Laudato si'

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Laudato si'
Lettera enciclica
Stemma di Papa Francesco
Pontefice Papa Francesco
Data 24 maggio 2015
Anno di pontificato III
Argomenti trattati Ambiente ed ecologia
Numero di pagine 240
Enciclica papale nº II di III
Enciclica precedente Lumen fidei
Enciclica successiva Fratelli tutti

Laudato si' è la seconda enciclica di papa Francesco scritta nel suo terzo anno di pontificato. Benché porti la data del 24 maggio 2015, solennità di Pentecoste, il testo è stato reso pubblico solo il 18 giugno successivo. Il nome Laudato si' deriva dal Cantico delle Creature di San Francesco, che loda il Signore per le sue meravigliose creature.

L'argomento principale trattato è l'interconnessione tra crisi ambientale della Terra e crisi sociale dell'umanità, ossia l'ecologia integrale. Papa Francesco ha precisato infatti che "non si tratta di un'enciclica verde ma di un'enciclica sociale".[1]

In concomitanza con la presentazione dell'enciclica, papa Francesco ha istituito la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato.[2]

Titolo[modifica | modifica wikitesto]

L'enciclica, come è tipico nei testi pontifici, prende il nome dall'Incipit. Il titolo e le parole di apertura dell'enciclica sono tratte dal Cantico di San Francesco d'Assisi, il più antico testo poetico in lingua italiana di cui si conosca l'autore:

(IT)

«Laudato si, mi Signore, cum tucte le creature tue»

(IT)

«Laudato sii, mi' Signore, con tutte le tue creature»

Papa Francesco ha scritto nell'enciclica di aver scelto il nome del santo di Assisi perché è «l'esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità.» (LS 10)

Contenuto[modifica | modifica wikitesto]

L'enciclica si compone di un'introduzione e di sei capitoli.

Introduzione[modifica | modifica wikitesto]

Nell'introduzione, quindi il papa ricorda l'insegnamento dei suoi predecessori (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) sulla questione del rapporto dell'umanità con la creazione, richiama gli interventi in materia del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, e la figura di san Francesco di Assisi. Il pontefice conclude questa introduzione con un appello personale per la "ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale"[3], sottolineando che «...abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti».[4]

Fin dalle prime righe[5], Papa Francesco indica che la crisi ecologica è «...una conseguenza drammatica dell'attività incontrollata dell'essere umano» e che «...attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione». Indica l'«...urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell'umanità», perché, ha detto, senza un «...autentico progresso sociale e morale...» la crescita economica e il progresso tecnologico più prodigioso possono ripercuotersi contro l'uomo. Per questi motivi, il papa richiama l'uomo a una "conversione ecologica globale", a "un'autentica ecologia umana"[6], a «...un'ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità»[7], a «...eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell'economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell'ambiente»[8].

L'introduzione termina con un forte invito a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti: «Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode»[9]; «...tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità»[4].

I - Quello che sta accadendo alla nostra casa[modifica | modifica wikitesto]

«In primo luogo, farò un breve percorso attraverso vari aspetti dell’attuale crisi ecologica allo scopo di assumere i migliori frutti della ricerca scientifica oggi disponibile, lasciarcene toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale che segue.»

In questo primo capitolo, il Papa traccia un quadro dei mali di cui soffre la terra. Sottolinea nel suo preambolo che se «...il cambiamento è qualcosa di auspicabile, diventa preoccupante quando si muta in deterioramento del mondo e della qualità della vita di gran parte dell'umanità».[10] E aggiunge che «...l'obiettivo [di questa prima parte] non è di raccogliere informazioni o saziare la nostra curiosità, ma di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare».[11]

In questo capitolo il pontefice affronta i seguenti argomenti:

  1. inquinamento e cambiamenti climatici
  2. la questione dell'acqua
  3. perdita di biodiversità
  4. deterioramento della qualità della vita umana e degradazione sociale
  5. inequità planetaria
  6. la debolezza delle reazioni
  7. diversità di opinioni.

II - Il vangelo della creazione[modifica | modifica wikitesto]

«A partire da questa panoramica, riprenderò alcune argomentazioni che scaturiscono dalla tradizione giudeo-cristiana, al fine di dare maggiore coerenza al nostro impegno per l’ambiente.»

