La vita di Adele

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La vita di Adele
Una scena del film
Titolo originaleLa Vie d'Adèle - Chapitres 1 & 2
Paese di produzioneFrancia, Spagna, Belgio
Anno2013
Durata179 min
Rapporto2,35 : 1
Generedrammatico, sentimentale, erotico
RegiaAbdellatif Kechiche
SoggettoJul' Maroh
SceneggiaturaAbdellatif Kechiche, Ghalia Lacroix
ProduttoreOlivier Thery Lapiney, Laurence Clerc
Produttore esecutivoAbdellatif Kechiche, Vincent Maraval, Brahim Chioua
Casa di produzioneWild Bunch, Quat'sous Films, Alcatraz Films, Scope Pictures, Vertigo Films, France 2 Cinéma, RTBF
Distribuzione in italianoLucky Red
FotografiaSofian El Fani
MontaggioCamille Toubkis, Albertine Lastera, Jean-Marie Lengelle, Ghalia Lacroix, Sophie Brunet
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

La vita di Adele (La Vie d'Adèle - Chapitres 1 & 2) è un film drammatico romantico del 2013 diretto da Abdellatif Kechiche, adattamento cinematografico del romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Jul' Maroh.[1]

Il film si è aggiudicato la Palma d'oro al Festival di Cannes 2013.[2][3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Tra Adèle, una liceale francese, ed Emma, una ragazza dai vistosi e appariscenti capelli blu, nasce una relazione sentimentale e piena di passione, che sfocia presto in un rapporto di convivenza. Le amicizie di Emma sono colte ed estrose e, proprio per questo motivo, comincia a sentirsi a disagio con Adèle, che considera priva di ambizioni solo perché è una ragazza più semplice e spontanea, con il sogno di diventare insegnante e lavorare con i bambini.

La storia d'amore tra le due prosegue, ma un rapporto basato perlopiù sull'attrazione fisica mostra ben presto la corda: Emma pensa al suo mondo artistico e alla carriera, Adèle alla sua scuola e ai suoi allievi; inoltre quest'ultima, pur amando Emma, cede al corteggiamento di un collega di lavoro. Ed è qui che la loro storia si interrompe bruscamente, in quanto Emma (seppur innamorata di un'altra all'insaputa della partner), caccia brutalmente Adèle di casa, lasciandola distrutta e in lacrime.

Le vite delle due ragazze si separano, proseguendo per alcuni anni senza incontrarsi mai; il mal d'amore sofferto da Adèle è però tristemente così intenso da non riuscire ad essere curato nemmeno dal tempo. I due ultimi disperati tentativi di Adèle, rimasta single da quel lontano primo amore, di riallacciare il rapporto sentimentale con Emma, che al contrario è fidanzata da tempo con la sua attuale compagna, non vanno a buon fine. Adèle allora si rende conto di dover accettare la cosa, e si allontana mestamente con indosso un vestito blu, segno del suo imperituro amore per Emma.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Riprese[modifica | modifica wikitesto]

Le riprese del film sono iniziate a marzo del 2012 e si sono svolte nel Nord-Pas de Calais.[4]

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes il 23 maggio 2013.[5] Nelle sale cinematografiche francesi è stato distribuito il 9 ottobre dello stesso anno, mentre in quelle italiane dal 24 dello stesso mese.

Nei paesi anglofoni, il film è stato distribuito col titolo Blue Is the Warmest Colour ("Il blu è il colore più caldo").

Divieti[modifica | modifica wikitesto]

Nei Paesi di distribuzione, il film è stato distribuito con un indice di divieto corrispondente a R (vietato ai minori di 17 anni) "per diverso contenuto sessuale":[6] tuttavia negli Stati Uniti, questa classificazione, spesso sinonimo di fallimento commerciale dovuto al divieto di promozione, è stata ricompensata dalle reazioni positive degli spettatori statunitensi.[7]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Distribuito soltanto in Francia, Italia, Stati Uniti, Spagna, Germania e Inghilterra, il film ha comunque avuto un ottimo riscontro al botteghino, raggiungendo il milione di spettatori nella sua prima settimana d'apertura nelle sale francesi[8], e incassando un totale mondiale di $ 2.593.233.[9]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film, subito accolto dal plauso del Festival di Cannes, si è aggiudicato la Palma d'oro e ha ricevuto numerose critiche positive da parte della stampa internazionale[10].

