Luc-Julien-Joseph Casabianca

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Luc-Julien-Joseph Casabianca
Il capitano di vascello Casabianca
NascitaVescovato, 7 febbraio 1762
MorteAbukir, 1º agosto 1798
Dati militari
Paese servito Regno di Francia
Bandiera della FranciaPrima Repubblica francese
Forza armataMarine royale
Marine révolutionnaire française
ArmaMarina
Anni di servizio1775-1798
GradoCapitano di vascello
GuerreGuerra di indipendenza americana
Guerre rivoluzionarie francesi
Battagliebattaglia della baia di Chasepeake
Battaglia del Nilo
Comandante divascello di linea L'Orient
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Luc-Julien-Joseph Casabianca (Vescovato, 7 febbraio 1762Abukir, 1º agosto 1798) è stato un militare francese, capitano di vascello della Marina militare francese fu comandante del vascello di linea L'Orient durante la Battaglia del Nilo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Vescovato, Corsica,[1] il 7 febbraio 1762,[1] figlio del Maréchal de camp Giovan Quilico Casabianca[2] e di Cecca Colonna-Ceccaldi (vedova di Pietro Galeazzini), fratello di Jean-Francois condottiero giunto a Messina e Napoli.

 Di fronte alla scelta di intraprendere la carriera militare optò per la Marine royale, e fu ammesso all'Accademia militare nel giugno 1775, imbarcandosi sulla fregata La Gracieuse.  Promosso guardiamarina nel luglio 1778[1] e sottotenente di vascello nel novembre 1781, servì dapprima sul vascello Terrible e poi sul Zélé[1] della squadra dell'ammiraglio De Grasse, impegnata nella guerra d'Indipendenza degli Stati Uniti. Prese parte ai combattimenti di Fort Royal, il 29 aprile 1781, della baia di Chesapeake,[1] il 5 settembre dello stesso anno, e di Saint-Christophe (gennaio 1782). Durante un periodo di congedo in Corsica nel 1784 convolò a nozze con Orsola Felice Raffalli di Vescovato, unendo così le grandi famiglie del nord dell'isola. Da questa unione nacquero due figli, Faustine nel 1785 e Giocante il 24 agosto 1787 di cui egli avrà la custodia dopo il divorzio del 1794.

Tenente di vascello nel marzo 1786,[1] ritornò in Corsica nel 1789, dove aderì al movimento che portò alla fine della monarchia assoluta, e alla costituzione dapprima degli Stati Generali, poi dell'Assemblea nazionale francese,[1] e quindi dell'Assemblea nazionale costituente. Fu eletto deputato della Corsica alla Convenzione nel settembre 1792 dove aderì ai Montagnardi ed entrò nel Comitato per la Marina. Il 21 settembre 1792 votò a favore dell'abolizione della monarchia e l'instaurazione della prima repubblica e fu favorevole all'arresto[1] e alla detenzione del re[1] Luigi XVI ma, sebbene Giacobino, diede prova di opinioni moderate, e non votò a favore della condanna a morte di Luigi XVI. Promosso capitano di vascello nel gennaio 1793[1] fu Deputato al Consiglio dei cinquecento sotto il Direttorio, dove si dedicò alla riorganizzazione della Marina che lo reintegrò in servizio nel maggio 1798.[1] Nominato subito capo di divisione,[3] servì come capitano di vascello nella squadra del Mediterraneo. Divenne aiutante di bandiera dell'ammiraglio Brueys, e comandante del vascello a treponti da 120 cannoni L'Orient,[1] durante la spedizione in Egitto. Durante la navigazione la nave fece scalo a Bastia il tempo necessario ad imbarcare il giovane figlio di undici anni.[4]

Bonaparte sul ponte dell’Orient discute con alcuni ufficiali della spedizione in Egitto. La nave ammiraglia imbarcava tutto lo stato maggiore del corpo di spedizione.