In questo secondo capitolo, Papa Francesco affronta i temi ambientali ed ecologici a partire dai testi scritturistici della tradizione ebreo-cristiana, ossia dalla Bibbia. Benché l'enciclica si rivolga a tutti, dunque anche a coloro che ritengono la fede irrilevante o irrazionale, oppure una "sottocultura che dev'essere semplicemente tollerata", per il papa «...la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe».[12]

In questo capitolo, sono affrontati i seguenti argomenti:

  1. la luce che la fede offre
  2. la sapienza dei racconti biblici
  3. il mistero dell'universo
  4. il messaggio di ogni creatura nell'armonia di tutto il creato
  5. una comunione universale
  6. la destinazione comune dei beni
  7. lo sguardo di Gesù.

III - La radice umana della crisi ecologica[modifica | modifica wikitesto]

«Poi proverò ad arrivare alle radici della situazione attuale, in modo da coglierne non solo i sintomi ma anche le cause più profonde.»

In questo terzo capitolo, il pontefice affronta, secondo il suo punto di vista, le cause profonde della crisi ecologica e ambientale del nostro tempo, alla luce del "paradigma tecnocratico dominante", ossia la tendenza «...a credere che "ogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso, accrescimento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza vitale, di pienezza di valori", come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell'economia».[13]

Il capitolo si compone di tre sezioni:

  1. la tecnologia: creatività e potere
  2. la globalizzazione del paradigma tecnocratico
  3. crisi e conseguenze dell'antropocentrismo moderno.

IV - Un'ecologia integrale[modifica | modifica wikitesto]

«Così potremo proporre un’ecologia che, nelle sue diverse dimensioni, integri il posto specifico che l'essere umano occupa in questo mondo e le sue relazioni con la realtà che lo circonda.»

Dopo la disamina sulla situazione attuale e sulle cause della crisi ecologica e ambientale, papa Francesco affronta la parte propositiva della sua enciclica, alla luce di un' "ecologia integrale", di un'ecologia cioè che parta dal convincimento che l'uomo è parte integrante della natura e dell'ambiente in cui vive: «Quando parliamo di "ambiente" facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati».[14] Per questo motivo, un'ecologia che sia veramente "integrale" deve comprendere «...chiaramente le dimensioni umane e sociali»[15] considerate non separatamente, ma nelle loro interazioni[14]: in tal senso si può parlare di una ecologia sociale»[16].

Il capitolo comprende le seguenti sezioni:

  1. ecologia ambientale, economica e sociale
  2. ecologia culturale
  3. ecologia della vita quotidiana
  4. il principio del bene comune
  5. la giustizia tra le generazioni.

V - Alcune linee di orientamento e di azione[modifica | modifica wikitesto]

«Alla luce di tale riflessione vorrei fare un passo avanti in alcune ampie linee di dialogo e di azione che coinvolgano sia ognuno di noi, sia la politica internazionale.»

Papa Francesco non si limita ad enunciare dei principi, ma suggerisce anche alcune linee di orientamento e di azione, intese come "grandi percorsi di dialogo che ci aiutino ad uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando".[17] Sono cinque i percorsi indicati dal pontefice:

  1. il dialogo sull'ambiente nella politica internazionale
  2. il dialogo verso nuove politiche nazionali e locali
  3. dialogo e trasparenza nei processi decisionali
  4. politica ed economia in dialogo per la pienezza umana
  5. le religioni nel dialogo con le scienze.

VI - Educazione e spiritualità ecologica[modifica | modifica wikitesto]

«Infine, poiché sono convinto che ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo, proporrò alcune linee di maturazione umana ispirate al tesoro dell'esperienza spirituale cristiana.»

Nell'ultimo capitolo, il pontefice suggerisce alcune riflessioni per "riorientare la propria rotta", per cambiare quell'umanità a cui manca «..la coscienza di un'origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti». Per questo motivo è necessaria un'educazione e una spiritualità ecologica, per lo «...sviluppo di nuove convinzioni, nuovi atteggiamenti e stili di vita».[18]

Il capitolo si compone di nove sezioni:

  1. puntare su un altro stile di vita
  2. educare all'alleanza tra l'umanità e l'ambiente
  3. la conversione ecologica
  4. gioia e pace
  5. amore civile e politico
  6. i segni sacramentali e il riposo celebrativo
  7. la Trinità e la relazione tra le creature
  8. la Regina di tutto il creato
  9. al di là del sole.

