Maciej Nowicki (architetto)

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J. S. Dorton Arena, Raleigh (1952-1953)

Maciej Nowicki (Čita, 26 giugno 1910Wadi El-Natrun, 1º settembre 1950) è stato un architetto polacco, nato in Russia, un pioniere dell'architettura modernista della seconda metà del XX secolo[1][2][3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

J. S. Dorton Arena
Tomba di Nowicki, Varsavia

Maciej Nowicki nacque a Chita, in Russia, da una famiglia polacca, figlio di un console e capo del partito agrario polacco.[1][2][4][3]

A causa del lavoro del padre, la famiglia soggiornò in numerose località, tra le quali due anni a Chicago, dove Nowicki imparò l'inglese.[1][2][4][3]

Nowicki studiò nel Politecnico di Varsavia dal 1929, laureandosi nel 1936.[1][2][3]

I suoi più significativi progetti anteriori alla seconda guerra mondiale furono un edificio amministrativo a Łódź, in Polonia, un casinò a Druskininkai e un centro sportivo a Varsavia.[1]

Progettò anche il padiglione della Polonia per l'Esposizione universale del 1939.[1]

Nel 1938 sposò Stanislawa (Siasia) Sandecka, sua compagna di studi, con la quale collaborò a una serie di progetti successivi.[1][2][4]

Durante la seconda guerra mondiale Nowicki partecipò al conflitto con il grado di ufficiale di artiglieria contraerea ai tempi dell'invasione nazista della Polonia nel 1939.[1]

Durante l'occupazione insegnò architettura e urbanistica in aule sotterranee. In seguito, collaborò con la guerriglia della resistenza combattendo intorno a Varsavia, ma poi si rifugiò sulle montagne con la sua famiglia.[1][2][4][3]

Alla fine della guerra, Nowicki ricevette l'incarico direttivo della pianificazione per la ricostruzione del centro di Varsavia,[2][4][3] che studiò per gli assi stradali, per i quartieri panoramici sulla Vistola e per il centro, che prevedeva nel suo progetto numerosi percorsi pedonali su più piani ed una dimensione rapportata alla persona, con rari edifici alti.[5]

Andò negli Stati Uniti d'America come consulente tecnico presso l'ambasciata polacca per ottenere l'interesse americano nella ricostruzione di Varsavia.[2] Inoltre ebbe un ruolo importante nella scelta di un sito per la sede e per il design dell'edificio della Organizzazione delle Nazioni Unite,[1][2][4][3] assieme a Le Corbusier, Oscar Niemeyer e Sven Markelius.[2]

Nel 1947, con l'ascesa al potere del partito comunista in Polonia, Nowicki non rientrò in patria, ma si fermò negli Stati Uniti a Raleigh, dove svolse anche l'attività di insegnante.[1]

Contemporaneamente proseguì la sua professione di architetto, progettando il Country Club di Raleigh, assieme alla moglie, oltre che un nuovo museo di arte, scienza e storia (non realizzato) e la J. S. Dorton Arena (1952-1953),[1][4][3] sorretta da due travi ad arco che sostengono una struttura a membrana di grandissima luce.[5]

Nowicki era direttore del Dipartimento di Architettura della Università della Carolina del Nord, quando fu contattato per un importante progetto in India a Chandigarh,[1] la nuova capitale della provincia del Punjab, una città da progettare e costruire da zero insieme all'urbanista americano Albert Mayer.[4][6][3]

Viaggiando per quel progetto, morì il 31 agosto 1950, quando il volo 903 della TWA si schiantò nel Wadi El-Natrun, a poche decine di chilometri da Il Cairo, in Egitto.[1][2][6][3] La commissione di Chandigarh fu in seguito realizzata da Le Corbusier.[2]

Nel 1956, l'Architecture d'Aujourd'hui, uno dei principali periodici di architettura del mondo, ha nominato Nowicki un pioniere dell'architettura modernista della seconda metà del XX secolo,[1][2][3]sintetizzata nel suo motto preferito «la forma segue la forma», che significava la predominanza della forma sulle necessità funzionali, quando essa sia sufficientemente significativa.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (EN) Maciej "Matthew" Nowicki (1910-1950), su ncmodernist.org. URL consultato il 21 aprile 2019.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m (EN) Maciej Nowicki – An Architecture Career Across East and West, su culture.pl. URL consultato il 21 aprile 2019.
  3. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Made in Poland: The Women and Men Who Changed the World, su books.google.it. URL consultato il 21 aprile 2019.
  4. ^ a b c d e f g h (EN) Maciej Nowicki, su culture.pl. URL consultato il 21 aprile 2019.
  5. ^ a b c Maciej Nowicki, in le muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, p. 329.
  6. ^ a b (EN) Hanover and England: – a garden and personal union?, su books.google.it. URL consultato il 21 aprile 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Tadeusz Barucki, Matthew Nowicki. Poland / USA / India, Varsavia, 2010.
  • (EN) Lewis Mumford, The Life, the Teaching and the Architecture of Matthew Nowicki, part 1, in Architectural Record, n. 6, 1954, pp. 139-148.
  • (EN) Lewis Mumford, The Life, the Teaching and the Architecture of Matthew Nowicki, part 2: Matthew Nowicki as an Educator, in Architectural Record, n. 7, 1954, pp. 128-135.
  • (EN) Lewis Mumford, The Life, the Teaching and the Architecture of Matthew Nowicki, part 3: His Architectural Achievement, in Architectural Record, n. 8, 1954, pp. 169-178.
  • (EN) Lewis Mumford, The Life, the Teaching and the Architecture of Matthew Nowicki, part 4: Nowicki's Work in India, in Architectural Record, n. 9, 1954, pp. 154-159.
  • (EN) Tyler S. Sprague, Eero Saarinen, Eduardo Catalano and the Influence of Matthew Nowicki: A Challenge to Form and Function, in Nexus Network Journal, XII, n. 2, 2010.
  • (EN) Tyler S. Sprague, "Floating Roofs": The Dorton Arena and the development of modern tension roofs, in Structures and Architecture: Concepts, Applications and Challenges, Londra, Taylor & Francis, 2013.
  • (DE) Adolph Stiller, Maciej Nowicki, Architekt. 1910 – 1950. Polen, USA, Indien, Salisburgo, Müry Salzmann, 2012.
  • (PL) Marta A. Urbańska, Maciej Nowicki – humanista i wizjoner architektury. Osobowosc twórcza na tle epoki. Maciej Nowicki – Humanist and Visionary: An Architect and His Times, Cracovia, Politecnico di Cracovia, 2000.

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