Lycapsus tenuifolius

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Lycapsus tenuifolius
Immagine di Lycapsus tenuifolius mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi II
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Perityleae
Sottotribù Lycapsinae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Heliantheae
Sottotribù Lycapsinae
H.Rob., 1980
Genere Lycapsus
Phil., 1870
Specie L. tenuifolius
Nomenclatura binomiale
Lycapsus tenuifolius
Phil., 1870

Lycapsus tenuifolius Phil., 1870 è una pianta della famiglia delle Asteracee. È l'unica specie del genere Lycapsus (quest'ultimo è anche l'unico genere della sottotribù Lycapsinae).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico di questa pianta è stato definito per la prima volta dal zoologo e botanico tedesco naturalizzato cileno Rodolfo Amando Philippi (Charlottenburg, 14 settembre 1808 – Santiago del Cile, 23 luglio 1904) nella pubblicazione "Botanische Zeitung. Berlin - 28: 499, t. 8. 1870" del 1870[2]. Nella stessa pubblicazione è stato definito anche il genere[3], mentre la sottotribù è stata definita dal botanico contemporaneo Harold Ernest Robinson (1932-) nella pubblicazione "Phytologia; Designed to Expedite Botanical Publication. New York - 46(2): 120 (1980)." del 1980.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La pianta di questa voce ha una habitus erbaceo e lievemente arbustivo.[5][6]

Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alternato (ma anche a spirale). La consistenza è semisucculenta (o carnosa). La lamina ha una contorno del tipo 1-2-pennato con lobi lineari. I piccioli sono lunghi e sottili.

Le infiorescenze sono formate da capolini terminali di tipo radiato su lunghi e sottili peduncoli raccolti in aperti panicoli. I capolini sono formati da un involucro a forma campanulata composto da diverse squame (o brattee) a consistenza erbacea e disposte su due serie al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni ligulati del raggio e quelli più interni tubulosi del disco. Il ricettacolo è provvisto di pagliette a protezione della base dei fiori; le pagliette hanno una forma lanceolata.

Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:

* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[7]

I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e in genere pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori del raggio sono femminili e fertili con ampie corolle trilobate e colorate di bianco; la parte alta della superficie è papillosa. I fiori del disco sono ermafroditi e tetrameri (a 4 lobi) con corolle colorate di bianco. Il calice è ridotto ad una coroncina di squame.[8]

L'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.[8] Le teche delle antere sono provvisti di cellule dell'endotecio con 2 o 3 ispessimenti; le antere sono di colore pallido e le appendici sono a forma ovata; la parte papillosa è interna, quella esterna è ghiandolosa con peli 2-3-unicellulari. Il polline ha circa 27 micron di diametro.

Il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.[8]. Lo stilo è unico e con due stigmi nella parte apicale; la base è nodosa. Gli stigmi sono provvisti di apici acuti e papillosi e di due copie di superfici stigmatiche.

I frutti sono degli acheni privi di pappo dalla forma affusolata o con 4 angoli più o meno evidenti, diritti o leggermente incurvati. La superficie è carbonizzata.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie di questa voce ha una distribuzione endemica nelle isole di San Felix e Sant'Ambrogio di fronte alle coste settentrionali del Cile.[5]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza del Lycapsus tenuifolius (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale e comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). La sottofamiglia (Asteroideae) è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Perityleae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Perityleae a sua volta è suddivisa in 3 sottotribù, una delle quali (Lycapsinae) comprende il genere Lycapsus.
Tradizionalmente la sottotribù Lycapsinae viene descritta all'interno della tribù Heliantheae.[6]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[11]

  • Alomia tenuifolia (Phil.) Benth. & Hook.f. ex Reiche

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lycapsus tenuifolius [collegamento interrotto], su Global Compositae Checklist. URL consultato il 28 gennaio 2015.
  2. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 marzo 2013.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 marzo 2013.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 marzo 2013.
  5. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 509.
  6. ^ a b Robinson 1981, pag. 79.
  7. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  8. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  9. ^ Judd 2007, pag. 520.
  10. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  11. ^ Global Compositae Checklist [collegamento interrotto], su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato l'11 marzo 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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