Conclusione[modifica | modifica wikitesto]

Il Papa conclude la sua enciclica con due preghiere, «...una che possiamo condividere tutti quanti crediamo in un Dio creatore onnipotente, e un'altra affinché noi cristiani sappiamo assumere gli impegni verso il creato che il Vangelo di Gesù ci propone».[19]

Opinioni[modifica | modifica wikitesto]

Hans Joachim "John" Schellnhuber direttore fondatore dell'Istituto di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico (PIK) e presidente del Consiglio consultivo tedesco sul cambiamento globale (WBGU).[20][21]

Nella cultura italiana[modifica | modifica wikitesto]

Ampia eco nella stampa, come era facilmente prevedibile, hanno suscitato le prese di posizione sull'ecologia di papa Francesco. Anna Madia scrive il 18 giugno 2015:

«... l'enciclica dedicata all'ecologia [...] si trovano alcuni comandamenti destinati a sensibilizzare tutti al rispetto dell'ambiente.»

La stessa individua alcuni temi forti del messaggio ecologista del Papa quali il rifiuto dei potenti e dell'indifferenza, lotta all'inquinamento, alla povertà e alle iniquità. La lotta alla privatizzazione dell'acqua, e alla difesa della biodiversità con la condanna dei cereali transgenici e della vivisezione. La difesa della cultura come valore fondante.

Piero Schiavazzi scrive il 20 giugno 2015:

«L'enciclica tocca le corde dell'anima e dei sensi, dell'intelletto e dell’istinto, declinando le diverse variazioni sul tema e muovendo dall'assunto che società e ambiente, natura e storia si degradano, e gridano, ...
...enciclica verde dal cuore rosso, in grado di colmare e nutrire, a sinistra, il vuoto ideologico ...»

Più avanti nell'articolo il giornalista scrive che il Papa si è servito del decisivo contributo di Peter Turkson, ministro delle politiche sociali del Vaticano, di Hans Joachim Schellnhuber, dell'Accademia Pontificia delle Scienze e di John Zizioulas, teologo del Patriarcato di Costantinopoli; ciò per rendere intellegibile ad ogni cultura e persona il suo ragionamento pedagogico nonché per "prevenire" le possibili critiche di tipo capitalista o ex socialista, che l'enciclica inevitabilmente potrebbe sollevare.[23] Ancora:

«Frontale e senza frontiere, altresì, l'affondo all'indirizzo delle superpotenze, accomunate nell'equazione, inquietante e inquinante, tra potenza e incoscienza, ...
... l'asse Washington - Pechino ... diversamente dalla guerra fredda, che immobilizzava e congelava, ma in fondo conservava il mondo in freezer, impedendogli di sprigionare la propria energia, la guerra commerciale lo surriscalda, lo spoglia e lo squaglia, materialmente.
... Se dalle pagine dell'enciclica Bergoglio teorizza una "rivoluzione culturale" a lungo termine, nell'agenda dei viaggi organizza la resistenza immediata.»

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, intervistato dice:[24]

«... il Santo Padre non punta il dito solo contro i potentati finanziari. Solletica tutti noi nelle piccole cose ad avere stili di vita più sobri e virtuosi ed occuparci delle incidenze nell'ambiente ma anche nei rapporti interpersonali. Lui parla in modo semplice e solo apparentemente lieve ma dicendo cose pesantissime.
[24]»

Il patriarca ortodosso metropolita di Pergamo John Zizioulas presenta l'enciclica Laudato si' alla conferenza stampa al Vaticano

Francesco Paolo Mancini il 21 giugno 2015 scrive un editoriale dal titolo:

«Laudato si, la tenerezza di Francesco spaventa i potenti
L'enciclica Laudato si' di Papa Francesco è molto più di una lettera pastorale sull'Ambiente: è un grandioso affresco sul mondo, nel quale la scienza, l'economia, i problemi sociali, l'agire umano e la politica non sono più a sé stanti o predominanti ma convivono nella "casa comune" che è oggetto dell'"ecologia".»

Sergio Marelli, presidente del Comitato italiano di Sovranità Alimentare, in un'intervista su Radio Vaticana conclude ponendo l'accento sulla incapacità dei politici di porre le basi per il cambiamento ecologico necessario per salvare il mondo, essendo essi schiavi di potentati economici. Egli di fatto si pone come leader morale, insieme ai leader delle altre religioni, e come l'unico baluardo per l'entità morale di cui gode; unica figura morale capace di indurre il cambiamento anche nei decisori politici. Cosa ancor più vera, in chiave politica, in vista dell'appuntamento della Conferenza sul Clima di Parigi di fine 2015.

