Loyada

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Loyada
città
لويادا
Loyada – Veduta
Loyada – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera di Gibuti Gibuti
RegioneArta
Territorio
Coordinate11°28′00″N 43°14′45″E / 11.466667°N 43.245833°E11.466667; 43.245833 (Loyada)
Altitudinem s.l.m.
Abitanti1 646 (2012)
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+3
Cartografia
Mappa di localizzazione: Gibuti
Loyada
Loyada

Loyada, in arabo لويادا, è una città dello Stato africano di Gibuti, amministrativamente parte della Regione di Arta e situata nella parte sud-est del paese al confine con la Somalia; la città si trova sulla sponda meridionale del golfo di Tagiura dove questo si apre sul golfo di Aden, e ospita l'unico valico di frontiera ufficialmente aperto tra Gibuti e la Somalia (dal 1991 tra Gibuti e Somaliland, dopo l'unilaterale e non riconosciuta proclamazione di indipendenza della regione).

Al 2012 la città aveva una popolazione di 1.646 abitanti[1], principalmente facenti parte del gruppo etnico degli Issa.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della città deriva dalle parola afar Lē-ʿádu o Lē-ʿadó, ovvero "bianco luogo di irrigazione", reso in somalo come Loowyaʿádde ("con bianchi vitelli") per cacografia; le autorità coloniali francesi cartografarono la città come "Loyada", mentre la pronuncia in somalo standard è "Lawya caddo"[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Piccolo centro abitato parte del Sultanato di Ifat e del Sultanato di Adal durante l'epoca medioevale, Loyada divenne parte del possedimento francese della Somalia francese o "Costa francese dei somali" nel 1888, quando Francia e Regno Unito si accordarono per definire il confine tra la colonia francese e quella britannica della Somalia Britannica tracciando appunto una linea retta da Loyada fino a Jaldessa nell'interno più a sud.

Unico valico di frontiera aperto tra la colonia e la vicina Somalia (indipendente dal luglio del 1960), il 3 febbraio 1976 un gruppo di militanti del Fronte di Liberazione della Costa dei Somali o FLCS tentò di forzare il posto di controllo di Loyada provenendo da Gibuti a bordo di uno scuolabus dirottato carico di bambini, figli della locale guarnigione francese; lo scuolabus fu bloccato nella striscia neutrale tra le due frontiere e il giorno dopo assaltato da contingenti della Legione straniera francese e della Gendarmerie nationale: nello scontro tutti e sette i dirottatori furono uccisi come pure due dei bambini presi in ostaggio[3].

Nel corso dei primi anni 1990 si verificarono vari scontri a fuoco davanti a Loyada dal lato somalo del confine, parte della più ampia guerra civile somala; il valico di frontiera fu più volte chiuso a partire dal 1999 per contrasti politici tra le autorità gibutiane e quelle della neo-proclamata repubblica del Somaliland, ma nel 2002, con l'elezione di Dahir Riyale Kahin e la normalizzazione dei rapporti tra le due nazioni, venne raggiunto un accordo per la riapertura della frontiera[4]. L'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha aperto a Loyada un centro di assistenza per i rifugiati in fuga dalla Somalia[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ City (Town) Loyada, su tiptopglobe.com. URL consultato l'11 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
  2. ^ Didier Morin, Poésie traditionnelle des Afars, Société d'études linguistiques et anthropologiques de France, Parigi, Peeters, 1997, p. 16 e nota 1. ISBN 9782877233637.
  3. ^ Wayne Braby, Martin Windrow, Paracadutisti della Legione straniera francese, Osprey Publishing, 1999, p. 29. ISBN 84-8372-018-3.
  4. ^ Africa South of the Sahara 200, Londra, Europa, 2003, p. 360.
  5. ^ Djibouti, su unhcr.org. URL consultato l'11 ottobre 2014.

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