La mente di un uomo di Stato

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La mente di un uomo di Stato
AutoreNiccolò Machiavelli e Stefano Bertolini
1ª ed. originale1771
Genereaforismi
Sottogenerepolitica
Lingua originaleitaliano

La mente di un uomo di Stato è una raccolta di aforismi tratta dalle opere di Niccolò Machiavelli, pubblicata da Stefano Bertolini nel 1771.

L'opera di Bertolini aveva un duplice intento: da una parte voleva rappresentare una critica, per quanto velata, alla nuova politica economica condotta da Pietro Leopoldo I di Toscana e dall'altra voleva difendere Machiavelli e il suo lavoro dalle accuse mosse contro di lui in quegli anni.

L'opera è una raccolta di aforismi tratti dalle opere di Machiavelli, suddivisi per tematica trattata e numerati. I passi sono stati corretti e rielaborati fino a giungere a voluti travisamenti. L'opera arriva a dipingere una versione di Machiavelli religiosa, difensore della virtù, della pace, della giustizia e della umanità e a sostenere tesi politiche ed economiche ben precise, come ad esempio la condanna della tirannia.[1][2]

Storia editoriale[modifica | modifica wikitesto]

La prima edizione dell'opera venne pubblicata a Roma nel 1771 grazie anche all'aiuto di Giovanni Lodovico Bianconi. La seconda edizione venne pubblicata a Losanna con l'aggiunta di una finta lettera di Machiavelli al figlio Bernardo, scritta dallo stesso Bertolini:

«Leggete, figlio mio, in queste poche carte più volumi delle fatiche mie di tanti anni, ed immensi delle fatiche altrui di tanti secoli, e notate, ancor giovane, il pensare di un capo canuto. So che taluno ha sputato veleno contro gli scritti miei, perché ha dato il suo giudizio sopra ciascuno, e non sopra tutti insieme, e perché ha mirato più alle parole che alla mente, come se si potesse giudicare dirittamente di un lavoro, o di scienza o di arte, da una sola parte e non dal tutto, e giudicare dalle tinte e non dal disegno. Queste sentenze, quando voi siate più amato dal cielo di me, saranno a voi di assai ammaestramento per trattare le faccende sicuramente, e condurle a fine lieto.[1]»

Per dare alla lettera una certa legittimità, Bertolini scrisse «una piccola nota, mediante la quale potesse immaginarsi che fosse stata trovata fra le carte di Francesco del Nero» nel 1622.

Successivamente l'opera venne inserita in numerose raccolte delle opere machiavelliane, preceduta sempre da questo avvertimento:

«Questa raccolta di massime, estratte fedelmente dall'opere di Niccolò Machiavelli, è lavoro di un celebre giureconsulto e letterato pontremolese, il quale le estrasse e le ordinò per far conoscere l'ingiustizia delle accuse contro gli scritti di Machiavello, derivanti da una sinistra prevenzione e da mala intelligenza de' suoi sentimenti. Il consigliere Bianconi, anch'esso insigne letterato, cui il collettore comunicò la sua idea, si assunse l'incarico di farle stampare in Roma; e lo eseguì di concerto, senza veruno incontro sinistro per parte del censore di quella città, il quale non poteva mai sospettare che le sentenze ed i precetti politici e morali di quest'uomo incomparabile, a lui affatto stranieri, fossero tali da proporsi per modello a un uomo di stato cattolico.[1]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Opere istoriche e politiche di Niccolò MachiavelliAvvertimento prima di La mente di un uomo di Stato, pp. 457-459.
  2. ^ Mario Mirri, Bertolini, Stefano, su Treccani.it, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 9, 1967.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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