Inoltre, secondo Marelli, «...la tecnologia e la scienza non sono neutrali, ma oggi sono orientate al profitto. Invece, dice Papa Francesco, devono essere degli strumenti orientati a raggiungere quel bene comune che è il clima, il vivere in armonia con il pianeta, per garantire un futuro alle generazioni prossime.»[26]

Anche Eugenio Scalfari è intervenuto nel commentare l'Enciclica, dando però una singolare interpretazione.

Secondo Scalfari, papa Bergoglio non avrebbe ancora formulato un'effettiva conclusione teologica che sia al livello della sua nuova Enciclica, anche se questa ne costituirebbe il germe. Afferma l'anziano giornalista che «La stessa Trinità, mistero della fede cattolica, cambia natura e Francesco l'ha detto più volte proprio nei giorni scorsi e proprio a Torino...» Secondo Scalfari la Trinità «...non è più il mistero della fede, ma l'articolazione dell'unico Dio» e papa Francesco non avrebbe ancora tratto una conseguenza teologica dalla visione profetica che porta avanti. «...Lui non è più il Vicario di Cristo in terra, ma il Vicario di Dio perché Cristo non è che l'amore di Dio, non un Dio diverso che s'incarnò, visse 33 anni [...] e fu crocifisso.» Secondo Scalfari «I vangeli raccontano quella storia, ma gli evangelisti - tranne forse Giovanni - scrissero racconti di seconda mano.»[27]

In ambito internazionale[modifica | modifica wikitesto]

James Martin, SJ il 18 giugno 2015 scrive su America-The National Catholic Review: «La prospettiva spirituale diventa parte della discussione sull'ambiente, sono i poveri a subire esageratamente i cambiamenti climatici. L'ambiente diventa adesso materia della dottrina sociale cattolica, la ricerca scientifica diventa oggetto di lode.»[28]

Laurie Goodstein e Justin Gillis scrivono sul New York Times il 18 giugno 2015 un lungo editoriale in cui riprendono i temi espressi nell'enciclica del Papa.[29]

«Un aspetto notevole dell'enciclica è che si concentra sostanzialmente su quello che lui chiama "la crisi ecologica", e non solo su un singolo aspetto come l'inquinamento o il riscaldamento globale. Il Papa è preoccupato per tutti i modi con cui l'umanità sta danneggiando il pianeta, e come tale quest'aggressione ambientale sta tornando come un boomerang per danneggiare l'umanità stessa.»

I due giornalisti americani inoltre mettono in risalto una possibile criticità del messaggio papale. Specie nell'inevitabile rischio che questo ha di dare forza a movimenti ecologisti nel momento in cui dice che la crescita della popolazione non è correlata con la povertà. Laurie Goodstein sottolinea infatti la criticità connessa con il passaggio dell'enciclica che riguarda gli aspetti demografici e del controllo delle nascite. Justin Gillis a questo proposito invece sottolinea criticamente come le zone ad alto sviluppo demografico siano le più povere. Inoltre, sempre la Gillis, dice che il sistema della Carbon tax come fonte di ulteriori iniquità e aumento dell'inquinamento, mentre in California e nel Nord-Est degli Stati Uniti il sistema ha dato prova di funzionare; e ciò rende facilmente, a tal proposito, criticabile il testo papale. Infine Laurie Goodstein scrive in conclusione dell'articolo che i governi devono tener conto delle istanze dei cittadini che cominciano a far pressione sui temi ecologici.

The Guardian in un editoriale del giovedì 18 giugno 2015 pubblica un articolo che mette come incipit un'affermazione forte circa la portata del documento papale.

«... è la più sorprendente e forse il più ambizioso documento papale degli ultimi 100 anni, dal momento che è rivolto non solo ai cattolici, o cristiani, ma per tutti sulla terra.
...
I poveri, dice, hanno le loro esigenze negate, mentre i ricchi fanno dei loro appetiti lo spettacolo. La crisi ambientale unisce questi due aspetti del problema. ... Il mondo povero deve ora pagare per i crimini dei ricchi, e i nostri figli e nipoti devono pagare per l'auto-indulgenza dei loro genitori. Questo è ciò che egli intende con un "debito ecologico" ... Il tono talvolta apocalittico, [...] nasce dal senso che questo deve debito a un certo momento è terribilmente rimborsato.»

