Manuel Irurita y Almándoz

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Manuel Irurita y Almándoz
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato19 agosto 1876 a Larráinzar
Ordinato presbitero1901
Nominato vescovo20 dicembre 1926 da papa Pio XI
Consacrato vescovo25 marzo 1927 dall'arcivescovo Federico Tedeschini (poi cardinale)
Deceduto3 dicembre 1936 (60 anni) a Montcada i Reixac
 

Manuel Irurita y Almándoz (Larráinzar, 19 agosto 1876Montcada i Reixac, 3 dicembre 1936) è stato un vescovo cattolico spagnolo. Dopo l'inizio della guerra, monsignor Irurita si rifugiò per scampare alle milizie anarchiche, ma le sue tracce si persero dopo che fu arrestato dalle milizie nel dicembre 1936.

La versione ufficiale sostiene che il 3 dicembre 1936, pochi giorni dopo essere stato arrestato, monsignor Irurita venne fucilato nel cimitero di Montcada i Reixac insieme ad altri religiosi e laici. Tuttavia, negli ultimi anni, alcuni autori hanno messo in dubbio a torto questo fatto. Nonostante tutto, è considerato uno dei tredici vescovi uccisi nella zona repubblicana durante la guerra civile spagnola, vittima della persecuzione religiosa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Monsignor Manuel Irurita y Almándoz nacque a Larráinzar il 19 agosto 1876.

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Studiò alla scuola dei padri cappuccini di Lecároz e successivamente al seminario diocesano di Pamplona.

Nel 1901 fu ordinato presbitero. Concluse la sua formazione ecclesiastica conseguendo i dottorati in filosofia e in sacra teologia presso l'Università di Valencia.

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il 20 dicembre 1926 papa Pio XI lo nominò vescovo di Lérida. Ricevette l'ordinazione episcopale il 25 marzo successivo dall'arcivescovo Federico Tedeschini, nunzio apostolico in Spagna, coconsacranti l'arcivescovo metropolita di Valencia Prudencio Melo y Alcalde e il vescovo di Pamplona Mateo Múgica y Urrestarazu.

Il 13 marzo 1930 papa Pio XI lo nominò vescovo di Barcellona. Era un riconosciuto simpatizzante carlista e decisamente contrario al movimento indipendentista catalano.[1]

Durante gli anni della Seconda Repubblica Spagnola monsignor Irurita era descritto come un chierico reazionario,[2] integrista[3] e ultraconservatore.[1] Alla proclamazione della Repubblica, Irurita fu uno dei primi prelati che fecero visita ai nuovi leader nazionali.[4] Chiese ai suoi sacerdoti di mantenere il rispetto per le autorità e di collaborare con loro "nel perseguimento dei loro nobili fini".[5] Tuttavia, due giorni prima di questa visita, aveva attribuito alla Repubblica un "significato catastrofico".[6] Visto che la separazione tra lo Stato repubblicano e la gerarchia cattolica divenne sempre più grande, Irurita era particolarmente critica della politica religiosa delle autorità repubblicane.[2] Durante la discussione della legge sulle confessioni e le congregazioni religiose, Irurita dichiarò che, nelle questioni religiose, "l'unico potere legittimo che riconosceva era quello della Chiesa".[7] Negli anni della Repubblica ebbe un interesse speciale per le profezie di Madre Maria Rafols, una monaca ottocentesca, che finirono per dimostrarsi apocrife, dal momento che erano state falsificate nel XX secolo.

Anche i suoi rapporti con i catalani furono tesi: per esempio, quando nel 1933 morì il presidente della Generalitat Francesc Macia, inizialmente Irurita rifiutò di inviare un suo cappellano alle esequie. Cambiò idea grazie all'arcivescovo Francisco de Asís Vidal y Barraquer.[8]

Dopo lo scoppio della guerra civile, il 21 luglio 1936 monsignor Irurita fuggì dal vescovado che era stato assaltato dai miliziani.[9] La versione ufficiale dice che riuscì a nascondersi in casa di Antonio Tort, un gioielliere[2] che stava anche ospitando le monache carmelitane della carità Elvira Ruiz y Micaela, Montserrat Sabanes e María Torres. Il 1º dicembre 1936 dodici militanti della pattuglia di controllo numero 11, nel quartiere di Pueblo Nuevo, perquisirono la bottega del gioielliere che era in via Pedro IV nº 166, catturando il vescovo Irurita, Marcos Goñi, Antonio Tort, suo fratello Francisco, la figlia di Antonio Tort, Mercedes, e le carmelitane María Torres e Montserrat Sabanes.[2] Secondo la versione ufficiale, Irurita venne fucilato sulle mura del cimitero di Montcada i Reixac due giorni dopo.

