kunic, Cunitiae, Kunicia, Kunicka[4]) (Wołów, 1610Byczyna, 22 agosto 1664) è stata un'astronoma e matematica tedesca della regione storica della Slesia, considerata una delle più importanti scienziata nel suo campo della prima era moderna.

È autrice del libro Urania Propitia, in cui ha redatto nuove tabelle di effemeridi, elencato nuovi oggetti effimeri e proposto una soluzione di lavoro più semplice alla legge delle aree di Keplero per determinare la posizione di un pianeta sul suo percorso ellittico.

Le sono stati dedicati il cratere Cunitz sul pianeta Venere e l'asteroide 12624 Mariacunitia[5].

Maria Cunitz nacque a Wohlau (l'odierna Wołów in Polonia), figlia maggiore di Heinrich Cunitz, un tedesco baltico[6][7] - medico e proprietario terriero che aveva vissuto a Świdnica per la maggior parte della sua vita - e Maria Scholtz da Legnica[8], figlia dello scienziato tedesco Anton von Scholtz[9] (1560–1622), studiosa della matematica e consigliera del duca Joachim Frederick di Legnica. In seguito la famiglia si trasferì a Świdnica nella Bassa Slesia (regione sud occidentale dell'odierna Polonia).

Nel 1623, in tenera età, Maria sposò l'avvocato David von Gerstmann, che morì nel 1626. A quattro anni dalla sua scomparsa, nel 1630, Maria sposò Elias von Löwen, conosciuto anche come Elie de Loewen, anch'egli della Slesia[10], medico e studioso di astronomia[3] residente a Pitschen (l'odierna Byczyna). Già prima del matrimonio, quando Elias[11] era tutore di Maria, la incoraggiò a dedicarsi all'astronomia: insieme avevano infatti compiuto l'osservazione di Venere, il 14 dicembre 1627, e di Giove[3], nel 1628. La coppia ebbe tre figli: Elias Theodor, Anton Heinrich e Franz Ludwig[3].

Quando la regione venne coinvolta nella guerra dei trent'anni i coniugi soggiornarono nel convento dei cistercensi di Olobok, in Polonia[3], dove Maria ampliò le sue tavole astronomiche per includere tutti i pianeti in qualsiasi momento nel tempo.[12] Maria si dedicò anche ad altre aree di studio come la medicina, poesia, pittura, musica, matematica, lingue antiche e storia[13]. Alla fine della guerra, nel 1648, la coppia tornò alla loro casa a Pitschen.[3]

Nel 1650, Maria pubblicò privatamente a proprie spese Urania propitia in tedesco e latino come dedica all'imperatore Ferdinando III[3]. L'opera era una semplificazione delle tavole Rudolphine di Keplero, difficili per produrre calcoli e applicazioni, a causa dell'uso dei logaritmi[14]. La sera del 25 maggio 1656 un grande incendio distrusse la maggior parte delle case di Pitschen, inclusa quella di Maria ed Elias: lei perse i suoi strumenti astronomici, lui quelli medici.[3] Il fuoco consumò inoltre i libri, le lettere e più di 200 registrazioni di osservazioni astronomiche fatte da Maria.[3]

Rimasta nuovamente vedova nel 1661, Maria morì il 22 agosto 1664.[15][16]

Anno di nascita e nazionalità

[modifica | modifica wikitesto]
La mappa del 1645 mostra i luoghi della vita di Cunitz in Slesia: Wołów, Legnica e Świdnica. A quei tempi erano in uso nomi sia tedeschi che slavi

L'anno di nascita di Maria Cunitz è stato dibattuto, non avendo mai rinvenuto certificato di nascita, di battesimo o documenti simili. Paul Knötel, nella prima grande pubblicazione in lingua tedesca su Maria Cunitz del 1798,[17] fu il primo a formulare l'ipotesi dell'anno 1604[18] basandosi sulla considerazione che i suoi genitori si erano sposati l'anno precedente. Altri autori in seguito hanno ripreso lo stesso anno. Infine la prova che Cunitz sia effettivamente nata nel 1610 venne fornita da un'antologia con poesie di congratulazioni per il suo primo matrimonio, connessa ad una lettera di Elias von Löwen a Leonibus e Johannes Hevelius dell'anno 1651, annotata da Ingrid Guentherodt.[19][20] I dettagli completi riguardanti la famiglia di Maria Cunitz furono pubblicati da Klaus Liwowsky.[21]

