Gelatina di maiale

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Gelatina di maiale
Gelatina di Maiale al dettaglio
Origini
Luogo d'origineBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
Dettagli
Categoriasecondo piatto
RiconoscimentoP.A.T.

La gelatina di maiale o in siciliano lijatina[1] ma anche zuzzu[2] è un piatto tipico della cucina siciliana, diffuso in varie provincie orientali dell'isola, ottenuto dai residui della lavorazione del maiale.[3]

Si tratta di un prodotto tradizionale siciliano inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf).[4]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Viene preparato utilizzando le parti povere del maiale, come la cotenna, zampe, testina, coda, lingua ed orecchie.

La carne viene fatta lessare per alcune ore in acqua salata con foglie di alloro. Dopodiché viene separata dal brodo, disossata e tagliata a tocchi medi. Al brodo viene quindi aggiunto limone e aceto e fatto bollire ancora per mezz'ora. La carne viene disposta in piccole ciotole, ricoperta dal brodo. Si aggiungono quindi le spezie, come pepe, peperoncino, paprica (anche se nella ricetta originale non era prevista) e alcune foglie di alloro. Le ciotole vengono lasciate a riposo in un ambiente fresco per una notte: la gelatina ottenuta si consuma fredda e può essere conservata per alcuni giorni.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Variante metatetica della originaria jilatina
  2. ^ o nella altre varianti dialettali della lingua siciliana: suzzu, susu, zozzu (quest'ultima, in qualità di aggettivo, è riferita principalmente alle persone, piuttosto che all'alimento). Tutte le varianti discendono in ogni caso dal latino sūcidus con il significato proprio di “succoso, fresco, carnoso, oleoso, grasso”.
  3. ^ a b Vedi scheda da lasiciliainrete.it Archiviato il 3 novembre 2012 in Internet Archive.
  4. ^ Vedi elenco prodotti agroalimentari tradizionali sul sito del Mipaaf

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • "Dizionario delle cucine regionali italiane" a cura di Paola Gho, 2008, Bra (CN), Slow Food Editore

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]