Lucio Sestio Albaniano Quirinale

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Lucio Sestio Albaniano Quirinale
Console dell'impero romano
Denario coniato da Sestio come pro quaestore di Bruto tra 44 e 42 a.C.
Nome originaleLucius Sestius Albanianus Quirinalis
Nascita73 a.C. circa
Mortedopo il 19 a.C.
GensSestia
PadrePublio Sestio
MadreAlbania
Questura44 a.C. ?
Consolato26 giugno-dicembre 23 a.C. (suffetto)
Proconsolatoprimi anni 20 a.C. in Sicilia ?
Legatus Augusti pro praetore22-19 a.C. in Spagna Ulteriore

Lucio Sestio Albaniano Quirinale (in latino Lucius Sestius Albanianus Quirinalis; 73 a.C. circa – dopo il 19 a.C.) è stato un politico e militare romano, console dell'impero.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Sotto la Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Publio Sestio, tribuno della plebe difeso con successo in un processo de vi da Cicerone con la sua Pro Sestio nel 56 a.C., e della sua prima moglie Albania, figlia del senatore Gaio Albanio[1][2], Lucio deve essere nato attorno al 73 a.C., giacché al momento del processo del padre, in cui Lucio prese parte[1] e lesse anche in pubblico documenti legati al caso[3], Cicerone lo caratterizza come praetextatus[4] con una vox puerilis[3]. La famiglia di Sestio rimase poi in ottimi rapporti con Cicerone, che undici anni dopo, nel 45 a.C., lo elogia come optimus adulescens[2].

Forse questore nel 44 a.C.[5], Sestio aderì con vigore alla causa dei cesaricidi, seguendo Bruto in tutte le sue campagne in Oriente[6], adoperandosi in una serrata ricerca di navi per Bruto testimoniata anche da Cicerone nel giugno-luglio 44 a.C.[7]. Come pro quaestore dello stesso Bruto, nel 43-42 a.C. coniò aurei, denari e quinari per la causa repubblicana[8], e inviò in qualità di magistrato agli abitanti dell'isola di Taso un'epistola conservataci tutt'oggi in frammenti[9]. Proscritto dai triumviri per aver rifiutato di tradire Bruto, Sestio venne probabilmente graziato da Ottaviano dopo la battaglia di Filippi[10]: divenne così un vigoroso sostenitore del nuovo regime dell'erede di Cesare, pur mantenendo sempre vivi, con ammirazione dello stesso Ottaviano Augusto, il ricordo e la venerazione per Bruto, di cui tenne in casa un busto anche in seguito[6][10].

Sotto Augusto[modifica | modifica wikitesto]

Sestio ricompare nelle fonti, dopo aver ipoteticamente ricoperto l'incarico di proconsole di Sicilia nei primi anni 20 a.C.[11], come console suffetto scelto esplicitamente da Augusto per sostituirlo il 26 giugno del 23 a.C., quando il princeps abdicò alla suprema carica dello stato per la prima volta dal 29 a.C.[6] Suo collega fino alla fine dell'anno fu l'altrettanto repubblicano Gneo Calpurnio Pisone[12]: la loro scelta tanto inaspettata suggerisce una grande prontezza della componente ex-repubblicana a prestare fedeltà al nuovo regime[13]. Durante il suo consolato, furono pubblicati i primi tre libri delle Odi di Orazio[14], che dedica la sua Ode I, 4 al beatus Sestio[15] forse per immortalare il momento della pubblicazione della sua opera[16]; Syme però ipotizza che Sestio vivesse una vita di otium tranquillo forse tinto di epicureismo, stabilendo così un ulteriore legame con il poeta[16]. Alcune tegole e marchi identificano Sestio come proprietario della famosa Villa di Settefinestre nell'agro Cosano, con i suoi praedia e le sue figlinae[17].

