László Moholy-Nagy

László Moholy-Nagy (nato László Weisz) (Bácsborsód, 20 luglio 1895 – Chicago, 24 novembre 1946) è stato un pittore e fotografo ungherese naturalizzato statunitense esponente del Bauhaus.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Borsód (oggi Bácsborsód), un villaggio al confine meridionale dell'Ungheria, da Lipót Weisz e Károline Stern.[1] Il padre gestiva una grande tenuta e anche la casa in cui viveva la famiglia ne faceva parte. László aveva due fratelli: Jenö, fratellastro per parte di madre nato nel 1891, e Ákos, nato nel 1897. Appena dopo la nascita di quest'ultimo, il padre abbandonò la famiglia e fu suo zio materno, Gusztáv Nagy, benestante avvocato progressista, ad accogliere la famiglia a Mohol (oggi Mol, Serbia) e a provvedere alle loro necessità.[2]
Il giovane, adottato il cognome dello zio, frequentò il liceo classico a Seghedino, all'epoca la seconda città dell'Ungheria. L'istruzione di tipo umanistico, che influenzò notevolmente la sua visione del mondo, era l'unica che gli avrebbe aperto poi le porte dell'università. Già nel 1911 aveva pubblicato poesie sul quotidiano locale e questo suo debutto artistico gli aveva fatto progettare una futura attività di scrittore ma, ottenuto a pieni voti il diploma, su incoraggiamento dello zio nel 1913 si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza all'università delle scienze di Budapest.[2]
A causa dello scoppio della Grande guerra, l'anno seguente dovette interrompere gli studi per arruolarsi nell'esercito austro-ungarico come ufficiale. Sotto le armi, per passare il tempo cominciò a eseguire schizzi e disegni sul retro di cartoline postali militari, di cui poteva fornirsi facilmente. Nel 1917, in Galizia fu ferito da una scheggia alla mano sinistra e, durante la convalescenza, ebbe l'opportunità di viaggiare nell'ambito dell'impero austro-ungarico, da Odessa a Trieste, da Innsbruck a Székesfehérvár.[2] Conobbe Lajos Kassák con il quale fondò una rivista d'avanguardia battezzandola MA (Oggi) e, assieme all'ex compagno di studi Iván Hevesy, futuro critico d'arte, collaborò alla rivista letteraria Jelenkor (Il presente). Un'altra amica, la fotografa Erzsébet Landau, gli procurò una vecchia macchina fotografica, con la quale cominciò a fare i primi esperimenti.[3] In quel periodo, cambiò definitivamente il suo cognome in Moholy-Nagy: Moholy in omaggio a Mohol, città della sua giovinezza, Nagy in omaggio a suo zio Gusztáv.
Alla fine della guerra, l'Ungheria attraversò un periodo di disordini e malcontento popolare e, dopo una breve esperienza come repubblica, il potere venne assunto dall'ammiraglio Miklós Horthy. László era a Budapest, dove aveva frequentato la scuola privata di pittura di Róbert Berény e preso parte a una mostra assieme a Sándor Gergely, ma alla fine dell'anno decise di tornare a Seghedino, e di qui a Vienna, dove si unì al gruppo MA delle avanguardie ungheresi, temporaneamente espatriate a causa della repressione politica in patria. Dopo alcune settimane si spostò a Berlino, che nel periodo della Repubblica di Weimar era divenuta un esaltante centro d'attrazione per i giovani artisti e intellettuali dell'Europa centrale. Qui rimase tre anni e conobbe la scrittrice e fotografa Lucia Schulz, la praghese che poi sposò nel 1921.[3]
A Berlino nel 1922 si tenne una importante mostra sull'arte dei costruttivisti russi, che avevano esercitato nella madrepatria una notevole influenza culturale. Moholy-Nagy condivise la loro filosofia sociale e cominciò ad abbracciarne lo stile. Grazie anche all'aiuto tecnico della moglie, Moholy-Nagy ideò il fotogramma, immagine fotografica realizzata senza una fotocamera. Gli oggetti, anche di uso quotidiano, venivano posizionati direttamente su carta sensibile e posti sotto una fonte di luce, la carta veniva impressionata e sviluppata come una normale fotografia, dando luogo a immagini che tendevano ad assomigliare ai suoi dipinti e alle sue composizioni costruttiviste; manipolando luci e ombre, gli oggetti più semplici potevano assumere delle forme ambigue e inquietanti. Quindi Moholy fu uno dei primi artisti a realizzare opere con mezzi esclusivamente meccanici.[1] Il suo lavoro di grafico fu fortemente influenzato anche dal movimento De Stijl. In un numero della rivista omonima, nel 1921 era comparso l'articolo Aufruf zur elemntaren Kunst - An die Künstler der Welt (Appello all'arte elementare - A tutti gli artisti del mondo), in cui Moholy, insieme a Hans Arp, Raoul Hausmann e Ivan Puni esponeva la sua visione dell'arte. Nello stesso anno, Moholy-Nagy espose le sue opere assieme a quelle di László Perí alla galleria Der Sturm e attirò l'attenzione di Walter Gropius.[4]
Gropius aveva fondato a Weimar nel 1919 la Bauhaus, un nuovo tipo di scuola di architettura, arte e design che promuoveva un concetto di arte e tecnologia non più elitario ma al servizio dell'umanità. La Bauhaus mirava a educare la persona nella sua interezza, con lo scopo di fornire allo studente gli strumenti per comprendere meglio la società in cui vive e per progettare oggetti che migliorano la vita delle persone. L'incontro fra i due si trasformò presto in un rapporto di lavoro e di reciproca stima (Gropius invitò Moholy-Nagy a insegnare nella sua scuola) e in una duratura amicizia che durò oltre 20 anni.
