Marcasite
| Marcasite | |
|---|---|
| Classificazione Strunz (ed. 10) | 2.EB.10.a[1] |
| Formula chimica | FeS2[2] |
| Proprietà cristallografiche | |
| Sistema cristallino | ortorombico[3] |
| Classe di simmetria | bipiramidale[4] |
| Parametri di cella | a = 4,436 Å, b = 5,414 Å, c = 3,381 Å, V = 81,20 ų, Z = 2[5] |
| Gruppo puntuale | 2/m 2/m 2/m[6] |
| Gruppo spaziale | Pnnm[5] |
| Proprietà fisiche | |
| Densità misurata | 4,887[6] g/cm³ |
| Densità calcolata | 4,875[6] g/cm³ |
| Durezza (Mohs) | 6 - 6,5[3] |
| Sfaldatura | piuttosto distinta secondo {101}, in tracce secondo {110}[6] |
| Frattura | irregolare[5] |
| Colore | bronzo, giallo bronzo chiaro, bianco peltro con sfumatura verdastra[3] |
| Lucentezza | metallica, semi-metallica[5] |
| Opacità | opaca[4] |
| Striscio | da grigio-scuro a nero[5] |
| Diffusione | piuttosto comune |
| Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale | |
La marcasite (simbolo IMA: Mrc[7]) è un minerale del gruppo omonimo appartenente alla famiglia dei "solfuri e solfosali" con composizione chimica FeS2.[2]
Etimologia e storia
[modifica | modifica wikitesto]L'uso iniziale del termine marcasite non è ben documentato; il termine è arabo o moresco e veniva applicato alla pirite e a minerali metallici simili color bronzo.
Walter Pope (1665) menzionò la marcasite presente nei minerali di mercurio della miniera di Idria, nelle Alpi Giulie slovene, affermando che "Ci sono anche diverse marcasite e pietre, che sembrano contenere pagliuzze d'oro, ma dopo averle analizzate, dicono di non trovarne. Alcune di queste pietre rotonde sono molto pesanti e ben impregnate di mercurio; altre sono leggere, e ne contengono poco o niente".
Il minerale di mercurio di Idria contiene pagliuzze dorate metalliche di quella che oggi è chiamata marcasite, ma contiene anche pirite dorata metallica. Johnathan Hill usò il nome marcasite nel 1771, ma il suo uso era anche indiscriminato ed era un termine per qualsiasi "pirite" o "mundic"[8] massiccia. Nel 1845, Wilhelm Karl Ritter von Haidinger definì la marcasite con il minerale che conosciamo oggi.[5]
Classificazione
[modifica | modifica wikitesto]La classica nona edizione della sistematica dei minerali di Strunz, aggiornata dall'Associazione Mineralogica Internazionale (IMA) fino al 2009,[9] elenca la marcasite nella classe "2. Solfuri e solfosali" e nella sottoclasse "2.E Solfuri metallici, M: S ≤ 1:2"; questa viene più finemente suddivisa in base al rapporto metallo:solfo e alla composizione del minerale, in modo tale da trovare la marcasite nella sezione "2.EB M:S = 1:2, con Fe, Co, Ni, PGE, ecc." dove forma il sistema nº 2.EB.10.a insieme a kullerudite, mattagamite, ferroselite e frohbergite.[10]
Tale classificazione rimane invariata anche nell'edizione successiva, proseguita dal database "mindat.org" e chiamata Classificazione Strunz-mindat, nella quale la marcasite è in compagnia, oltre che dei minerali già citati, anche della petříčekite.[1]
Nella Sistematica dei lapis (Lapis-Systematik) di Stefan Weiß la marcasite viene elencata nella classe dei "solfuri e solfosali (solfuri, seleniuri, tellururi, arseniuri, antimoniuri, bismuti)" e nella sottoclasse dei "solfuri con [rapporto] metallo:S, Se, Te < 1:1", qui forma il "gruppo della marcasite" con il numero di sistema nº II/D.20 insieme a petříčekite, ferroselite, kullerudite, frohbergite, mattagamite, anduoite, omeiite e iridarsenite.[11]
Anche la classificazione dei minerali di Dana, utilizzata principalmente nel mondo anglosassone, elenca la marcasite nella famiglia dei "solfuri e solfosali"; qui è nella classe dei "minerali solfuri" e nella sottoclasse dei "solfuri – compresi seleniuri e tellururi – con la composizione AmBnXp, con (m+n):p=1:2" dove forma il "gruppo della marcasite (Ortorombico: Pnnm)" con il numero di sistema 2.12.02 insieme a ferroselite, frohbergite, hastite, mattagamite, kullerudite, omeiite, anduoite, löllingite, seinäjokite, safflorite, rammelsbergite e nisbite.[12]
Abito cristallino
[modifica | modifica wikitesto]La marcasite cristallizza nel sistema ortorombico nel gruppo spaziale Pnnm (gruppo nº 58) con le costanti di reticolo a = 4,436 Å, b = 5,414 Å e c = 3,381 Å, oltre a possedere 2 unità di formula per cella unitaria.[5]
L'abito cristallino è bipiramidale, prismatico, geminato secondo il prisma verticale {110}, comuni i gruppi a freccia, a ferro di lancia, a cresta e quelli ciclici di cinque individui, a rosetta, o tabulare secondo il pinacoide basale. Comune anche in noduli e gruppi raggiati.[13]
Origine e giacitura
[modifica | modifica wikitesto]Il minerale si forma nelle miniere metallifere, ma più comunemente nelle rocce calcaree, argillose o depositi di lignite.[14]
La marcasite si forma tipicamente in condizioni di bassa temperatura e alta acidità, sia in ambienti sedimentari (scisti, calcari e carboni di basso grado), sia in vene idrotermali formate da soluzioni ascendenti; la paragenesi è con calcite, dolomite, fluorite, galena, pirite, pirrotite e sfalerite.[6]
La marcasite è un minerale piuttosto comune ed è stato trovato in numerosissimi siti sparsi per tutto il mondo.[15][16]
