Là dove non batte il sole

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Là dove non batte il sole
Lee Van Cleef in una scena del film
Paese di produzioneItalia, Spagna, Hong Kong, Stati Uniti d'America
Anno1974
Durata105 minuti
Rapporto2.35:1
Generewestern
RegiaAnthony M. Dawson
SoggettoBarth Jules Sussman
SceneggiaturaGiovanni Simonelli
ProduttoreCarlo Ponti, Gustave M. Berne, Run Run Shaw
Produttore esecutivoCarlo Ponti
Casa di produzioneCCC, Studio Shaw
Distribuzione in italianoPic Cinematografica
FotografiaAlejandro Ulloa,
MontaggioJorge Serralonga
MusicheCarlo Savina
ScenografiaGiorgio Postiglione
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Là dove non batte il sole è un film del 1974 diretto da Antonio Margheriti.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Dakota, uno scassinatore maldestro, si coalizza con Wong, esperto in arti marziali, per cercare un tesoro nascosto. La mappa per raggiungerlo è stata tatuata su quattro ragazze. Alla caccia si aggrega un folle predicatore, Yancey.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

È stato girato tra la Spagna (Madrid, Andalusia, Almería) e Hong Kong. Fu prodotto dallo Studio Shaw, specializzata in film di arti marziali.

Cast[modifica | modifica wikitesto]

Con questo lungometraggio, nasce il sodalizio tra Margheriti e Van Cleef: i due, in seguito, hanno più volte lavorato insieme.

Sul set, Van Cleef conobbe la sua futura moglie, Barbara Havelone, che nel film interpreta una pianista.

Il ruolo del co-protagonista è affidato a Lo Lieh, divo hongkonghese divenuto famoso per il cult Cinque dita di violenza.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Come la maggior parte dei film di Margheriti, la pellicola ha ottenuto un buon riscontro all'estero, specialmente negli Stati Uniti, dove è conosciuto col titolo The Stranger and the Gunfighter.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

La rivista Nocturno, in un dossier su Antonio Margheriti, elogia il lungometraggio, definendolo come «cinema spettacolare (...) eclettico, stravagante e incalzante».[1]

Di parere completamente opposto Paolo Mereghetti: «desolante (...) commedia che non fa ridere».[2]

È una delle pellicole di Margheriti preferite da Quentin Tarantino.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. Gomarasca, Antohny M. Dawson: guida al cinema di Antonio Margheriti, dossier di Nocturno, n. 123, novembre 2012
  2. ^ P. Mereghetti, Il Mereghetti, Milano, Baldini-Castoldi, 2014, p.2048

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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