All'epoca in cui visse Maria Cunitz, la nazionalità non giocava un ruolo così significativo nel determinare l'identità della persona come succede invece oggi.[22][23] Nacque e trascorse la maggior parte della sua vita nel Sacro Romano Impero, che comprendeva minoranze non tedesche, governate dalla monarchia asburgica austriaca. Il frammento di Slesia in cui Cunitz visse, prima del 990 faceva parte della Boemia[24], della Polonia unita tra il 990[24][25] e il 1202[26] e parte della Boemia tra il 1038 e il 1050.[27] Nel 1202 il seniorato polacco fu abolito e tutti i ducati polacchi, inclusa la Slesia, divennero indipendenti[26] sebbene quattro duchi di Slesia del XIII secolo fossero governatori di Cracovia e tenessero il titolo di Duca di Polonia[26][28]. Nel 1331 la regione tornò a far parte della Boemia,[29] nel 1742 divenne parte della Prussia e nel 1871 dell'Impero tedesco, per essere riassegnato alla Polonia dopo la seconda guerra mondiale.

Maria Cunitz viene solitamente descritta come slesiana, come ad esempio nell'undicesima edizione dell'Enciclopedia Britannica del 1911.[15] Tuttavia, successivamente, più fonti sentirono la necessità di assegnare a Maria Cunitz una nazionalità rilevante per il proprio tempo. Venne descritta come tedesca, ad esempio nel Dizionario biografico della donna nella scienza[30] pubblicato in tedesco; ma fu descritta anche come polacca[4][31][32] e, in quanto tale, considerata[4] la prima astronoma della storia della Polonia.

Oltre al tedesco e al polacco, Maria parlava anche francese, greco, italiano, latino ed ebraico.[33][34]

Urania propitia

La pubblicazione del libro Urania propitia fece guadagnare all'autrice una reputazione a livello europeo. Il marito scrisse una prefazione all'opera per smentire qualsiasi voce secondo la quale fosse stato lui a calcolare le tabelle[35] e per mostrare sostegno alla moglie.[36] Urania propitia, scritto in latino e tedesco, costituiva una semplificazione delle tavole rudolfine[11] di Keplero correggendone inoltre diversi errori[37]. Il lavoro di Maria Cunitz permise l'uso di algoritmi più semplici che portarono ad un minor numero di calcoli ed errori; tuttavia l'omissione nelle sue formule di alcuni piccoli coefficienti determinò nuove imprecisioni.[37] Urania propitia conteneva nuove tavole, nuovi effimeri e una soluzione più elegante al problema di Keplero, ovvero quello di determinare la posizione di un pianeta nella sua orbita, in funzione del tempo.[12] Oggi il libro viene accreditato anche per il suo contributo allo sviluppo della lingua scientifica tedesca.[38] Per i suoi numerosi talenti e successi, Maria Cunitz fu definita la "Pallas della Slesia" dallo scienziato francese Jean-Baptiste Delambre che durante i suoi studi di storia in astronomia la paragonò anche a Ipazia di Alessandria[37].

Nel 2016 erano note solo nove copie fisiche dell'opera nel mondo[3] nonché svariate copie online[39]. Le copie fisiche possono essere consultate nella biblioteca dell'Osservatorio di Parigi[3], nella biblioteca dell'Università della Florida[3], nella mostra di Galileo e Keplero alle biblioteche dell'Università di Norman, Oklahoma[40] e alla biblioteca Bloomington Lilly dell'Università dell'Indiana[41]. Fino al 10 giugno 2004, una copia della prima edizione di Urania propitia, quella pubblicata privatamente, si trovava nella sezione scientifica della biblioteca dei conti di Macclesfield nel castello Shirburn[42]: il libro venne poi venduto dalla casa d'aste Sotheby's per 19 827 dollari[42].

