Le tre Grazie (Pradier)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Le tre Grazie
AutoreJames Pradier
Data1831
Materialemarmo di Carrara
Dimensioni1,72×1,02 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

Le tre Grazie (Les Trois Grâces) è un gruppo scultoreo neoclassico in marmo di Carrara dello scultore francese di origine svizzera James Pradier.[1] L'opera venne realizzata nel 1831 e oggi è conservata al museo del Louvre di Parigi.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Jean-Jacques Pradier, detto James, scolpì un modello in gesso nel 1825 circa.[2] Il gruppo scultoreo neoclassico venne esposto al Salone di Parigi del 1831 e venne elogiato dalla critica.[3] L'opera venne acquistata dal ministero della Casa del Re il 27 settembre 1831 e pagata il 24 ottobre 1831. Fu grazie a quest'opera che Pradier ricevette la Legion d'onore.[4] Il gruppo scultoreo rimase nel museo del castello di Versailles fino al maggio del 1928, quando venne trasferito al museo del Louvre.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Vista posteriore.

Quest'opera riprende il tema iconografico delle Grazie, le figlie di Zeus ed Eurinome. In epoca neoclassica, questo soggetto era già stato ripreso dallo scultore italiano Antonio Canova e da quello danese Alberto Thorvaldsen.[3] Le tre donne (Aglaia, Eufrosine e Talia) sono raffigurate in piedi, l'una accanto all'altra, e hanno lo sguardo perso nel vuoto.[5] Stanche dopo aver probabilmente danzato, le Grazie cercano di riposarsi stando nella posa più comoda.[4]

Tutte rivolgono il proprio corpo verso lo spettatore, senza dargli le spalle, a differenza della maggior parte dei quadri e delle statue sul tema realizzate in precedenza.[6] La Grazia al centro poggia il proprio piede su un cofanetto pieno di gioielli,[7] mentre le altre due reggono una ghirlanda di fiori. Nel gruppo si nota l'abilità minuziosa dell'artista nel saper realizzare i dettagli in modo realistico.[8]

Il fascino della composizione e la morbidezza dell'esecuzione accomunano questo gruppo a quelli realizzati dal Canova e dal Thorvaldsen.[9] Rispetto al gruppo canoviano, il gruppo di Pradier è più idealizzato al fine di rendere più divine le tre dee. Inoltre, sembra che i corpi delle Grazie di Pradier si offrano senza pudore agli osservatori, in quanto le tre donne non si vergognano della loro nudità totale: infatti, la caratteristica principale di queste dee è la purezza e il pudore sta solo nell'occhio dell'osservatore.[10]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Correspondance, Librairie Droz, ISBN 978-2-600-03603-0. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  2. ^ a b c (FR) James Pradier e France, Les Trois Grâces, 1831. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  3. ^ a b (FR) Revue suisse, 1852. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  4. ^ a b (FR) Bibliothèque universelle de Genéve, A. Cherbuliez, 1838, p. 284. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  5. ^ Le Grazie nella scultura Neoclassica di Canova e Thorvaldsen, su Idee Folli, 11 gennaio 2022. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  6. ^ Le tre Grazie nell'arte, su IL SENSO DEL BELLO, 18 settembre 2017. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  7. ^ Pietro Gaietto, Erotismo e religione, Lulu.com, 2016-10, ISBN 978-1-326-64956-2. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  8. ^ (FR) Revue des deux mondes, Au Bureau de la Revue des deux mondes, 1852. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  9. ^ (FR) Portraits d'artistes peintres et sculpteurs par Gustave Planche: 2, Michel Lévy frères, 1853. URL consultato il 28 febbraio 2022.
  10. ^ Le tre Grazie, su McArte, 13 agosto 2019. URL consultato il 28 febbraio 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bibliothèque universelle de Genéve, A. Cherbuliez, 1838.
  • Portraits d'artistes peintres et sculpteurs par Gustave Planche: 2, Michel Lévy frères, 1853.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Scultura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di scultura