Forma in cui si presenta in natura
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L'habitus è tabulare o leggermente arcuato, raramente colonnare o piramidale, ed è determinato dalla combinazione delle numerose superfici. Le aree comuni sono: (110), (014), (011), (101) e (111). Le forme più grandi sono solitamente composte da individui disposti in modo semi-parallelo, il che conferisce loro un aspetto esfoliato o dentato.[3]
La marcasite è opaca con lucentezza da metallica a semi-metallica con colore giallo ottone pallido, che diventa bianco stagno quando campioni freschi vengono esposti all'aria. Il colore dello striscio è da grigio-scuro a nero.[5]
Caratteristiche chimico-fisiche
[modifica | modifica wikitesto]- Solubile in acido nitrico (HNO3) [3]
- Magnetico dopo riscaldamento[4]
- Peso molecolare: 119,98 gm
- Indice di fermioni: 0,01[4]
- Indice di bosoni: 0,99[4]
- Fotoelettricità: 16,89 barn/elettrone[4]
- Pleocroismo: forte, bianco crema, bianco giallastro chiaro, bianco con sfumature marrone rosato[5]
- Anisotropismo: dal giallo intenso al verde chiaro al verde scuro[5]
Utilizzi
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Molti dei campioni sono delle piriti spacciate per marcasiti.[17] I campioni di marcasite vengono intagliati "a rosa"[17]. La marcasite, nell'oreficeria e nella bigiotteria di pregio, viene tagliata e sagomata in forma di minuscole cuspidi, che vengono poi polite e incastonate, specialmente in gioielli d'argento, in modo da formare cornici ornamentali intorno alle pietre preziose, oppure per realizzare superfici a pavé, che creano gradevoli riflessi luminosi, simili a quelli dei brillantini, dovuti alla lucentezza metallica del minerale. I gioielli con marcasiti erano molto in voga nell'epoca vittoriana.[18]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Strunz-Mindat (2025) Classification - M:S = 1:2, with Fe, Co, Ni, PGE, etc., su mindat.org, Hudson Institute of Mineralogy. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ a b (EN) Malcolm Back et al., The New IMA List of Minerals – A Work in Progress – Updated: January 2025 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, Marco Pasero, gennaio 2025. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ a b c d e (DE) Marcasite, su mineralienatlas.de. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ a b c d e f (EN) Marcasite Mineral Data, su webmineral.com, David Barthelmy. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ a b c d e f g h i j (EN) Marcasite, su mindat.org, Hudson Institute of Mineralogy. URL consultato il 13 marzo 2025.
- ^ a b c d e (EN) Marcasite (PDF), su handbookofmineralogy.org. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ (EN) Laurence N. Warr, IMA–CNMNC approved mineral symbols (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 85, 2021, pp. 291–320, DOI:10.1180/mgm.2021.43. URL consultato il 14 marzo 2025 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2025).
- ^ Il termine mundic è usato dal 1690 per descrivere minerali di rame o, successivamente, piriti.
- ^ (EN) Ernest Henry Nickel e Monte C. Nichols, IMA/CNMNC List of Minerals 2009 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, gennaio 2009. URL consultato il 14 marzo 2025 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2024).
- ^ (EN) Nickel-Strunz Sulfides Classification, su webmineral.com. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ (DE) Lapis Classification - II SULFIDE UND SULFOSALZE (Sulfide, Selenide, Telluride, Arsenide, Antimonide, Bismutide) - II/D Sulfide mit Metall : S,Se,Te < 1:1, su mineralienatlas.de. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ (EN) Dana Classification 8th edition - AmBnXp, with (m+n):p = 1:2, su mindat.org, Hudson Institute of Mineralogy. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ I minerali - Classe II Solfuri, arseniuri, ecc. pp. 338-339
- ^ Come collezionare i minerali dalla A alla Z p. 133
- ^ (EN) Localities for Marcasite, su mindat.org, Hudson Institute of Mineralogy. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ (DE) Marcasite (Occurrences), su mineralienatlas.de. URL consultato il 14 marzo 2025.
- ^ a b Come collezionare i minerali dalla A alla Z p. 792
- ^ Die Welt der Edelsteine pp. 168-169
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- E. Artini, Classe II Solfuri, arseniuri, ecc. (Sottocapitolo 2. solfuri, ecc. dei metalli), in I minerali, 6ª ed., Milano, Ulrico Hoepli editore, 1981, ISBN 88-203-1266-2.
- Mario Fontana, Gemmologia, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, vol. 3, Milano, Alberto Peruzzo editore, 1988.
- C.M. Gramaccioli, II. Solfuri, in Come collezionare i minerali dalla A alla Z, vol. 1, Milano, Alberto Peruzzo editore, 1988.
- (DE) Gavin Linsell, Die Welt der Edelsteine, Juwelo Deutschland GmbH Ed., 2014.
Altri progetti
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla marcasite
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Marcasite Mineral Data, su webmineral.com, David Barthelmy.
| Controllo di autorità | J9U (EN, HE) 987007550981805171 |
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