  1. ^ Urania propitia (1650).
  2. ^ (PL) Katalog z wystawy Astronom Maria Kunic, su olesnica.org.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l Gabriella Bernardi, The Unforgotten Sisters : female astronomers and scientists before Caroline Herschel, Cham, Springer International Publishing, 2016, pp. 61-66, ISBN 978-3-319-26125-6, OCLC 944920062.
  4. ^ a b c Storm Dunlop e Michèle Gerbaldi (a cura di), Stargazers: the contribution of amateurs to astronomy: proceedings of Colloquium 98 of the IAU, June 20-24, 1987, Springer-Verlag, 1988, p. 40.
  5. ^ Discovery Circumstances: Numbered Minor Planets (10001)-(15000), su Minor Planet Center.
  6. ^ Johann Friedrich von Reckegen, Allgemeines Schriftsteller- und Gelehrten-Lexikon der Provinzen Livland, Esthland und Kurland, vol. 1, J.F. Steffenhagen und Sohn, 1827.
  7. ^ Sigrid Dienel, Die Pestschrift des schlesischen Arztes Heinrich Cunitz (1580-1629) aus dem Jahr 1625: ein zeitgenössisches medizinisch-pharmazeutisches Dokument? ; eine vergleichende Untersuchung mit Pestschriften aus dem 16. und 17. Jahrhundert, 2000.
  8. ^ Ogilvie (2000), p. 309.
  9. ^ Johann Heinrich Zedler, Grosses vollständiges Universal-Lexicon Aller Wissenschafften und Künste, Lipsia 1732–1754, volume 35, colonna 1618f. [1] Archiviato il 27 settembre 2011 in Internet Archive.
  10. ^ Löwen, Elias von, su Allgemeine Deutsche Biographie.
  11. ^ a b Marilyn Ogivie e Joy Harvey, The Biographical Dictionary of Women in Science, New York e Londra, Routledge, 2000, pp. 308-309.
  12. ^ a b Anna Maria van Schurman, Whether a Christian Woman Should Be Educated and Other Writings from Her Intellectual Circle, University of Chicago Press, 1998, p. 217, ISBN 9780226849980.
  13. ^ Marilyn Ogilvie, Women in Science, Massachusetts, the Massachusetts Institute of Technology, 1986, pp. 63-64, ISBN 0-262-15031-X.
  14. ^ Augusta Rohrbach, Thinking Outside the Book, University of Massachusetts Press, 2014, p. 147, ISBN 9781625341259.
  15. ^ a b Chisholm (1911).
  16. ^ (EN) N.M. Swerdlow, Urania Propitia, Tabulae Rudophinae faciles redditae a Maria Cunitia Beneficent Urania, the Adaptation of the Rudolphine Tables by Maria Cunitz, in Jed Z. Buchwald (a cura di), A Master of Science History: Essays in Honor of Charles Coulston Gillispie, Springer, 2012, p. 119, ISBN 9789400726277.
  17. ^ Scheibel (1798), pp. 361-378.
  18. ^ Paul Knötel, Schlesische Lebensbilder: Schlesier des 17. bis 19. Jahrhunderts, Breslau, W. G. Korn, 1922, pp. 61-65.
  19. ^ (DE) Ingrid Guentherodt, Maria Cunitia: Urania Propitia. Intendiertes, erwartetes und tatsächliches Lesepublikum einer Astronomin des 17. Jahrhunderts, in Daphnis, n. 20, 1º gennaio 1991, pp. 311-353.
  20. ^ (DE) Ingrid Guentherodt, Frühe Spuren von Maria Cunitia und Daniel Czepko in Schweidnitz. 1623 "Homines quoque si tacent, vocem invenient libri", in Daphnis, n. 20, 30 marzo 1991, pp. 547-584.
  21. ^ (DE) Klaus Liwowsky, Einige Neuigkeiten uber die Familie der Schlesierin Maria Cunitz. Koblenz/Rhein, 2010..
  22. ^ Anthony D. Smith, National Identity[collegamento interrotto], Reno, University of Nevada Press, 1993, p. 72, ISBN 0-87417-204-7.
  23. ^ Tomasz Kamusella, The Dynamics of the Policies of Ethnic cleansing in Silesia in the Nineteenth and Twentieth Centuries, Open Society Institute, Center for Publishing Development, Budapest, Ungheria, 1999, Archived copy (PDF), su rss.archives.ceu.hu. URL consultato il 24 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2017).