Poi dalla critica cinematografica, La vita di Adele viene recensito piuttosto positivamente: per esempio, sul sito web Rotten Tomatoes, il film ha ottenuto oltre l'89% di recensioni professionali positive, con un voto medio di 9/10, basato su 191 recensioni; il consenso del sito recita: "Il film è crudo, onesto, recitato con forza e soprattutto intenso… Probabilmente è uno dei drammi moderni più avvincenti".[11]

Su Les Inrockuptibles, il film viene definito "una bomba"[12], mentre sulla rivista online Slate "un film magnifico"[13], e ancora su Vogue "senza dubbio il film dell'anno, con un'Adèle Exarchopoulos mozzafiato e la brillante Léa Seydoux".[14]

La prestigiosa rivista Cahiers du cinéma ha dedicato la copertina del numero di quel periodo al film, descrivendolo "degno di questo e altro".[15]

Nonostante ciò, ci sono state anche recensioni negative del film, come Le Figaro, che ha criticato il film per la sua lunghezza e la ripetitività delle scene, definendolo soltanto "una piatta storia d'amore girata con finto naturalismo".[16]

Nel dicembre 2013, Complex lo pone al posto nella classifica dei migliori film di quell'anno;[17] mentre, nell'agosto del 2016, la BBC lo inserisce nella 45ª posizione dei '100 più grandi film del XXI secolo'.[18]

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Esso, tuttavia, è stato anche criticato per la presenza di scene di sesso ritenute da alcuni esplicite e gratuite (ad esempio durante la scena di intimità tra Adéle e Thomas, in cui si intravede il pene eretto di quest'ultimo), al limite della pornografia.[19]

Jul' Maroh stessa, che ha creato il fumetto alla base del soggetto, le avrebbe trovate lontane dallo spirito della propria opera, bollandole come "forzate", nonché "frutto di un'interpretazione di voyeurismo" e criticando anche la scelta degli attori.[20]

Differenze con il fumetto[modifica | modifica wikitesto]

Il fumetto di Julie Maroh, nei fatti, presenta differenze non di poco conto rispetto alla trasposizione cinematografica di Kechiche:

