Vittorio Castellani

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Vittorio Castellani, noto anche con lo pseudonimo di Chef Kumalé (Torino, 17 giugno 1962), è un giornalista e saggista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Inizia la sua attività nell'ambito del food, dell'intercultura e del viaggio nel 1991.

Dal 1995, per cinque anni, conduce la rubrica radiofonica The Couscous Clan, sulle frequenze di Radio Flash Orizzonte Popolare Network.

Nel 1999 fonda l'Associazione Culturale The Couscous Clan[1], con la quale sperimenta il format delle Officine Gastronomiche Multietniche[2]: i corsi sulle cucine del mondo.

Dal 2000 inizia a collaborare con Carlo Petrini per lo sviluppo e l'organizzazione della sezione internazionale del Salone del Gusto di Torino. La collaborazione, che durerà fino alla quarta edizione, porrà le basi del progetto Terra Madre.

A partire dal 2003, collabora con l'europarlamentare Rinaldo Bontempi per lo sviluppo della rete euro-mediterranea del Conservatoire International des Cuisines Méditerranéennes di Marsiglia-Barcellona e degli eventi ad essa correlati.

Nel 2005 su commissione dell'azienda Lavazza, realizza il progetto-reportages “Coffee Roots: viaggio alle radici del caffè”[3], viaggiando in Etiopia, Yemen, Siria, Libano, Giordania, Egitto, Tunisia, Turchia, Senegal e Indonesia.

Nel 2010, per la Compagnia di San Paolo di Torino, cura, insieme ad altri, la progettazione della struttura Luoghi Comuni a Porta Palazzo.

Nel 2014 organizza per La Venaria Reale l'evento Ortinfestival[4] (38.500 visitatori in un week end), anticipando i temi di Expo Milano 2015, ottenendo il Patrocinio dell'Expo 2015.

Nel 2018 entra a La prova del cuoco come chef, ma poi si ritira.[5]

Ha una sua rubrica all'interno de il Venerdí di Repubblica, "Cucine del mondo", dove propone una ricetta etnica.

Il suo soprannome è la storpiatura, da parte di un suo figlio, di un intercalare piemontese.

Affiliazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Ordine Nazionale dei Giornalisti di Roma – Ordine professionale del Piemonte[6]
  • GIST Gruppo Italiano della Stampa Turistica[7]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Nuvole di Drago e Granelli di Couscous: ricette facili di un gastronomade senza frontiere, Vallardi, 2011
  • Il mondo a tavola: precetti, riti e tabù, Ed. Einaudi, 2007
    • O Mundo à Mesa (edizione in portoghese per il mercato brasiliano), Saberes Editora, 2012
  • Coffee Roots: viaggio alle redici del caffè, Ed. Gribaudo, 2006
  • Cucina dal mondo: le ricette, gli chef in cucina, Fabbri Editori, 2006
  • La Grande Cucina: Messico, Caraibi, America del Sud, Fabbri Editori, 2005
  • La Grande Cucina: Nord Africa e Medio Oriente, Fabbri Editori, 2005
  • La Grande Cucina: Oriente, Fabbri Editori, 2005
  • Mangiare-Amare-Viet Nam: note, divagazioni e ricette dal Paese della terra e delle acque, Ed. Neos, 2005
  • Mercados del Mediterraneo, IEMED y Lunwerg Editores, 2004 Barcelona
  • Guida alle Cucine del Mondo: i 100 migliori ristoranti, Editoriale Domus, 2003
  • Le Cucine del Mondo, per mangiare etnico a Torino e dintorni, La Stampa, 2002
  • Le Cucine del Mondo, Edizioni Sonda, 1998
  • Bevande dal Mondo, Edizioni Sonda, 1998
  • Cucine Africane, Edizioni Sonda, 1998
  • Torino, guida alla città multietnica, Edizioni Sonda, 1998
  • Ratatuia: un mare di uomini, migrazioni e pietanze, Edizioni Lindau, 1997

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Couscous Clan Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. sul sito dei Piemonte Immigrazione
  2. ^ Officine Gastronomiche Multietniche, Chef Kumalè a Genova | Di cibo e altre storie
  3. ^ Coffee Roots Archiviato il 7 agosto 2014 in Internet Archive. sul sito dell'azienda Lavazza
  4. ^ Ortinfestival Archiviato il 13 febbraio 2015 in Internet Archive. sul sito della Reggia di Venaria
  5. ^ Chef Kumalé lascia la Prova del cuoco: «Anche in cucina ormai domina lo slogan "Solo gli italiani"», su corriere.it, Corriere della Sera, 29 ottobre 2018. URL consultato il 12 dicembre 2019.
  6. ^ Ordine Nazionale dei Giornalisti, Elenco dei Pubblicisti affiliati (PDF), su odg.it (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2014).
  7. ^ Gist, Castellani nominato membro del Comite de Expertos, su gist.it.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN280257912 · ISNI (EN0000 0003 9046 2905 · SBN CFIV167686 · WorldCat Identities (ENviaf-280257912