Marfa Vasil'evna Sobakina

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Marfa Vasil'evna Sobakina
Zarina consorte di Russia
In carica28 ottobre 1571 –
13 novembre 1571
PredecessoreMarija Temrjukovna
SuccessoreAnna Koltovskaja
TrattamentoSua Maestà
Nascita1552
Morte13 novembre 1571
SepolturaMosca
Luogo di sepolturaConvento dell'Ascensione
Cattedrale dell'Arcangelo Michele (1929)
PadreVasilij Sobakin
ConsorteIvan IV di Russia
ReligioneOrtodossa

Marfa Vasil'evna Sobakina, in russo Марфа Васильевна Собакина? (155213 novembre 1571), fu la terza moglie di Ivan IV di Russia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di un mercante di Novgorod, Vasiliy Sobakin della città di Kolomna, fu scelta personalmente dallo zar come propria sposa dopo che questi aveva ingiunto alle famiglie di boiardi della Moscovia di inviare nella capitale le loro figlie in età da marito. Il matrimonio ebbe luogo il 28 ottobre 1571, quindici giorni dopo Marfa morì dopo una malattia durata pochi giorni. Come nel caso delle prime due mogli, Anastasija Romanovna Zachar'ina e Marija Temrjukovna, Ivan sospettò che la stessa fosse stata avvelenata. Per tale motivo fece condannare a morte 20 persone, tra cui due dei suoi più fidati Opričniki. Attenendosi ai dogmi della Chiesa ortodossa russa che proibivano la celebrazione di quattro matrimoni, Ivan ritenne il matrimonio con Marfa nullo a causa della morte subitanea della moglie.

Gli studi effettuati sui resti di Marfa, posti in essere negli anni Novanta del XX secolo, non rivelarono alcun avvelenamento da metalli pesanti; questo, comunque, non esclude siano state usate piante velenifere, i cui residui sono impossibili da rinvenire anche con le moderne analisi.

La sua figura ispirò il dramma La fidanzata dello Zar di Lev Mej, dal quale Nikolaj Rimskij-Korsakov ricavò l'opera omonima.

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