  • La vicenda della protagonista, che si chiama Clementine (detta Clem) e non Adèle, si svolge interamente in flashback, a seguito del suo funerale[21].
  • Clementine viene presentata come piccola di corporatura e bruna di capelli[21].
  • Dimostra complessivamente un approccio molto meno vitalistico e aggressivo alle questioni amorose e alla sessualità, vicende che anzi vive con un certo dolore. Non si concede, per esempio, al suo primo fidanzato Thomas[22]; vive inizialmente con grande problematicità la presa di coscienza delle sue inclinazioni omosessuali[23].
  • La conoscenza di Clementine con Emma, a seguito del fugace incontro in centro, avviene in una fase molto più tarda[24].
  • Mentre il film si conclude con la protagonista che si allontana tristemente dopo essere stata rifiutata da Emma, nel fumetto Clementine muore in un letto d'ospedale in seguito a un attacco cardiaco.
  • L'inizio della convivenza tra Clementine ed Emma nel fumetto avviene in modo decisamente più drammatico rispetto al film: una notte, infatti, la relazione tra le due ragazze viene brutalmente scoperta dai genitori di Clem, i quali le cacciano di casa e rinnegano la loro stessa figlia.
  • Il migliore amico della protagonista, Valentin, ricopre un ruolo molto più rilevante nel fumetto, nel quale è infatti un sostegno emotivo solidissimo per Clementine durante il suo percorso alla scoperta di sé, la ospiterà a casa sua dopo che Emma, furiosa e ferita per il tradimento della compagna, la manderà via di casa, e farà riappacificare le due ragazze.
  • Nel fumetto, dopo che Clementine ha tradito Emma, quest'ultima non inizierà nessun'altra relazione, in quanto ancora innamorata di Clem, rimandole fedele fino alla fine.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Da sinistra, Adèle Exarchopoulos, Jérémie Laheurte e Léa Seydoux al Festival di Cannes 2013.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La vita di Adele, un'adolescente alla scoperta dell'amore: trama e curiosità, su Tvzap, 18 gennaio 2017. URL consultato il 19 settembre 2022.
  2. ^ (FR) LA VIE D'ADÈLE - CHAPITRE 1 & 2, su Festival de Cannes. URL consultato il 16 settembre 2023.
  3. ^ Festival di Cannes 2013, vincitori: Palma d'oro a La Vie d'Adèle, niente per Sorrentino, su Cineblog, 26 maggio 2013. URL consultato il 16 settembre 2023.
  4. ^ Nuovo Kechiche: Le bleu est une couleur chaude, su SentieriSelvaggi, 24 febbraio 2012. URL consultato il 16 settembre 2023.
  5. ^ (FR) Compétition - Les couleurs chaudes d’Abdellatif Kechiche, su festival-cannes.fr, 23 maggio 2013. URL consultato il 22 giugno 2013.
  6. ^ 17 Films Rated NC-17: Did They Deserve The 'Certificate Of Doom'? | The Playlist, su web.archive.org, 27 ottobre 2013. URL consultato il 16 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2013).
  7. ^ blogs.rue89.com, http://blogs.rue89.com/node/227625/2013/10/25/les-etats-unis-amoureux-de-la-vie-dadele-231494.
  8. ^ (FR) AlloCine, "La Vie d'Adèle" atteint le million d'entrées !, su AlloCiné. URL consultato il 19 settembre 2022.
  9. ^ (FR) Box-office français dans le monde - Mars 2014, su www.unifrance.org. URL consultato il 19 settembre 2022.
  10. ^ La vita di Adele visto dalla stampa straniera, su archivio.internazionale.it, internazionale.it, 23 ottobre 2013. URL consultato il 3 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2015).
  11. ^ Blue is the warmest color review, su rottentomatoes.com.
  12. ^ La vie de Adele - une bombe, su cannes2013.lesinrocks.com. URL consultato il 19 settembre 2022 (archiviato dall'url originale il 3 ottobre 2018).
  13. ^ (FR) Jean-Michel Frodon, Cannes 2013: «La Vie d’Adèle», le séisme Kechiche, su Slate.fr, 23 maggio 2013. URL consultato il 19 settembre 2022.
  14. ^ Condé Nast, I 38 migliori film queer di tutti i tempi, su Vogue Italia, 13 giugno 2022. URL consultato il 19 settembre 2022.
  15. ^ cahiersducinema.com, https://web.archive.org/web/20220411191155/https://www.cahiersducinema.com/produit/octobre-2013-n693-2/. URL consultato il 19 settembre 2022 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2022).
  16. ^ (FR) La Vie d'Adèle, le zèle du désir, su LEFIGARO, 8 ottobre 2013. URL consultato il 19 settembre 2022.
  17. ^ (EN) The Best Movies of 2013, su Complex. URL consultato il 19 settembre 2022.
  18. ^ (EN) The 21st Century’s 100 greatest films, su www.bbc.com. URL consultato il 19 settembre 2022.
  19. ^ Nuovo cinema paraculo: la vita e le chiappe di Adèle, su minimaetmoralia.it. URL consultato il 22 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 29 maggio 2014).
  20. ^ (FR) Le bleu d'Adele, su juliemaroh.com. URL consultato il 4 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2015).
  21. ^ a b Il blu è un colore caldo, di Julie Maroh, su Fumettologica. URL consultato il 21 agosto 2019.
  22. ^ Il blu è un colore caldo, seconda puntata, su Il Post. URL consultato il 4 gennaio 2016.
  23. ^ Il blu è un colore caldo, ultima puntata, su Il Post. URL consultato il 4 gennaio 2016.
  24. ^ Il blu è un colore caldo, quarta puntata, su Il Post. URL consultato il 4 gennaio 2016.
  25. ^ Ciak d’oro 2014, a La Grande Bellezza otto premi. Paolo Virzì miglior regista, su ilfattoquotidiano.it, 4 giugno 2014.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]