  24. ^ a b Handbuch der historischen Stätten: Schlesien, 2003, Hubert Weczerka, page XXXI, Stuttgart: Alfred Kröner Verlag, ISBN 3-520-31602-1
  25. ^ Dehio - Handbuch der Kunstdenkmäler in Polen: Schlesien, Badstübner, Ernst; Dietmar Popp, Andrzej Tomaszewski, Dethard von Winterfeld, page 1, 2005, München, Deutscher Kunstverlag 2005, ISBN 3-422-03109-X
  26. ^ a b c Handbuch der historischen Stätten: Schlesien, 2003, Hubert Weczerka, page XXXV, Stuttgart: Alfred Kröner Verlag, ISBN 3-520-31602-1
  27. ^ Handbuch der historischen Stätten: Schlesien, 2003, Hubert Weczerka, page XXXII + XXXIII, Stuttgart: Alfred Kröner Verlag, ISBN 3-520-31602-1
  28. ^ Oskar Halecki e Antony Polonsky, A history of Poland, Routledge, 1978, pp. 36-37, ISBN 0-7100-8647-4.
  29. ^ Handbuch der historischen Stätten: Schlesien, 2003, Hubert Weczerka, page 128, Stuttgart: Alfred Kröner Verlag, ISBN 3-520-31602-1
  30. ^ Marilyn Bailey Ogilvie e Joy Dorothy Harve, The Biographical Dictionary of Women in Science: Pioneering Lives from Ancient Times to the Mid-20th Century, Routledge, 2000, p. 309, [2]
  31. ^ Marelene F. Rayner-Canham, Marelene Rayner-Canham e Geoffrey Rayner-Canham, Women in Chemistry: Their Changing Roles from Alchemical Times to the Mid-twentieth Century, su books.google.com, Chemical Heritage Foundation, 5 aprile 2018. Ospitato su Google Books.
  32. ^ Cisterscian localisations - Cistercian Track in Poland, su szlakcysterski.org. URL consultato il 10 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2011).
  33. ^ Bibliotheca Sacra, su books.google.com, Dallas Theological Seminary, 5 aprile 2018.
  34. ^ Nel 1727 nel libro Schlesiens Hoch- und Wohlgelehrtes Frauenzimmer, nebst unterschiedenen Poetinnen..., Johan Caspar Eberti scrisse: (Maria) Cunicia o Cunitzin era la figlia del famoso Henrici Cunitii. Era una donna istruita, come una regina tra le donne della Slesia. Era in grado di conversare in sette lingue, tedesco, italiano, francese, polacco, latino, greco ed ebraico, era un musicista esperta e un pittrice affermata. Era un'appassionata astrologa e amava particolarmente i problemi astronomici
  35. ^ Neil Schlager e Josh Lauer, Maria Cunitz, in Science and Its Times, 3: 1450 to 1699, 2001, p. 390. Ospitato su Gale.
  36. ^ Augusta Rohrbach, Thinking Outside the Book, University of Massachusetts Press, 2014, p. 86.
  37. ^ a b c Gabriella Bernardi, The Unforgotten Sisters, Switzerland, Springer International Publishing, 2016, pp. 61-66, ISBN 978-3-319-26125-6.
  38. ^ (DE) Ingrid Guentherodt, Maria Cunitz und Maria Sibylla Merian: Pionirinnen der Deutsches Wissenschaftssprache im 17. Jahrhundret (XML), su degruyter.com, vol. 14, Zeitschrift für Germanistische Linguistik, ottobre 2009, pp. 23-49.
  39. ^ (PL) Cunitz, Maria (1610-1664), Urania propitia sive Tabulae Astronomicae mire faciles [...]., 1650.
  40. ^ (EN) The Generous Muse of the Heavens, su galileo, 23 giugno 2015. URL consultato il 17 aprile 2020.
  41. ^ IUCAT, su Indiana University. URL consultato il 17 aprile 2020.
  42. ^ a b Cunitz (Cunitia), Maria (c. 1604-1664), su Sotheby's. URL consultato il 17 aprile 2020.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN15830537 · ISNI (EN0000 0000 6127 1104 · BAV 495/71047 · CERL cnp00508735 · LCCN (ENno2006075173 · GND (DE128746777 · BNE (ESXX5548052 (data) · BNF (FRcb162514419 (data)