La breve vita felice di Francis Macomber

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
La breve vita felice di Francis Macomber
Titolo originaleThe Short Happy Life of Francis Macomber
AutoreErnest Hemingway
1ª ed. originale1936
Genereracconto
Lingua originaleinglese

La breve vita felice di Francis Macomber (The Short Happy Life of Francis Macomber) è un racconto che fa parte della raccolta I quarantanove racconti scritti tra il 1925 e il 1936 da Ernest Hemingway.

Ambientato in Africa, fu pubblicato nel numero di settembre 1936 della rivista Cosmopolitan assieme a Le nevi del Chilimangiaro. La storia fu adattata per il grande schermo da Zoltán Korda nel film Passione selvaggia (The Macomber Affair, 1947).

Era uno dei racconti prediletti dell'autore e resta uno dei suoi più rappresentativi[1].

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto narra della fine di un matrimonio. I due ricchi coniugi americani Francis e Margot Macomber partecipano ad un safari in Africa, accompagnati da Robert Wilson, cacciatore e guida bianca.

Durante la caccia al leone Francis va nel panico. Al ritorno all'accampamento Margot lo accusa di essere un vigliacco: nel momento cruciale ha avuto paura ed è fuggito davanti al felino. La moglie lo tratta in modo sarcastico, mentre Wilson cerca di ridimensionare l'episodio per non rovinare il safari.

Finora il matrimonio fra il ricco inetto e la bella donna ha retto fra alti e bassi, da undici anni, sulla base di una duplice attrazione: quella di lei per i soldi e quella di lui per la bellezza. La moglie non si fa peraltro scrupolo di tradire il marito pauroso con la guida. Del quale si accorge subito, rinfacciandole di essere una donnaccia. Margot replica che lui è un codardo.

Nella caccia successiva Macomber si rinfranca, uccide dei bufali pericolosi e riacquista visibilmente nuova fiducia in sé stesso. La donna percepisce questa riacquistata sicurezza come un rischio per la propria posizione coniugale. Nel momento in cui Macomber affronta a piè fermo un bufalo ferito che lo sta caricando, la moglie gli spara, colpendolo alla base del cranio.

Wilson sistema le cose per far passare la cosa come un incidente, ma nel suo animo è convinto che lei, impaurita dalla trasformazione dell'uomo, abbia deciso di ucciderlo coscientemente.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

La breve vita felice di Francis Macomber si riferisce alla breve vita da uomo vero che non ha paura della propria morte, il rapporto diretto con la natura e la morte trova la propria identità di essere umano. Macomber muore avendo assaporato solo qualche breve istante di felicità e rinascita.

Significativo è il momento in cui Wilson (probabilmente alter ego di Ernest Hemingway) cita le parole di Shakespeare In fede mia, non m'importa; un uomo non può morire che una volta; una morte dobbiamo a Dio e vada come vuole, chi muore quest'anno non dovrà farlo quello successivo., e successivamente si imbarazza per aver rivelato la sua regola di vita.

Trasposizione cinematografica[modifica | modifica wikitesto]

La storia è stata adattata per il grande schermo nel film di Zoltán Korda intitolato Passione selvaggia (The Macomber Affair, 1947) con Gregory Peck e Joan Bennett. Nel 1978 Luciano Salce ne ottenne invece una versione caricaturale, Sì, buana, con Paolo Villaggio (secondo segmento del film a episodi Dove vai in vacanza?).

Riferimenti nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il racconto ispira il fumetto "Safari" di Vittorio Giardino pubblicato nella raccolta "Vacanze Fatali" edita da Rizzoli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ prefazione dell'autore a I quarantanove racconti, I edizione Oscar Mondadori luglio 1966 pag.49

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN308041296 · GND (DE1078296987
  Portale Letteratura: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di letteratura