Durante la battaglia del Nilo, il 1º agosto 1798, compì prodigi di valore, ma perì nell'esplosione della nave. Il vascello, infatti, prese fuoco a causa dell'imprudente verniciatura ordinata dall'ammiraglio quello stesso mattino.[5] La vernice fresca si incendiò a causa del calore emanato dalle esplosioni, dando luogo ad un incontrollabile incendio[5] che raggiunse la santabarbara del vascello.[5] L'esplosione fu così potente che fu udita fino al Il Cairo.[6] Suo figlio Giocante, un ragazzo di undici anni, rifiutò di mettersi in salvo e preferì perire con suo padre.[7] Il vascello si inabissò portando con sé l'ammiraglio Brueys, il capitano Casabianca, e quasi mille uomini del suo equipaggio.[8]

Navi con il suo nome[modifica | modifica wikitesto]

  • una djerme, veliero armato sul Nilo (1798)
  • un avviso a ruote (1859-1877).
  • un avviso-torpediniere classe d'Iberville (1895-1915)
  • un sommergibile classe Redoutable (1936-1952)
  • un cacciatorpediniere di squadra Classe T 47 (1954-1983)
  • un sottomarino d'attacco nucleare Classe Rubis (1984-)

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

La poetessa Felicia Hemans ha fatto della morte di Giocante Casabianca l'argomento di una sua poesia, Casabianca, che è divenuta un classico della letteratura americana, studiata nelle classi primarie anglosassoni.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l Callo, Wilson 2004, p. 59.
  2. ^ Che ebbe un ruolo importante nella storia della Corsica.
  3. ^ Fremont-Barnes 2011, p. 59.
  4. ^ Prima di imbarcarsi il bambino baciò la madre, che non lo rivide mai più.
  5. ^ a b c Fremont-Barnes 2011, p. 226.
  6. ^ Secondo alcune voci circolate all'epoca era stato Casabianca, alla morte dell'ammiraglio Brueys, ad incendiare la nave per non consegnarla agli inglesi.
  7. ^ Secondo alcune fonti il padre aveva ordinato al ragazzo di non muoversi dal suo posto fino a che egli non fosse andato a prenderlo, ma ferito alla testa era stato impossibilitato a farlo, e il giovane Casabianca, seppur sollecitato, aveva rifiutato di abbandonare il proprio posto perendo nell'esplosione della nave.
  8. ^ Donolo 2012, p. 113 , i superstiti salvati dalle navi inglesi furono all'incirca settanta, su un equipaggio di 1.010 uomini.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Joseph F. Callo, Alastair Wilson, Who's Who in Naval History: From 1550 to the present, Abingdon, Routledge, 2004, ISBN 0-203-01351-4.
  • Luigi Donolo, Il Mediterraneo nell'Età delle rivoluzioni 1789-1849, Pisa, Pisa University Press, 2012, ISBN 978-88-6741-004-0.
  • (EN) Gregory Fremont-Barnes, Nile 1798. Nelson's first great victory, Botley, Oxford, Osprey Publishing Midland House, 2011, ISBN 978-1-84603-580-7.
  • (EN) August Konstam, Horatio Nelson: Leadership - Strategy - Conflict, Botley, Oxford, Osprey Publishing Midland House, 2011, ISBN 1-84908-495-5.
  • (FR) Charles Mullié, Biographie des célébrités militaires des armées de terre et de mer de 1789 à 1850. Tomo I, Paris, Poignavant et Comp., Éditeurs, 1852.
  • (FR) Stefano Egidio Petronj, Joseph Lavallée, Actions navales de la Gran Bretagne, depuis Alfred le Grand jusqu'a nos jours, London, Schulze et Dean, 1815.
  • (FR) Charles Rouvier, Histoire des Marins Francaise sous la Republique (1789-1803), Paris, Arthus Bertrand Editeur, 1868.
  • (FR) Société des Militaires, Victoires, conquêtes, désastres, revers et guerres civiles des Français. Tomo XV, Paris, Imprimerie C.L.F. Panckoucke, 1830.
  • (FR) Jean Marc (a cura di) Van Hille, Dictionnaire des marins francs-maçons, gens de mer et professions connexe, Nantes, Le Phare de Misaine, 1868.

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuliano Da frè, Il vallo di legno, in RID-Rivista Italiana Difesa Storia, ottobre 2005, pp. 82-97.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]