La vita che verrà

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La vita che verrà
PaeseItalia
Anno1999
Formatominiserie TV
Generedrammatico, sentimentale
Puntate4
Durata360 min (completa)
Lingua originaleItaliano
Rapporto4:3
Crediti
RegiaPasquale Pozzessere
SoggettoSandro Petraglia, Stefano Rulli
SceneggiaturaSandro Petraglia, Stefano Rulli
Interpreti e personaggi
FotografiaGiuseppe Lanci
MontaggioCarlo Valerio
MusicheFranco Piersanti
ScenografiaMarta Maffucci, Luca Gobbi
CostumiMaria Rita Barbera
ProduttoreAngelo Barbagallo, Donatella Botti
Casa di produzioneBiBi Film per Rai Fiction
Prima visione
Dal12 gennaio 1999
Al26 gennaio 1999
Rete televisivaRai 2

La vita che verrà è una miniserie televisiva di quattro puntate del 1999, diretta da Pasquale Pozzessere per Rai Fiction: racconta sedici anni di storia italiana, dalla liberazione di Roma nel 1944 fino ai giochi olimpici del 1960, attraverso le vicende di quattro giovani sopravvissuti alla guerra.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

A Roma, sul carro ferroviario di un convoglio di deportati bloccato in stazione dall'arrivo degli americani, il 4 giugno 1944 una signora ebrea partorisce, aiutata dalla cameriera Nunzia, ma muore nel dare alla luce il bambino. Nunzia rimane sola con il piccolo e con Lela di otto anni, l'altra figlia della donna deceduta. Il padre dei bambini, l'ingegner Padovani, è già stato deportato e si trova nel campo di concentramento di Dachau.

Romano, un ambulante napoletano, che possiede un modesto autocarro e segue gli americani nei loro spostamenti, viene incaricato di accompagnare Nunzia con i bambini in un ricovero per sfollati ricavato in un vecchio cinema nel popolare quartiere della Garbatella.

Nei pressi del ricovero, in un'abitazione di loro proprietà, vivono fratello e sorella: Pietro, tipografo, e Rosa, sarta. Romano trova alloggio nella loro soffitta. Nunzia e gli altri affrontano con coraggio i giorni difficili della ricostruzione e guardano al futuro: Pietro farà la corte a Nunzia e Romano a Rosa. I quattro giovani convoleranno a nozze in uno stesso giorno del 1946 e poi vivranno insieme nello stesso appartamento.

Nel mentre, rientrano in Italia gli scampati all'olocausto e il 2 giugno 1946 la repubblica prevale sulla monarchia. Anche l'ingegner Padovani è rientrato dalla prigionia e ha ripreso con sé Lela e il piccolo Antonio. Lavorerà in seguito nelle ricerche petrolifere dell'ente nazionale guidato da Enrico Mattei e parteciperà alla costruzione dell'autostrada del Sole.

Anche la situazione lavorativa dei quattro giovani, intanto, comincia a migliorare: Pietro è un esperto ed apprezzato tipografo, Nunzia impara a scrivere su una macchina donatale dall'ingegnere come regalo di nozze e fa la dattilografa, Romano diventa tassista e Rosa lavora per conto di una casa di moda.

Nascono i primi figli ed entrambe le coppie hanno un maschietto. Michele, il figlio di Pietro e Nunzia, sarà uno sportivo; Giovanni di Romano e Rosa, con dispiacere del padre, avrà un'indole introversa e un animo poetico.

La vita di Romano è complicata sia dal ritorno del fratello Nicola dalla campagna di Russia in stato di confusione mentale, sia dalla sua adesione al P.C.I. che lo porterà a vivere un'intensa storia d'amore con Viviana, funzionaria del partito, anche se poi tornerà alla vita familiare e lascerà la militanza politica dopo l'intervento dell'URSS in Ungheria nel 1956.

Nello stesso anno, Pietro si trasferisce con Nunzia e Michele a Padova, dove nascerà la secondogenita Sara, e tenterà di acquistare una tipografia indebitandosi con le banche. Oberato dalle scadenze e prossimo al fallimento, si getta a capofitto nel lavoro, costringendo le maestranze a turni massacranti che porteranno anche ad un incidente in cui perderà la mano il suo miglior operaio.

Dopo pochi anni Nunzia, stanca dell'arrivismo e della caparbietà di Pietro che antepone il lavoro a tutto, parte con i figli per Genova dove vive un'amica e dove trova lavoro come cameriera in un locale alla moda.

Nel 1960 Michele raggiunge il padre Pietro a Padova mentre quest'ultimo sta vivendo il fallimento dell'azienda, rischiando, tra l'altro, l'accusa di bancarotta. Quando vengono apposti i sigilli alla tipografia, Pietro va con Michele a Roma da Romano, mentre sono in svolgimento i giochi olimpici. Rosa, intanto, è in attesa del secondo figlio e sta al mare con Giovanni insieme a Nunzia che, nel frattempo, è arrivata da Genova con Sara. Romano viene a sapere da Michele del fallimento di Pietro e, per aiutarlo a ripianare l'ammanco, vende la casa ereditata dal fratello, da poco deceduto in un ospedale psichiatrico.

Infine anche Pietro e Romano raggiungono la casa al mare dove le famiglie si riuniscono ritrovando la serenità dei vecchi tempi e ricominciando a guardare con speranza alla vita.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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