La vera storia della monaca di Monza

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La vera storia della monaca di Monza
Paese di produzioneItalia, Francia
Anno1980
Durata79 min
Genereerotico
RegiaStefan Oblowsky
SoggettoArcangelo Picchi
SceneggiaturaClaudio Fragasso
ProduttoreArcangelo Picchi, Nicolò Pomilia
Casa di produzioneCinemec Produzione S.r.l.
Distribuzione in italianoStefano Film
FotografiaGiuseppe Berardini
MontaggioLiliana Serra, Bruno Mattei
MusicheGianni Marchetti
ScenografiaClaudio Fragasso
TruccoGiuseppe Ferranti
Interpreti e personaggi

La vera storia della monaca di Monza è un film del 1980 diretto da Bruno Mattei (con lo pseudonimo Stefan Oblowsky). La pellicola è di genere Nunsploitation (o Tonaca Movie) e si ispira a Interno di un convento (1977) di Walerian Borowczyk.

La storia è una libera rilettura in chiave erotica del personaggio di Suor Gertrude de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Per volere del padre, Don Martino de Leyva, e per oscure ragioni familiari, la giovanissima Marianna de Leyva viene rinchiusa nel convento di Santa Margherita e diventa suora prendendo il nome di Virginia Maria. Anche se timorata di Dio, la vocazione della ragazza non è forte e il monastero è tutt'altro che in odore di santità: il cappellano, don Arrigone, ha rapporti con le suore compiacenti e favorisce le notturne irruzioni del suo ricco compare, Giampaolo Osio.

Suor Virginia scopre l'amore saffico con le corrotte compagne di camera, Suor Benedetta e Suor Candida, e alla morte del padre si proclama feudataria di Monza e superiora del convento. In tale veste diventa l'amante di Osio e resta incinta, ma il bambino nasce morto nonostante il prodigarsi della novizia Margherita, campagnola ed esperta come levatrice. Margherita, però, tenta di fare pagare troppo caro il suo silenzio e le sue varie prestazioni, e per questo motivo viene uccisa da Giampaolo Osio.

I delitti sono troppi, anche per un convento di gente viziosa, e le suore più anziane - estromesse da suor Virginia - ne approfittano per recuperare il potere tolto e chiamano un frate inquisitore a indagare sui fatti. Il frate si rende subito conto della situazione e fa catturare e condannare i maggiori colpevoli: alle suore Candida e Benedetta viene dato il carcere a vita, Giampaolo Osio viene privato di tutti i beni, don Arrigone viene condannato due anni di galera e suor Virginia, alla quale spetta il destino peggiore, viene murata viva.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Con l'esplodere del genere nunsploitation, in seguito al successo di film come La monaca di Monza (1969) di Eriprando Visconti e Interno di un convento (1977) di Walerian Borowczyk, Nicolò Pomilia della Stefano Film affida a Bruno Mattei il compito di girare un film erotico ambientato in un convento.

Come ricorda Mattei in un'intervista a Nocturno Cinema, «a me non era passato neanche nell'anticamera del cervello, ma organizzarono tutto i fratelli Simonetti, che avevano inventato i decamerotici»[1].

Questo film segna l'inizio della collaborazione di Mattei con il giovane Claudio Fragasso, il quale mise mano alla sceneggiatura iniziale che era una chiara riscrittura de I promessi sposi[1].

Il film venne girato da Mattei in contemporanea con L'altro inferno (1981). In un'intervista a Marco Giusti per Stracult, l'attore Franco Garofalo racconta «erano due film insieme, contemporaneamente: al mattino giravamo le scene di un film, il pomeriggio l'altro»[2].

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Censura[modifica | modifica wikitesto]

Alla sua uscita, il film venne tagliato dalla censura (visto di censura italiano n. 75139, rilasciato il 17 maggio 1980) e vietato ai minori di 18 anni a causa delle eccessive scene erotiche[1].

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film registrò un totale insuccesso al botteghino: gli spettatori italiani furono solo 1253[3].

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo Gordiano Lupi, «Mattei è molto bravo a dare un taglio da melodramma erotico a un lavoro che non sconfina mai nel morboso, ma mostra interessanti sequenze erotiche»[1].

Gian Luca Castoldi sostiene che «Il film è stringato, essenziale, persino privo di ritmo, forse per colpa di un montaggio lento e deludente. [...] Le scene di sesso sono piatte e poco eccitanti, peccato perché non sono state utilizzate al meglio la Kerova e Paola Montenero. Da segnalare le musiche di Gianni Marchetti a metà strada tra i Goblin e i canti gregoriani»[4].

Edizioni home video[modifica | modifica wikitesto]

La versione in DVD è stata pubblicata dalla Exploitation Digital il 29 agosto 2006 negli Stati Uniti[5] e dalla Sony Pictures Home Entertainment il 11 maggio 2011[6] in Italia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Gordiano Lupi e Ivo Gazzarrini, Bruno Mattei, L'ultimo Artigiano, Edizioni Il Foglio, Piombino, 2013.
  2. ^ Franco Garofalo (aka Frank Garfield) a Stracult 2011, su youtube.com.
  3. ^ Adrian Luther-Smith, Delirium Guide to Italian Exploitation Cinema 1975-1979, Londra, Media Publications, 1998.
  4. ^ Gian Luca Castoldi, Il pelo nel mondo, i film peplum, le suore sexy e la commedia erotica, Roma, Profondo Rosso, 2005.
  5. ^ The True Story of the Nun of Monza - DVD, su blu-ray.com.
  6. ^ La vera storia della monaca di Monza - Home Video, su movieplayer.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gordiano Lupi, Ivo Gazzarrini, Bruno Mattei, L'ultimo artigiano, Edizione Il Foglio, Piombino, 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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