Lois Anvidalfarei

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La firma di Anvidalfarei sul monumento a Friedrich Gulda di Vienna

Lois Anvidalfarei (Badia, 26 gennaio 1962) è uno scultore italiano, di madrelingua ladina.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il diploma all'istituto d'arte di Ortisei, Anvidalfarei si è perfezionato all'Akademie der bildenden Künste Wien di Vienna, sotto la guida dello scultore greco-austriaco Joannis Avramidis.

Le sue sculture, perlopiù in bronzo, si caratterizzano per una marcata presenza fisica delle figure rappresentate, spesso ritratte nude e come fluttuanti. Queste caratteristiche delle sue opere hanno più volte acceso la polemica da parte della Chiesa, in particolare di quella altoatesina: una prima volta nel 2003, quando il suo Figliol prodigo, collocato in un parco nel centro della città di Bolzano (parco pubblico, ma di proprietà dell'ordine dei Cappuccini), fu ritenuto inadatto dal padre provinciale dell'ordine e spostato nel confinante cortile della Scuola provinciale per le professioni sociali[1], mentre un'altra polemica la suscitò un gruppo di statue, in particolare quella rappresentante Adamo, rappresentato nudo, esposto ad Ortisei nell'estate del 2008: le pressioni del parroco del paese costrinsero il comune ad accorciare la durata della mostra (che sarebbe dovuta durare fino al 12 ottobre 2008), di modo che fosse smantellata prima della tradizionale processione del 5 ottobre[2].

Sue opere pubbliche si trovano in Italia (soprattutto in provincia di Bolzano), Austria (ad Innsbruck ha realizzato le opere della cappella della clinica universitaria, mentre opere si trovano a Vienna, Hörbranz e Bezau), Polonia (ad Oświęcim), Germania (Monaco di Baviera)[3].

Numerosissime poi sono le mostre personali e collettive, in diversi paesi europei (Italia, Austria, Germania e Belgio). Ha esposto anche alla LIV Biennale d'arte di Venezia nel 2011[4] ed al MACRO Testaccio[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Statua contestata, nota dell'assessore Mussner, su wai.provinz.bz.it, Ufficio stampa della Provincia autonoma di Bolzano, 28 agosto 2003. URL consultato il 18 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2012).
  2. ^ Bolzano toglie le statue «oscene», su corriere.it, www.corriere.it, 18 agosto 2008. URL consultato il 18 agosto 2008.
  3. ^ Lavori pubblici, su loisanvidalfarei.it. URL consultato il 12 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2013).
  4. ^ Severino Perelda, Biennale di Venezia: Lois Anvidalfarei al Padiglione Italia, su altoadige.it, 3 giugno 2011. URL consultato il 22 gennaio 2019.
  5. ^ Le sculture di Lois Anvidalfarei esposte al Macro di Roma [collegamento interrotto], su altoadige.it, 14 novembre 2013. URL consultato il 22 gennaio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (ITDEEN) Sito ufficiale, su loisanvidalfarei.it.
  • Bibliografia scelta, su loisanvidalfarei.it. URL consultato il 18 agosto 2008 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2008).
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