Vi sono state diverse posizioni critiche che non entrano, però, nell'impianto complessivo dell'enciclica ma si limitano a contestare alcuni passaggi o alcune prese di posizione di aspetti dell'enciclica.[31]

Si deve all'Enciclica "Laudato Si'" la rinascita della storica Parte Guelfa come arciconfraternita internazionale dedicata alla salvaguardia ambientale ed altri scopi di gestione e tutela del territorio già anticamente assegnati da Cosimo I nel XVI secolo.[senza fonte]

In ambito politico[modifica | modifica wikitesto]

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha accolto con favore l'enciclica in una dichiarazione fatta il giorno cui è stata rilasciata.[32][33] Kofi Annan, l'ex segretario generale dell'Onu, e allora presidente del Progress Panel, rilasciò una dichiarazione a sostegno della enciclica, affermando «Come ribadisce Papa Francesco, il cambiamento climatico è una minaccia totalizzante ... Mi congratulo con il Papa per la sua forte leadership morale ed etica. Abbiamo bisogno di più di tale guida ispirata. Ci vediamo al vertice sul clima a Parigi?»[34]

Lo stesso giorno anche Jim Yong Kim, presidente del Gruppo della Banca Mondiale, ha elogiato l'enciclica.[32] Nicholas Stern, presidente del Research Institute Grantham sui cambiamenti climatici e l'ambiente e autore di una relazione influente sui cambiamenti climatici, ha dichiarato che «La pubblicazione dell'enciclica del Papa è di enorme importanza. Ha dimostrato grande saggezza e leadership. Papa Francesco è sicuramente assolutamente giusto che il cambiamento climatico pone vitali questioni morali ed etiche ... leadership morale sul cambiamento climatico dal Papa è particolarmente importante a causa del fallimento di molti capi di stato e di governo di tutto il mondo di mostrare leadership politica».[32]

Non sono mancate, in riferimento alle parole del Papa, le prese di posizione di rappresentanti politici italiani:[35]

«La Terra può vivere senza l'uomo, ma l'uomo non può vivere senza la Terra. ...
... il Papa riconosce l'importanza di espellere la corruzione e il malaffare dalle iniziative imprenditoriali e dai processi decisionali della politica.
... l'atto papale [...] riconosce il legame profondo tra l'attuale modello economico, l'iniquo accesso alle risorse del pianeta, le ingiustizie sociali che ne derivano e il cambiamento climatico.»

In ambito religioso[modifica | modifica wikitesto]

Il XIV Dalai Lama aveva scritto: «Dal momento che il cambiamento climatico e l'economia globale ora riguardano noi tutti, dobbiamo sviluppare un senso di unità del genere umano.»[36]

Due giorni prima che l'enciclica fosse rilasciata, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, capo della Comunione anglicana, ha emesso una "dichiarazione verde" (firmata anche dalla Conferenza Metodista, nonché dai rappresentanti della Chiesa cattolica in Inghilterra e Galles, dai musulmani britannici, dai sikh e dalle comunità ebraiche) sollecitando una transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e il digiuno e la preghiera per il successo alla Conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite del dicembre 2015 a Parigi.[32][37]

Lo stesso giorno, il Movimento di Losanna dei cristiani evangelici globali ha detto che avevano ricevuto in anticipo l'enciclica ed erano grati per questo. L'enciclica è stata accolta positivamente anche dal Consiglio Mondiale delle Chiese Riformate in America del Nord.[32]

Critiche[modifica | modifica wikitesto]

Il richiamo a San Paolo[modifica | modifica wikitesto]

Al paragrafo 2, quindi all'inizio del testo pontificio, si legge «Questa sorella [la Terra, n.d.r.] protesta per il male che le provochiamo, a causa dell'uso irresponsabile e dell'abuso dei beni che Dio ha posto in lei.». Segue quindi un lamento su questo tema "ecologico" e prosegue: «Per questo, tra i poveri e più abbandonati e maltrattati, c'è la nostra oppressa e devastata terra, che: "geme e soffre le doglie del parto" (Rm. 8, 22).[38] Dimentichiamo che noi stessi…» Tuttavia è evidente come questo passo di San Paolo non abbia nulla a che vedere con le violenze contro la Terra, di cui si parla più sopra e spesso in seguito, visto che ai tempi della Lettera non esistevano né inquinamento né abuso dei beni della terra. Il passo citato si riferisce alla sofferenza della Creazione che soffre appunto in quanto tale, una natura ove la morte è la conclusione naturale di ogni evento, cui segue ancora una nascita e così via. La citazione di questo passo è un potente ed efficace espediente retorico, ma anche un'operazione molto dubbia in questo contesto.[39][40]