Nel 1923, László e Lucia Moholy-Nagy si trasferirono da Berlino a Weimar e nel 1925 a Dessau, nuova sede della scuola. La scuola di Weimar infatti dovette essere chiusa alla fine del semestre invernale 1924-1925 e tutti i professori licenziati: il nuovo governo regionale della Turingia, conservatore e nazionalista, non aveva voluto concedere ulteriori finanziamenti.[4] In questo periodo László curò con Gropius la serie di Bauhausbücher pubblicata dalla scuola: furono pubblicati in totale 14 volumi, ognuno dei quali, sotto forma di monografia completa, trattava della creazione artistica e delle teorie dell'arte contemporanea. Significativa in questo senso la pubblicazione Pittura Fotografia Film (1925), ottavo volume dei Bauhausbücher, che diventò il primo testo fondamentale sulla fotografia.
In linea con la filosofia della Bauhaus, Moholy riteneva non ci fossero barriere fra belle arti e arte commerciale e, oltre ai due Bauhausbücher firmati da lui, pubblicò articoli tradotti in diverse lingue. Nel 1928, a causa di sconvolgimenti all'interno della scuola, per lo più per motivi politici, Gropius si dimise dalla direzione e fondò a Berlino uno studio di architettura; pertanto anche Moholy dovette tornare a Berlino, dove il suo matrimonio con Lucia fallì. Nel giro di pochi anni anche la Bauhaus venne spostata a Berlino, per poi essere chiusa sotto le pressioni del regime nazista nel 1933.[1]
Durante questo secondo soggiorno berlinese, Moholy fu particolarmente attivo come libero professionista. Aprì uno studio e si occupò di pubblicità, mostre e scenografie. Viaggiò molto attraverso l'Europa, in Svizzera (a La Sarraz, luogo di fondazione del CIAM, Congresso Internazionale d'Architettura Moderna), in Francia (Parigi, Marsiglia con il ponte trasportatore, Bretagna), in Finlandia (dove incontrò il già celebre Alvar Aalto), in Cecoslovacchia (dove tenne conferenze e prese contatto con giovani artisti d'avanguardia).
I suoi fotogrammi furono utilizzati anche per alcune immagini pubblicitarie e le sue immagini più note finirono nelle riviste e nei libri di tutta Europa. In questo periodo si sviluppò anche il suo interesse verso il cinema: girò una serie di cortometraggi sperimentali, registrando ad esempio gli effetti di luce prodotti da una scultura cinetica da lui progettata. I titoli dei suoi film più significativi sono Marseille Vieux Port (Marsiglia, porto vecchio, 1929),Lichtspiel Schwarz Weiss Grau (Gioco di luce nero bianco grigio, 1930), Berliner Stilleben (Natura morta berlinese, 1931), ma è difficile poterli visionare perché i diritti sono detenuti dai suoi discendenti negli Stati Uniti. Durante la sua permanenza a Berlino avvenne anche l'incontro fra László e la sua seconda moglie, Sybille Pietzsch (Dresda 1903 - New York 1971). I due si sposarono all'inizio del 1932 ed ebbero due figlie, Hattula e Claudia.[3]
Nel 1934, anno in cui si tenne allo Stedelijk Museum un'importante retrospettiva delle sue opere, Moholy si trasferì ad Amsterdam dove, lavorando sempre come pubblicitario, cominciò a sperimentare l'uso della fotografia a colori. Nel 1935, costretto a sfuggire alla minaccia nazista a causa delle origini ebraiche della sua famiglia, si spostò a Londra, dove molti altri membri della Bauhaus si erano autoesiliati, tra cui lo stesso Gropius. Qui fu contattato da un altro ungherese, il regista e produttore Alexander Korda, che gli richiese di progettare una scenografia di una città del futuro nel film La vita futura (Things to Come, regia di William Cameron Menzies, 1936), ma le strutture luminose che aveva ideato sono visibili solo in 90 secondi del film finito.[1] Durante il soggiorno in Inghilterra, Moholy cominciò a sperimentare l'impiego di plastiche trasparenti, intravvedendo in questi materiali la possibilità di incorporare il movimento nei dipinti. Purtroppo l'esperimento non sortì grandi risultati perché materie come il plexiglas nel tempo tendevano a scolorirsi, a frantumarsi e a deteriorarsi.[1]
