Luigi Chinazzo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Luigi Chinazzo
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 162 cm
Peso 57 kg
Lotta
Specialità Lotta libera
Categoria Pesi mosca, pesi gallo
Carriera
Squadre di club
C.S. Audace Roma
Fiamme Oro
Nazionale
Bandiera dell'Italia Italia
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Mondiali 0 0 1
Giochi del Mediterraneo 0 0 1

Per maggiori dettagli vedi qui

Statistiche aggiornate al 29 ottobre 2018

Luigi Chinazzo (Pederobba, 18 luglio 193219 gennaio 2000) è stato un lottatore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Pederobba, in provincia di Treviso, nel 1932, gareggiò nella lotta libera, nelle classi di peso dei 52 kg (pesi mosca) o 57 (pesi gallo).

All'età di ventiquattro anni rappresentò l'Italia ai Giochi olimpici estivi di Melbourne 1956, nel torneo dei pesi mosca, perdendo sia il 1º che il 2º turno, rispettivamente contro il turco Hüseyin Akbaş, poi bronzo, e l'iraniano Mohamed Khojastehpour, poi argento[1].

L'anno successivo conquistò la medaglia di bronzo ai mondiali di Istanbul 1957, sempre nei 52 kg, arrivando sul podio dietro al turco Mehmet Kartal e al sovietico Mirian Calkalamanidze. Ai mondiali di Theren 1959 si classificò sesto.

L'anno successivo passò ai pesi gallo e fece la sua seconda apparizione olimpica a Roma 1960, in questa categoria di peso, vincendo 1º e 3º turno, ma non il 2º, e venendo eliminato al 4º dal bulgaro Neždet Zalev, poi argento[2].

Fu convocato ai Giochi del Mediterraneo di Napoli 1963, dove vinse il bronzo nel torneo dei pesi gallo.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Istanbul 1957: bronzo nei pesi mosca (52 kg);
Napoli 1963: : bronzo nei pesi gallo (57 kg);

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Pesi mosca Melbourne 1956, su sports-reference.com. URL consultato il 29 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2014).
  2. ^ (EN) Pesi gallo Roma 1960, su sports-reference.com. URL consultato il 29 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2009).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]