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Libertà dal bisogno, dalla miseria

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Libertà dal bisogno, dalla miseria (1943) del pittore Norman Rockwell

La libertà dal bisogno, dalla miseria, ovvero il diritto a un adeguato standard di vita è uno dei diritti umani fondamentali. Esso fa parte della Dichiarazione universale dei diritti umani che fu accettata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.[1]

Il predecessore di questo diritto, la libertà dal bisogno, dalla miseria, è una delle Quattro libertà di cui il Presidente americano, Franklin D. Roosevelt, parlò nel suo discorso sullo stato dell’Unione il 6 gennaio 1941.

Secondo Roosevelt si tratta di un diritto che dovrebbe essere riconosciuto a ognuno in tutto il mondo. Roosevelt descrisse il "suo" terzo diritto come segue:[2][3]

(inglese)
«The third is freedom from want which, translated into world terms, means economic understandings which will secure to every nation a healthy peacetime life for its inhabitants, everywhere in the world.»
(italiano)
«Il terzo è la libertà dal bisogno che, tradotta in termini internazionali, significa comprensione economica che assicuri a ogni nazione una salutare vita di pace per i suoi abitanti, dappertutto nel mondo.»

Proclamazione

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Il diritto in questione fu proclamato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948, in questi termini:

(inglese)
«Everyone has the right to a standard of living adequate for the health and well-being of him/herself and of his/her family, including food, clothing, housing and medical care and necessary social services, and the right to security in the event of unemployment, sickness, disability, widowhood, old age or other lack of livelihood in circumstances beyond his/her control.»
(italiano)
«Ognuno ha il diritto a uno standard di vita adeguato per la sua salute e il benessere per lui/lei e per la sua famiglia, compresi il diritto al cibo, al vestiario, alla casa e alle cure mediche e ai necessari servizi sociali, e il diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, disabilità, vedovanza, anzianità e altre carenze in circostanze oltre il suo controllo»

Inoltre questo principio è stato scritto, con valore cogente per gli Stati aderenti, nell'articolo 11 della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite.

Filosofia politica

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Per Vittorio Foa questo diritto rinvia ad una "condizione materiale": lo stato di bisogno, il quale, pregiudicando la pienezza dell'esplicazione della natura umana, rende precarie anche le altre libertà[4]. In tal senso, l'azione positiva dei poteri pubblici mira a riequilibrare il rapporto individuo-società, conseguendo un'uguaglianza sostanziale che è premessa per far entrare l'intera collettività nella vita pubblica: l'assistenza, ad esempio, «diventa espressione di una solidarietà collettiva finalizzata a che ognuno sia libero da situazioni di bisogno, convenzionalmente individuate nel mancato possesso di redditi propri superiori ai limiti previsti dalla legge»[5].