Processo di beatificazione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1959 venne aperto il suo processo di beatificazione a Barcellona.[10] Nel 1964 papa Paolo VI, dopo aver consultato i vescovi spagnoli, decise di introdurre una moratoria su questi processi, soprattutto per evitare interpretazioni politiche che potessero strumentalizzare una decisione esclusivamente spirituale da parte della Chiesa. Nel 1980 si ritenne che la situazione fosse cambiata abbastanza che, in linea di principio, tali interpretazioni non si sarebbero verificate. Fu nel 1983 che iniziarono gli ultimi passi che portarono alle prime beatificazioni dei martiri della guerra civile spagnola.[11] Nel 2002, l'allora arcivescovo di Barcellona, il cardinale Ricardo María Carles Gordó, chiuse la fase diocesana e inoltrò la documentazione alla Congregazione delle cause dei santi.[12]

Controversia circa la sua morte[modifica | modifica wikitesto]

Calle del Obispo Irurita a Mislata.

Secondo la causa generale e la testimonianza di altri sacerdoti, monsignor Irurita fu ucciso a Montcada i Reixac il 3 dicembre 1936 dalle milizie anarchiche,[13][14] nel cimitero della città.[15] Tale versione è sostenuta tra gli altri da Gonzalo Redondo,[16] Albert Manent,[17] e Vicente Cárcel.[18] Tuttavia, c'è un'aura di mistero che circonda la morte del vescovo:[19] durante il conflitto, la morte di Irurita fu messa in discussione.[17] Alcuni affermano che avrebbe potuto essere salvato dagli anarchici.[20] Secondo il giornalista anarchico Jacinto Toryh, proprio Buenaventura Durruti salvò dal linciaggio il vescovo Irurita dopo la rivolta militare di luglio.[21] Altri sostenevano di aver visto Irurita lasciare il Palazzo episcopale di Barcellona due giorni dopo l'ingresso dell'esercito franchista in la città, il 28 gennaio 1939.[3][22][23]

In base a queste testimonianze e ad altre circostanze, storici come il monaco Hilari Raguer affermarono di essere "assolutamente convinti" che "il vescovo Irurita non fu ucciso nel dicembre 1936",[24] specialmente dopo l'apertura degli archivi vaticani riguardo a papa Pio XI,[25] in cui era registrato che i servizi di informazione militare dei franchisti davano per vivo il vescovo nel 1937.[22][26] Intorno al 1938 ci sono anche fonti secondo le quali il Vaticano sarebbe riuscito a salvarlo.[27] In effetti, alcuni dei testimoni che lo videro nel gennaio del 1939, informarono il capo del Servizio informazioni militari e di polizia, il colonnello Ungría Jiménez, che era a Barcellona ma questi non fu sorpreso dalla notizia.[22]

Lo storico Joan Bada, professore di storia presso la Facoltà di teologia della Catalogna e presso l'Università di Barcellona, pubblicò un lavoro in cui raccoglieva documenti provenienti da diverse istituzioni (tra le altre, la Croce Rossa Internazionale) che certificano che monsignor Irurita era ancora vivo alla metà del 1937.[22] Per Bada era anche strano che nel mese di ottobre del 1937, quando vennero nominati sette amministratori apostolici per sostituire i vescovi uccisi, la diocesi di Barcellona rimase sede vacante. Rimase tale fino al 1942.[22]

Alla fine del XX secolo furono effettuati diversi test sui resti che sarebbero dovuti appartenere a monsignor Irurita. L'odontoiatra forense Juan Carol Montfort condusse uno studio sulla dentatura del presule nel 1940. Non poté però assicurare che i resti fossero quelli del prelato. La descrizione e la precedente dichiarazione di due dentisti che lo avevano avuto in cura quando era vescovo di Lérida sostenevano tuttavia che i resti sarebbero quelli di monsignor Irurita.[28] Nel 2000 vennero pubblicate le conclusioni di uno studio sul DNA dei resti attribuiti al vescovo Irurita, confrontandoli con quelli dei suoi fratelli. Il test confermò che appartenevano a qualcuno della famiglia Irurita, come il vescovo stesso o suo nipote.[27] Secondo il quotidiano La Vanguardia, l'Università di Santiago di Compostela certificò con un grado di attendibilità del 99,9% che i resti sepolti nella cattedrale di Barcellona sono quelli del vescovo Irurita.[29]

