Luigi Guglielmo II Moncada

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Luigi Guglielmo Moncada Branciforte
VII Duca di San Giovanni
XIV Conte di Cammarata, Grande di Spagna
Stemma
Stemma
In carica1712-1743
PredecessoreFerdinando Moncada Gaetani
SuccessoreFrancesco Rodrigo Moncada Ventimiglia
Principe di Collereale
In carica1716-1717
PredecessoreGiuseppe Moncada Gaetani
SuccessoreGiovanni Minutoli Bonfiglio
TrattamentoDon
Altri titoliBarone delle Foreste di Troina, di Melilli, della Mendola, di Grottarossa, Signore di Nicolosi, di Belpasso, di Stella d’Aragona, di Fenicia Moncada, di Gallidoro, di Camporotondo, di Grottarossa, di Deliella, di Gulfo
Nascita1670 ca.
MortePalermo, 24 febbraio 1743
DinastiaMoncada di Paternò
PadreFerdinando Moncada Gaetani
MadreGiovanna Branciforte Moncada
ConsorteGiovanna Ventimiglia Pignatelli
Figli
ReligioneCattolicesimo

Luigi Guglielmo Moncada Branciforte, duca di San Giovanni (1670 ca. – Palermo, 24 febbraio 1743), è stato un nobile italiano del XVIII secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Unico figlio di Ferdinando, VI duca di San Giovanni, e di Giovanna Branciforte Moncada dei duchi di San Giovanni e conti di Cammarata, dopo la morte di quest'ultima, l'11 settembre 1680, ricevette in eredità i predetti titoli assunti dal padre.[1] Ereditò anche il titolo allodiale di Principe di Collereale dallo zio paterno Giuseppe, morto senza eredi - di cui era stato investito nel 1710 dal re Filippo V di Spagna - che vendette nel 1717 a Giovanni Minutoli Bonfiglio, barone di Callari.[1][2]

Contrasse un primo precoce matrimonio nel 1685, nel quadro di una doppia pattuizione nuziale che vide suo padre vedovo e lui prendere in spose le giovanissime cugine del primo, Margherita e Beatrice Pio di Savoia.[3] Le due spose erano figlie della nobildonna di origine ispano-portoghese, Giovanna de Moura, figlia di Marianna Moncada della Cerda, a sua volta sorella del padre di Ferdinando, Ignazio. In occasione delle celebrazioni nuziali, tenutesi a Vienna dove si trovavano le ragazze, venne anche pubblicata un'ode epitalamica del letterato Girolamo Branchi, con annesse «Annotazione historiche della famiglia Moncada».[4] Si trattò di due infelici unioni forzate che videro la quattordicenne Beatrice morire a distanza soltanto di un anno, dopo aver strappato alla madre l'impegno a far annullare i due matrimoni. L'unione tra Ferdinando e Margherita fu in effetti annullata dal Patriarca di Venezia nel 1688, in quanto contratta «per vim et metum» (cioè per forza di timore, con violenza morale).[3]

Sposò in seconde nozze Giovanna Ventimiglia Pignatelli, figlia di Francesco Rodrigo, principe di Castelbuono e marchese di Geraci, da cui ebbe tre figli, ed ottenne anche l'acquisizione di cinque titoli (baronia delle Foreste di Troina, baronia di Buonalbergo, signoria delle terre di Rapisi, Gauteri e Baruni).[1] In terze nozze sposò Giovanna Beccadelli di Bologna Reggio, figlia di Giuseppe, principe di Camporeale.[1]

Nel 1713, alla morte del cugino Ferdinando Moncada Aragona, VI principe di Paternò, il Duca di San Giovanni promosse una lite giudiziaria contro la sua unica figlia Caterina, erede di tutti i titoli e feudi di famiglia, sposata con Giuseppe Alvarez de Toledo, duca di Ferrandina e marchese di Villafranca.[5] Le ragioni del ricorso si poggiavano sul fidecommisso agnatizio mascolino emanato nel 1500 da Giovanni Tommaso Moncada, conte di Adernò, che stabiliva la successione dei titoli e dei feudi all'interno della famiglia Moncada solo in linea maschile.[6] La vertenza si concluse nel 1752, con l'assegnazione del Principato di Paternò e degli altri feudi e titoli connessi ai discendenti.[7]

Fu governatore della Compagnia dei Bianchi di Palermo nel 1701, Grande di Spagna dal 1713 e Gentiluomo di Camera del re di Sicilia nel 1735.[8])

Matrimoni e discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Guglielmo Moncada Branciforte, VII duca di San Giovanni, dalla sua unione con Giovanna Ventimiglia Pignatelli ebbe i seguenti figli:

L'unione con Giovanna Beccadelli di Bologna e Reggio non gli diede discendenti,[8] come ovviamente il matrimonio giovanile con Beatrice Pio di Savoia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Mango di Casalgerardo, p. 641.
  2. ^ Rivista del Collegio Araldico, vol. 32, Collegio Araldico, 1933, p. 12.
  3. ^ a b Fabiana Veronese, Politica e potere nella corrispondenza di Margherita Pio di Savoia (1670-1725) (PDF), in Anna Bellavitis, Nadia Maria Filippini e Tiziana Plebani (a cura di), Spazi, poteri, diritti delle donne a Venezia in età moderna, Verona, QuiEdit, 2012, p. 4.
  4. ^ Una copia del libretto, intitolato Nelle fortunatissime nozze degli Eccellentissimi signori Don Fernando di Moncada e Donna Margarita Pio di Savoia… e Don Luigi Guglielmo Ramondo di Moncada Duca di San Giovanni… e Donna Beatrice Pio di Savoia… ode epitalamica (Vienna, Heredi Viviani, 1685) fu censita nel catalogo per l'asta della biblioteca del principe Paolo Borghese nel 1893: (FR) Bibliotheca Burghesiana [...], seconde partie, Roma, Menozzi, 1893, p. 45.
  5. ^ F. Figlia, Il Seicento in Sicilia: aspetti di vita quotidiana a Petralia Sottana, terra feudale, Officina di Studi Medievali, 2008, p. 145.
  6. ^ LE INCOGNITE DEI TESTAMENTI: NEMESI STORICA IN CASA MONCADA* (PDF), su core.ac.uk. URL consultato il 2 luglio 2018.
  7. ^ LA CAPITALE DI UNO STATO FEUDALE CALTANISSETTA NEI SECOLI XVI E XVII (PDF), su dspace.unict.it. URL consultato il 2 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2017).
  8. ^ a b c LINEE GENERALE MONCADA DI PATERNÒ, su mariomoncadadimonforte.it. URL consultato il 2 luglio 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie