Lavoro invisibile

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Il lavoro invisibile è il lavoro svolto delle persone che non è valutato o è sottovalutato e che spesso è privo di riconoscimento nonostante il suo ruolo essenziale nel sostenere il funzionamento dei luoghi di lavoro, delle famiglie, dei team, delle organizzazioni[1] e della società. Si tratta spesso di lavoro non contrattualizzatostipendiato, o comunque privo di un adeguato riconoscimento professionale, e spesso svolto in casa.[2] Il termine è stato coniato da Arlene Kaplan Daniels negli anni ottanta.[3][4] Il concetto filosofico, sociologico ed economico di "lavoro invisibile" è stato applicato ad accademici,[5] scienziati,[6] camerieri,[7] segretarie[8] e casalighe,[9] che si assumono la maggior parte del lavoro invisibile in termini di pulizia, pianificazione e organizzazione.[9] Anche quando le donne hanno un impiego, sono comunque responsabili della maggior parte del lavoro invisibile.[10] Ciò ha un impatto sul benessere mentale, fisico e psicologico di coloro che svolgono lavori invisibili,[11] riflettendo le dinamiche di potere in corso e gli squilibri di genere tra coloro il cui lavoro "conta" e coloro il cui lavoro rimane "invisibile".[12][13] Il concetto continua a influenzare il discorso pubblico attraverso libri e film.[14]

  1. ^ Emily Hodgson Anderson, Invisible Labor, Invisible Hands, su Los Angeles Review of Books, 16 aprile 2022. URL consultato il 20 settembre 2024.
  2. ^ Lavoro invisibile: di cosa parliamo?, su Terzo Millennio. URL consultato il 21 settembre 2024.
  3. ^ (EN) Erin Hatton, Mechanisms of invisibility: rethinking the concept of invisible work, in Work, Employment and Society, vol. 31, n. 2, aprile 2017, pp. 336–351, DOI:10.1177/0950017016674894, ISSN 0950-0170 (WC · ACNP).
  4. ^ Arlene Kaplan Daniels, Invisible Work, in Social Problems, vol. 34, n. 5, dicembre 1987, pp. 403–415, DOI:10.2307/800538.
  5. ^ (EN) Hava Rachel Gordon, Kate Willink e Keeley Hunter, Invisible labor and the associate professor: Identity and workload inequity., in Journal of Diversity in Higher Education, vol. 17, n. 3, giugno 2024, pp. 285–296, DOI:10.1037/dhe0000414, ISSN 1938-8934 (WC · ACNP).
  6. ^ Jenny Bangham, Xan Chacko e Kaplan (a cura di), Invisible labour in modern science, Global epistemics, Lanham Boulder New York London, Rowman & Littlefield, 2022, ISBN 978-1-5381-5995-8.
  7. ^ Marion G. Crain, Winifred Rebecca Poster e Miriam A. Cherry, Invisible labor: hidden work in the contemporary world, University of California press, 2016, ISBN 978-0-520-28640-5.
  8. ^ (EN) Mary Wichroski, The Secretary: Invisible Labor in the Workworld of Women, in Human Organization, vol. 53, n. 1, marzo 1994, pp. 33–41, DOI:10.17730/humo.53.1.a1205g53j7334631, ISSN 0018-7259 (WC · ACNP).
  9. ^ a b (EN) Lucia Ciciolla e Suniya S. Luthar, Invisible Household Labor and Ramifications for Adjustment: Mothers as Captains of Households, in Sex Roles, vol. 81, n. 7-8, ottobre 2019, pp. 467–486, DOI:10.1007/s11199-018-1001-x, ISSN 0360-0025 (WC · ACNP), PMC 8223758, PMID 34177072.
  10. ^ (EN) Natasha Piñon, Invisible labor is real, and it hurts: What you need to know, su Mashable, 11 settembre 2020. URL consultato il 20 settembre 2024.
  11. ^ (EN) Kimberlee D’Ardenne, Invisible labor can negatively impact well-being in mothers, su ASU News. URL consultato il 20 settembre 2024.
  12. ^ (EN) S. Mitra Kalita, How to End the Unfairness of Invisible Work, su Time, 26 settembre 2023. URL consultato il 20 settembre 2024.
  13. ^ (EN) Eve Rodsky, 5 Things to Know About Invisible Labor, su Optum. URL consultato il 20 settembre 2024.
  14. ^ Natalia Winkelman, 'Fair Play' Review: Casting a Floodlight on Invisible Labor, in New York Times, 7 luglio 2022. URL consultato il 20 settembre 2024.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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