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Vallejo y Escamilla, 2007, pp. 134-135.
  2. ^ a b c d Preston, 2011, p. 326.
  3. ^ a b Raguer, 2003, pp. 40-41.
  4. ^ Arbeloa Muru, 2011, pp. 28-29.
  5. ^ Arbeloa Muru, 2011, pp. 28.
  6. ^ La Parra López y Suárez Cortina, 1998, p. 216. «Otros gestos eran ambiguos, como el del obispo de Barcelona, que pedía el 16 de abril un "espíritu de cristiano acatamiento" en una circular que, por lo demás, atribuía a la República un significado catastrófico».
  7. ^ Casanova, 2010, p. 71.
  8. ^ El Punt Avui, El bisbe Irurita es va negar a enviar capellans a la vetlla de Francesc Macià
  9. ^ El misterio Irurita continúa [collegamento interrotto], in La Vanguardia, 10 giugno 2012. URL consultato il 27 giugno 2015.
  10. ^ Redondo, 1993, p. 22.
  11. ^ Redondo, 1993, pp. 32-33.
  12. ^ Carles pedirá a Roma la beatificación del obispo Irurita, in ABC, 20 luglio 2002. URL consultato il 29 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
  13. ^ La dominación roja en España
  14. ^ Revista Arbil, su arbil.org.
  15. ^ Darna Galobart, 2004, p. 330.
  16. ^ Redondo, 1993, pp. 20-22.
  17. ^ a b Manent i Segimon y Raventós i Giralt, 1984, pp. 64-67.
  18. ^ Cárcel Ortí, 1990, p. 344.
  19. ^ Mir Serra y Feliu Llansa, 2012.
  20. ^ Clara, 2008 , p. 87.
  21. ^ Toryho, 1938, p. 239. «El obispo de esta capital, doctor Irurita, fué protegido el 19 de julio por el propio Durruti, que le salvó la vida».
  22. ^ a b c d e Irurita, el obispo que no fue mártir, in El País, 3 aprile 2011. URL consultato il 27 giugno 2015.
  23. ^ Clara, 2008, pp. 91-93.
  24. ^ Hilari Raguer: "Las visitas de Mas y Montilla a Montserrat me recuerdan las de Franco", in El País del 2 gennaio 2007.
  25. ^ Los archivos vaticanos desvelan sus secretos sobre la guerra civil Archiviato l'8 febbraio 2010 in Internet Archive., da El Periódico de Aragón, 29 settembre 2006.
  26. ^ Clara, 2008, pp. 89-90.
  27. ^ a b Clara, 2008, pp. 90-91.
  28. ^ Ustrell Torrent, 1997, pp. 239-246.
  29. ^ El análisis de ADN prueba la autenticidad de los restos del obispo Irurita, in La Vanguardia, 12 gennaio 2000.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia citata[modifica | modifica wikitesto]