Separazione fra Natura e Scrittura[modifica | modifica wikitesto]

Al paragrafo 78 papa Francesco afferma che «Il pensiero ebraico-cristiano ha demitizzato la natura. Senza smettere di ammirarla per il suo splendore e la sua immensità, non le ha più attribuito un carattere divino. In questo modo viene sottolineato ulteriormente il nostro impegno nei suoi confronti.» Tale affermazione, e quanto segue nel testo dell'Enciclica, svincolerebbe totalmente il nesso fra Natura e Scrittura (La Rivelazione della Parola), rendendo la prima un luogo di per sé buono e innocente sul quale l'uomo eserciterebbe un malvagio potere per esprimere su di essa la propria potenza. Prima dell'intervento umano la Natura era innocente e quindi è dell'uomo la colpa. Ne consegue che il Male viene ridotto alla volontà di potenza dell'uomo, perdendo così il suo significato metafisico, essenziale nella prospettiva metafisico-religiosa del cristianesimo.[41]

Riferimento alle teorie evoluzionistiche[modifica | modifica wikitesto]

Al paragrafo 80 si afferma: «Egli [lo Spirito Santo, n.d.r.] ha voluto limitare sé stesso creando un mondo bisognoso di sviluppo, dove molte cose che noi consideriamo mali, pericoli o fonti di sofferenza, fanno parte in realtà dei dolori del parto, che ci stimolano a collaborare con il Creatore.» Qui l'interpretazione del verbo paolino è ben diversa da quella data all'inizio dell'Enciclica. L'idea che Iddio si sia autolimitato nella creazione affinché questa possa evolversi verso la perfezione appare stravagante se non avesse lo scopo d'introdurre l'idea di evoluzione, intesa come progresso umano.[42] Il concetto di "natura" dell'Enciclica ricalca quindi le teorie evoluzioniste di Pierre Teilhard de Chardin.[43]

Minimalia[modifica | modifica wikitesto]

