L'Osservatore della Domenica

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L'Osservatore della Domenica
StatoBandiera della Città del Vaticano Città del Vaticano
Linguaitaliana
Periodicitàsettimanale
Generestampa nazionale
FormatoTabloid
FondatoreMario Baldelli
Fondazione1934
Chiusura2007
SedeVia del Pellegrino - 00120 Città del Vaticano
Editorestemma Santa Sede
ISSN0391-688X (WC · ACNP)
Sito webosservatoreromano.va
 

L'Osservatore romano della Domenica è il nome originale del settimanale illustrato del quotidiano vaticano «L'Osservatore Romano», fondato il 6 maggio 1934. Dal 1951 al 1985 è uscito con il nome «L'Osservatore della Domenica». Nel 1979 è divenuto supplemento domenicale (di sole 8 pagine) in formato tabloid del quotidiano della Santa Sede. Nel 1985 l'impostazione grafica del periodico è stata aggiornata, e il nome cambiato in «OR Domenica». Nel 2007 ha interrotto le pubblicazioni.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla fondazione agli anni Trenta[modifica | modifica wikitesto]

L'Osservatore Romano della Domenica nacque nel 1934 dal desiderio di Mario Baldelli, allora Capo dell'Ufficio amministrativo de L'Osservatore Romano, di avere un giornale di carattere popolare. La rivista fu avallata dal conte Giuseppe Dalla Torre, direttore del quotidiano.

Tra i primi redattori e responsabili del nuovo settimanale vi furono alcuni giornalisti dell'«Osservatore», quali:

Durante il fascismo, i giornalisti e i collaboratori della rivista erano sorvegliati dal regime[1]. Negli anni trenta, la sorveglianza si strinse intorno al fondatore Mario Baldelli, che era ritenuto dai fascisti la causa dell'oppositore al regime del giornale L'Osservatore Romano e della rivista "L'Osservatore Romano della Domenica".

Il settimanale ebbe nei suoi primi anni il costante appoggio del Sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI.

L'epoca Zuppi (1947-1979)[modifica | modifica wikitesto]

Nel gennaio del 1947 Enrico Zuppi divenne nominato da monsignor Montini responsabile della periodico, per sostituire Ugo Piazza.

Enrico Zuppi aumentò il numero delle firme e dei collaboratori esterni, tra tutti ricordiamo:

Tra i collaboratori saltuari ricordiamo:

Enrico Zuppi durante i 32 anni in cui operò come direttore, dimostrò le sue grandi capacità di organizzazione, le sue qualità di grafico e di fotografo.
Alcune voluminose edizioni "speciali" sono state pubblicate in particolari circostanze:

«OR Domenica»[modifica | modifica wikitesto]

Nel luglio 1979 Enrico Zuppi va in pensione, e «L'Osservatore della Domenica» diventa un inserto domenicale di otto pagine, in formato tabloid del quotidiano «L'Osservatore Romano». Alla direzione del settimanale si avvicendano prima Raffaele Capomasi e poi Angelo Paoluzi.

Negli ultimi mesi del 1985 la grafica del settimanale viene aggiornata da Giuseppe Planelli. Raffaele Alessandrini diviene responsabile del settimanale, ribattezzato «OR Domenica», rievocando in modo abbreviato il nome primigenio voluto da Mario Baldelli.

La nuova veste grafica, semplice, concisa e rigorosamente senza pubblicità, prende avvio nel 1991 in coincidenza con l'ingresso dell'impressione "a freddo" che anche il quotidiano ha adottato, dopo 130 anni di piombo, antimonio e stereotipia.

Oltre alle rubriche vaticane, estere e italiane, alle pagine di cultura e di attualità, carattere peculiare dell'inserto domenicale era il Paginone: una sorta di giornale murale in cui predominavano gli interventi principali del Papa, o venivano trattate (normalmente in un trittico di articoli) questioni d'ordine sociale, etico, politico o culturale, sempre e comunque in riferimento al Magistero pontificio.

Linea editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni '60, Federico Alessandrini, vice-direttore de «L'Osservatore Romano», intervenne per affermare che «L'Osservatore della Domenica» non è un organo di stampa ufficiale vaticano.

In una comunicazione dal titolo La Città del Vaticano e il diritto d'informazione[2] aveva detto testualmente:

«Il settimanale illustrato L'Osservatore della Domenica, a tipo popolare e con diffusione quasi esclusivamente italiana. Il carattere vaticano di questo ebdomadario è dato particolarmente dalla circostanza che si stampa nella stessa tipografia dell'Osservatore Romano e vi collaborano alcuni redattori del quotidiano, firmando in extenso con i loro nomi e cognomi. Se è spesso arbitrario attribuire un carattere ufficiale a certi scritti dell'Osservatore Romano quotidiano, lo è ancora di più per quanto riguarda l'Osservatore della Domenica»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Documenti d'archivio del Ministero italiano degli Interni e della Pubblica Sicurezza dell'epoca
  2. ^ Ciclo di studi sulla libertà d'informazione, organizzato dall'ONU in cooperazione con il Governo Italiano. Roma (7-20 aprile 1964)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Valerio De Cesaris, Enrico Zuppi e L'Osservatore della Domenica Roma, Ed. Studium 2002.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]