Madonna Rucellai

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Versione del 17 gen 2008 alle 18:41 di Yuma (discussione | contributi) (reinserisco immagine 'regolarizzata')
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Madonna Rucellai, Uffizi

La Madonna Rucellai, o Madonna dei Laudesi, è una Madonna col Bambino in trono (quindi una "maestà") e sei angeli dipinta da Duccio di Buoninsegna. È una tempera su tavola e misura 290 x 450 cm. È conservata alla Galleria degli Uffizi dove è collocata in sala scenografica con altre grandi maestà: la Maestà di Santa Trinita di Cimabue e la Maestà di Ognissanti di Giotto.

Storia

La pala venne commissionata 15 aprile 1285 dalla Compagnia dei Laudesi per la chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Anticamente si trovava nella Cappella Bardi, dove alcuni affreschi trecenteschi ancora esistenti furono probabilmente dipinti a suo coronamento, ma dal 1591[1] venne spostata nella vicina Cappella Rucellai, dalla quale prese il nome correntemente usato. Rimase in questa collocazione fino al 1937, quando venne esposta in una grande mostra su Giotto a Firenze; dal 1948 poi venne trasferita agli Uffizi.

Iconografia e stile

L'opera è una "maestà" cioè una Madonna in trono col Bambino, circondata da angeli, che in questo caso sono irrealisticamente inginocchiati unbo sopra l'altro ai lati del trono.

Questa grande tavola si ispira alla Maestà del Louvre di Cimabue, dipinta circa 5 anni prima, tanto che a lungo venne creduta un'opera di Cimabue.

Questa "maestà" è un'opera chiave nel percorso dell'artista, dove la solida meastosità e l'umana rappresentazione di Cimabue viene incrociata con una maggiore aristocraticità, tipicamente gotica con influssi transalpini, e con un contenuto umano ancora più dolce. Inoltre vi immise un nervoso ritmo lineare, come sottolineato dal capriccioso orlo dorato della veste di Maria che disegna una complessa linea che va dal petto fino ai piedi. La cornice è decorata da una fascia interrotta da clipei con busti di santi e profeti.

Critica

Sebbene il documento di allogazione a Duccio fosse stato pubblicato già nel 1790 da Vincenzo Fineschi e confermata più di un secolo dopo da Franz Wickhoff, a lungo venne considerata un'opera di Cimabue o di un anonimo "Maestro della Madonna Rucellai" (per esempio da Pietro Toesca); altri sostennero che l'opera fosse stata iniziata da Duccio e completata da Cimabue, mentre oggi la critica è concorde nell'atribuire definitivamente l'opera a Duccio.

Note

  1. ^ questa fonte riporta invece il 1667; qui invece il 1591.

Altre Maestà

Bibliografia

  • Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 1, Bompiani, Milano 1999.
  • Enzo Carli, Duccio, Milano 1952
  • Luciano Bellosi, voce Duccio in Enciclopedia dell'Arte Medioevale vol. V, Roma 1994
  • Luciano Bellosi, Duccio. La Maestà, Milano 1998
  • Catalogo della mostra Duccio. Alle origini della pittura senese, Milano 2003

Voci correlate

Collegamenti esterni