Il paragrafo 211 è in gran parte dedicato ad esempi, ed elogi, di alcuni comportamenti ecologici corretti al livello di massimo dettaglio (vestirsi di più per ritardare l'accensione del riscaldamento, evitare l'uso di materiale plastico o cartaceo, consumare meno acqua, differenziare i rifiuti, spegnere le luci inutili, ecc. Un elenco di consigli spiccioli del tutto fuori luogo in un documento del livello di un'Enciclica.) e nel paragrafo successivo ci si riferisce a tali "criteri comportamentali" affermando «...l'esercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignità, ci conduce ad una maggiore profondità esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena di passare per questo mondo.» Tale affermazione appare del tutto esagerata: la vita varrebbe la pena di essere vissuta grazie alla miglior utilizzazione dello sciacquone del bagno e alla selezione della "monnezza"? O non è questa una concessione al pensiero laico degli ormai scristianizzati paesi nordici, ove i comportamenti di ecologia spicciola assumono la valenza di un "rito" e diventano paragonabili alle cristiane "opere di misericordia"?[44]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Papa Francesco: "Laudato Si' è una enciclica sociale", su laudato.si. URL consultato il 29 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2020).
  2. ^ Conferenza stampa di presentazione del primo messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato dal sito web della Santa Sede.
  3. ^ Articolo 13.
  4. ^ a b Articolo 14.
  5. ^ Articolo 4.
  6. ^ Articolo 5.
  7. ^ Articolo 10.
  8. ^ Articolo 6.
  9. ^ Articolo 12.
  10. ^ Articolo 18.
  11. ^ Articolo 19.
  12. ^ Articolo 62.
  13. ^ Articoli 101 e 105.
  14. ^ a b Articolo 139.
  15. ^ Articolo 137.
  16. ^ Articolo 142.
  17. ^ Articolo 163.
  18. ^ Articolo 202.
  19. ^ Articolo 246.
  20. ^ WBGU: membri del Consiglio 2013 - 2016, su wbgu.de. URL consultato il 28 dicembre 2013.
  21. ^ (EN) Profile of Hans Joachim Schellnhuber, su pnas.org.
  22. ^ Anna Madia, Enciclica Laudato si', tutti i comandamenti "green" di Papa Francesco per salvare il pianeta (FOTO), su huffingtonpost.it, L'Huffington Post, 18 giugno 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  23. ^ a b c Piero Schiavazzi, Enciclica Laudato si, Papa Francesco apre una "rivoluzione culturale" green e avvia un tour di "resistenza immediata", su huffingtonpost.it, L'Huffington Post, 20 giugno 2015.
  24. ^ a b Elisabetta Reguitti, Laudato si', Petrini e l'enciclica: "Momento di svolta nella storia della Chiesa" -, su ilfattoquotidiano.it, Il Fatto Quotidiano. URL consultato il 20 giugno 2015.
  25. ^ Francesco Paolo Mancini, Laudato si', la tenerezza di Francesco spaventa i potenti | Futuro Europa, su futuro-europa.it, 21 giugno 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  26. ^ Alessandro Gisotti e Sergio Marelli,, Marelli: Laudato si chiede sforzo comune, potenti ascoltino Francesco Radio Vaticana, su it.radiovaticana.va, 21 giugno 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  27. ^ Eugenio Scalfari, Papa Francesco . Il pontefice Pastore e Profeta che vuole incontrare la modernità, La Repubblica, 1 luglio 2015, pp. 48-49. Citato in Flavio Cuniberto, Madonna povertà, pp. 89-90.
  28. ^ (EN) James Martin, SJ, Top Ten Takeaways from "Laudato Si'", in America, America Press Inc., 18 maggio 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  29. ^ a b (EN) Laurie Goodstein and Justin Gillis, On Planet in Distress, a Papal Call to Action, in The New York Times, 18 giugno 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  30. ^ (EN) The Guardian view on Laudato Si': Pope Francis calls for a cultural revolution, in The Guardian, 18 giugno 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  31. ^ (EN) Vari AA, Reactions to Pope Francis' Encyclical on Climate Change - NYTimes.com, su nytimes.com, The New York Times Company, 18 giugno 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  32. ^ a b c d e (EN) The pope's encyclical on climate change – as it happened | Environment |, su theguardian.com, The Guardian. URL consultato il 21 giugno 2015.
  33. ^ (EN) United Nations Secretary-General Ban Ki-moon's Statements, su un.org, United Nations 2014, 18 giugno 2015. URL consultato il 21 giugno 2015.
  34. ^ (EN) Statement by Kofi Annan, Chair of the Africa Progress Panel and Kofi Annan Foundation, in Support of the Encyclical on Climate Change by His Holiness Pope Francis, su globenewswire.com. URL consultato il 21 giugno 2015.
  35. ^ a b M5S Senato News, Dal Papa un'enciclica "a 5 stelle" - Parlamento 5 Stelle, su beppegrillo.it, 18.06.15. URL consultato il 20 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2015).
  36. ^ (EN) Inés San Martín, ‘Laudato Si’ will be an encyclical for the ages | Crux, su cruxnow.com. URL consultato il 21 giugno 2015 (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2015).
  37. ^ (EN) Archbishop joins faith leaders calling for action on climate…, su archbishopofcanterbury.org. URL consultato il 21 giugno 2015.
  38. ^

    «Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino a oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.»

  39. ^ Flavio Cuniberto, Madonna povertà, pp. 54-58
  40. ^

    «"la creazione geme e soffre"... Un'espressione molto evocativa con la quale Paolo sottolinea il fremito, il gemito e l'attesa spasmodica della creazione. È una tensione continua, di speranza e di dolore che fa agonizzare il mondo nell'attesa della parusia. La «creazione» quindi non è muta, ma ha una sua personalissima voce «fino ad oggi nelle doglie del parto» Ecco l'altra immagine ardita che richiama la prima e la completa per presentare l'attesa della creazione. L'una e l'altra, esprimono allo stesso tempo uno stato doloroso attuale e uno stato glorioso futuro»

  41. ^ Flavio Cuniberto, Madonna povertà, pp. 63-66
  42. ^ Flavio Cuniberto, Madonna povertà, pp. 70-71
  43. ^ Flavio Cuniberto, Madonna povertà, p. 77
  44. ^ Flavio Cuniberto, Madonna povertà, p. 87

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