  • Arbeloa Muru, Víctor Manuel (2011). La Iglesia que buscó la concordia. Encuentro. pp. 28–29. ISBN 9788499206363.
  • Cárcel Ortí, Vicente (1990). La persecución religiosa en España durante la Segunda República, 1931-1939. Ediciones Rialp. ISBN 9788432126475.
  • Casanova, Julián (2010). The Spanish Republic and Civil War. Cambridge University Press. ISBN 9781139490573.
  • Christian, William A. (1996). Visionaries: The Spanish Republic and the Reign of Christ. University of California Press. ISBN 9780520200401.
  • Clara, Josep (2008). El misteri de la mort del bisbe Irurita, estat de la qüestió i noves dades. Annales dell'Institut d'Estudis Gironins (Institut d'Estudis Gironins) (49): 87-98. ISSN 0213-6228.
  • Darna Galobart, Leticia (2004). Consideraciones heráldicas sobre armerías de obispos vascos en sedes catalanas. Annales della Real Academia Matritense De Heráldica y Genealogía (Real Academia Matritense de Heráldica y Genealogía) VIII (I): 321-334. ISSN 1133-1240.
  • La Parra López, Emilio; Suárez Cortina, Manuel, eds. (1998). El anticlericalismo español contemporáneo. Biblioteca Nueva. ISBN 9788470305320.
  • Manent i Segimon, Albert; Raventós i Giralt, Josep (1984). L'Església clandestina a Catalunya durant la Guerra Civil (1936–1939): els intents de restablir el culte públic. L'Abadia de Montserrat. ISBN 9788472026360.
  • Massot i Muntaner, Josep (2003). Església i societat a la Catalunya contemporània. L'Abadia de Montserrat. ISBN 9788484155423.
  • Mir Serra, Miquel; Feliu Llansa, Ponç (2012). El misteri de l'assassinat del bisbe de Barcelona. Grupo Planeta Spain. ISBN 9788498092172.
  • Preston, Paul (2011). El holocausto español: Odio y exterminio en la Guerra Civil y después. Penguin Random House. ISBN 9788499920498.
  • Raguer, Hilari (1997). Beatificacions de màrtirs de la guerra civil. En Joan Busquets y Maria Martinell. Fe i teologia en la història: estudis en honor del Prof. Dr. Evangelista Vilanova. L'Abadia de Montserrat. pp. 505–518. ISBN 9788478268788.
  • Raguer, Hilari (2003). Arxiu de l'Església catalana durant la Guerra Civil: Juliol-desembre de 1936. L'Abadia de Montserrat. ISBN 9788484155447.
  • Redondo, Gonzalo (1993). Historia de la Iglesia en España, 1931-1939: La Guerra Civil, 1936-1939. Ediciones Rialp. ISBN 9788432130168.
  • Robles Muñoz, Cristóbal (2014). La Santa Sede y la II República. 1931 De la conciliación al conflicto. Visión Libros. p. 370. ISBN 9788415965206.
  • Toryho, Jacinto (1938). La Independencia de España: tres etapas de nuestra historia. Tierra y Libertad.
  • Ustrell Torrent, Josep Maria (1997). Odontología forense en la ídentificació del bisbe lrurita: un treball inedit del Dr. Joan Carol Montfort. Gimbernat (Seminario di medicina legale e storia della medicina del Dipartimento di Sanità Pubblica dell'Università di Barcellona) (28): 239-246. ISSN 0213-0718.
  • Vallejo, Mercè; Escamilla, David (2007). La Barcelona del viento. Ediciones Robinbook. p. 134. ISBN 9788496924260.

Bibliografia addizionale[modifica | modifica wikitesto]

  • Alcalá, César (2009). El obispo Manuel Irurita. Altar Mayor (Hermandad de la Santa Cruz y Santa María del Valle de los Caídos) (126): 613-624.
  • Bada, Joan (2011). Societat i Església a Catalunya. Cent anys entre constitucions i dictadures. Facoltà di teologia della Catalogna. ISBN 9788493862008.
  • Baucells Serra, Ramón (1941). Documentos pastorales del Excmo. y Rdmo. Sr. Dr. Don Manuel Irurita Almandoz.
  • Cárcel Ortí, Vicente (2013). El obispo Irurita y la persecución religiosa en las cartas de Font, Torrent y Vidal i Barraquer. Analecta sacra tarraconensia: Revista de ciències historicoeclesiàstiques (86): 733-956. ISSN 0304-4300.
  • Cárcel Ortí, Vicente (2013). Martirio del obispo Irurita y gobierno de la diócesis de Barcelona». Mártires del siglo XX en España: 11 santos y 1.512 beatos. BAC. p. 229. ISBN 978-84-220-1670-0.
  • Llorens y Raga, Peregrín L. (1972). El obispo mártir: perfil biográfico de Monseñor Doctor Manuel Irurita y Almandoz. Imp. Mari Montañana.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Lérida Successore
José Miralles y Sbert 20 dicembre 1926 - 13 marzo 1930 Salvio Huix Miralpeix, C.O.
Predecessore Vescovo di Barcellona Successore
José Miralles y Sbert 13 marzo 1930 - 3 dicembre 1936 Gregorio Modrego y Casaus
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