Sestio fu inviato subito dopo il suo consolato come legatus Augusti pro praetore probabilmente per tre anni dal 22 al 19 a.C. nella provincia di Hispania Ulterior, dove aiutò a sottomettere il nord-ovest del paese[18], in cui, nella zona di Capo Finisterre o del monte Aloia[19], eresse tre altari chiamati arae Sestianae dedicati ad Augusto[20]: un recente documento informa che Sestio presiedette, probabilmente tramite un legato, alla provincia Transduriana oltre il Duero, verosimilmente un'area amministrativa interna alla vera e propria provincia sotto il suo comando[21]. Dopo il suo governo provinciale, Sestio scompare dalla storia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cicerone, Pro Sestio, 3, 6.
  2. ^ a b Cicerone, ad Familiares, XIII, 8, 1.
  3. ^ a b Cicerone, Pro Sestio, 4, 10.
  4. ^ Cicerone, Pro Sestio, 69, 144.
  5. ^ T. Robert S. Broughton, The Magistrates of the Roman Republic, II, 1952, p. 326.
  6. ^ a b c Cassio Dione, Storia Romana, LIII, 32, 4.
  7. ^ Cicerone, ad Atticum, XV, 17, 2; XVI, 4, 4.
  8. ^ Michael Crawford, Roman Republican Coinage, 1974, n. 502 (1-4).
  9. ^ Robert K. Sherk, Roman documents from the Greek East: senatus consulta and epistulae to the age of Augustus, Baltimora, Johns Hopkins Press, 1969, n. 56, pp. 288-289.
  10. ^ a b Appiano, Guerre civili, IV, 6, 51.
  11. ^ Frédéric Hurlet, Le proconsul et le prince d'Auguste à Dioclétien, Bordeaux, Ausonius, 2006, p. 43 n. 92, lo propone sulla scia di altri studiosi, pur consapevole dell'impossibilità di dimostrare una tale ipotesi
  12. ^ AE 1963, 34
  13. ^ Ronald Syme, The Roman Revolution, Oxford, Clarendon Press, 1939, p. 335; idem, The Augustan aristocracy, ibidem, 1986, cap. XXVI.
  14. ^ A. Kiessling - R. Heinze, Oden und Epoden, Berlin, Vied, 1955 (8 ed.), p. 26.
  15. ^ Orazio, Odi, I, 4, 14-15: O beate Sexti, / vitae summa brevis spem nos vetat inchoare longam.
  16. ^ a b Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986, pp. 383-384.
  17. ^ CIL XV, 1445; A. Carandini (et al.), Settefinestre. Una villa schiavistica nell'Etruria Romana, 3 vol. Modena, Edizioni Panini, 1985.
  18. ^ Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986, p. 384 n. 8.
  19. ^ Ronald Syme, Roman Papers, a cura di Ernst Badian, II, Oxford, Clarendon Press, 1979, pp. 735-736 e 762.
  20. ^ Pomponio Mela, Chorographia, III, 13; Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, IV, 36, 111; Claudio Tolomeo, Geographia, II, 6, 3.
  21. ^ AE 1999, 915, su cui Géza Alföldy, Das neue Edikt des Augustus aus El Bierzo in Hispanien, in Zeitschrift für Papirologie und Epigraphik, vol. 131, 2000, pp. 177-205.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (LA) Klaus Wachtel, S 611, in Werner Eck, Matthäus Heil, Klaus Wachtel, M. Horster, A. Krieckhaus, A. Strobach (a cura di), Prosopographia Imperii Romani saec. I. II. III, VII.2, 2ª ed., Berlin - New York, De Gruyter, 2006, ISBN 978-3-11-019316-9.
  • (EN) Ronald Syme, The Roman Revolution, Oxford, Clarendon Press, 1939.
  • (EN) Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986.
Predecessore Console romano Successore
Imperatore Cesare Augusto figlio del divo XI 23 a.C. (26 giugno-dicembre) Marco Claudio Marcello Esernino
con Aulo Terenzio Varrone Murena con Gneo Calpurnio Pisone con Lucio Arrunzio