Nel frattempo a Chicago un gruppo di imprenditori aveva deciso di aprire una scuola di design, con l'obiettivo di ottenere prodotti migliori nelle proprie aziende. Colpiti dai risultati tedeschi, invitarono Walter Gropius a dirigere questa scuola, ma Gropius aveva appena accettato un incarico a Harvard e raccomandò di accettare al proprio posto il suo ex collega Moholy-Nagy. Nel 1937 questi fu nominato direttore del New Bauhaus, ma l'avventura si chiuse dopo meno di un anno per motivi finanziari. Moholy-Nagy non si perse d'animo e dopo appena un anno fondò la propria School of Design a Chicago. Da allora, e fino alla fine della sua vita, dedicò tempo, denaro ed energie a mantenere in vita questa scuola. L'Institute of Design, diretto discendente della scuola, continua ancora oggi la sua attività. Nell'aprile 1946, Moholy-Nagy ottenne la cittadinanza americana a tutti gli effetti, solo pochi mesi prima di morire, a Chicago il 24 novembre 1946, a seguito di una leucemia diagnosticata un anno prima.
A novembre 1995 il Centro Georges Pompidou di Parigi presentò più di quattrocento fotogrammi nella mostra Lâszlô Moholy-Nagy. Compositions lumineuses, Photogrammes, 1922-1943[4]. Nel 2023 a Chicago fu istituita la Fondazione Moholy-Nagy che finanzia studi e ricerche sull'opera dell'artista.[3]. Nel 2005 l'Università di Arti Applicate di Budapest fu ribattezzata Università di Arti Applicate Moholy-Nagy in suo onore. Nel 2016 il Guggenheim Museum di New York ha esposto, in una retrospettiva intitolata Moholy-Nagy: Future Present, dipinti, fotografie, filmati e sculture.[5]
Edizioni
[modifica | modifica wikitesto]- László Moholy-Nagy, Pittura Fotografia Film, traduzione di Bruno Reichlin, con una nota di Hans M.Wingler e un poscritto di Otto Stelzer, Giulio Einaudi Editore, 1987, ISBN 88-06-59347-1.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e (EN) Hattula Moholy-Nagy, A short biography of the artist [Una breve biografia dell'artista], su moholy-nagy.org, Moholy-Nagy Foundation. URL consultato il 22 settembre 2025.
- ^ a b c Alain Findeli, Le Bauhaus de Chicago: l'oeuvre pédagogique de László Moholy-Nagy, Les Editions du Septentrion, Sillery (Québec), 1995, pp. 21-23. ISBN 2894480385
- ^ a b c d (EN) Chronology [Cronologia], su moholy-nagy.org, Moholy-Nagy Foundation. URL consultato il 22 settembre 2025.
- ^ a b c (FR) Lâszlô Moholy-Nagy. Compositions lumineuses, Photogrammes, 1922-1943 [László Moholy-Nagy. Composizioni luminose, Fotogrammi, 1922 - 1943] (PDF), su centrepompidou.fr, Centre Georges Pompidou, 7 novembre 1995, p. 3. URL consultato il 23 settembre 2025.
- ^ (EN) Moholy-Nagy: Future Present [Moholy-Nagy: Futuro Presente], su guggenheim.org. URL consultato il 23 settembre 2025.
Altri progetti
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Wikiquote contiene citazioni di o su László Moholy-Nagy
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su László Moholy-Nagy
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Moholy-Nagy, László, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Moholy-Nagy, László, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) László Moholy-Nagy, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di László Moholy-Nagy, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di László Moholy-Nagy, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) László Moholy-Nagy, su Goodreads.
- (EN) László Moholy-Nagy, su Discogs, Zink Media.
- László Moholy-Nagy, su MYmovies.it, Mo-Net s.r.l..
- (EN) László Moholy-Nagy, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) László Moholy-Nagy, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) László Moholy-Nagy, su filmportal.de.
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 22203431 · ISNI (EN) 0000 0001 2277 3694 · SBN CFIV074886 · BAV 495/382667 · Europeana agent/base/51854 · ULAN (EN) 500004274 · LCCN (EN) n79133790 · GND (DE) 118583204 · BNE (ES) XX907588 (data) · BNF (FR) cb12282432n (data) · J9U (EN, HE) 987007265405705171 · NSK (HR) 000081935 · NDL (EN, JA) 00471780 · CONOR.SI (SL) 18082915 |
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