Lycopodium clavatum

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Licopodio officinale
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Divisione Lycopodiophyta
Classe Lycopodiopsida
Ordine Lycopodiales
Famiglia Lycopodiaceae
Genere Lycopodium
Specie L. clavatum
Nomenclatura binomiale
Lycopodium clavatum
L., 1753

Il licopodio officinale (Lycopodium clavatum L., 1753) è una pianta erbacea della famiglia delle Lycopodiaceae.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Pianta erbacea perenne a foglie sparse, filamentosa, a caule strisciante che può superare il metro di diametro. Dal caule s'innalzano rametti lunghi un centimetro, terminati da due spighe appaiate cilindriche, che portano nell'interno uno sporangio. Questo contiene spore di colore giallo pallido, morfologicamente identiche (isospore) di circa 30 µm di diametro.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La pianta si trova nelle zone montane dell'Asia e dell'Europa, nei boschi asciutti.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Si utilizzano le spore, che si presentano come una polvere di colore giallo-marrone, inodore e insapore, chiamata polvere di licopodio. In farmacia veniva adoperata per tisane, con virtù diuretica e lassativa o per uso esterno come detergente curativo delle affezioni cutanee. Viene ancora usata in omeopatia. Non sono ben conosciuti i suoi principi attivi e la presenza di alcaloidi la rende leggermente tossica. Per le sue proprietà idrofobe e infiammabili viene usata per la realizzazione di fuochi o finte esplosioni. Storicamente, veniva utilizzata come polvere per i flash delle macchine fotografiche.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Lycopodium clavatum L., su www-biol.paisley.ac.uk. URL consultato il 27 giugno 2008 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2007).
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