Vai al contenuto

Kirill Vladimirovič Romanov

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Kirill Vladimirovič Romanov
Capo del Casato dei Romanov
Granduca di Russia
Stemma
Stemma
In carica31 agosto 1924 –
12 ottobre 1938
PredecessoreNicola II (come Zar di Russia)
SuccessoreVladimir Kirillovič
TrattamentoAltezza imperiale
NascitaCarskoe Selo, 12 ottobre[1] 1876
MorteNeuilly-sur-Seine, 12 ottobre 1938 (62 anni)
Luogo di sepolturaCastello di Rosenau
PadreGranduca Vladimir Aleksandrovič di Russia
MadreMaria di Meclemburgo-Schwerin
ConsorteVittoria Melita di Sassonia-Coburgo-Gotha
FigliMarija Kirillovna
Kira Kirillovna
Vladimir Kirillovič
Religioneortodossa russa
Kirill Vladimirovič Romanov
NascitaCarskoe Selo, 12 ottobre 1876
MorteNeuilly-sur-Seine, 12 ottobre 1938
Luogo di sepolturaCastello di Rosenau
Religioneortodossa russa
Dati militari
Paese servito Impero russo
Forza armata Marina imperiale russa
Anni di servizio1892 - 1917
GradoCapo di Stato Maggiore della Flotta Russa
GuerreGuerra russo-giapponese
BattaglieBattaglia di Port Arthur
voci di militari presenti su Wikipedia

Kirill Vladimirovič Romanov (Carskoe Selo, 12 ottobre 1876Neuilly-sur-Seine, 12 ottobre 1938) fu un membro della famiglia imperiale russa che, dopo la Rivoluzione Russa e l'uccisione di Nicola II e della sua famiglia, assunse dapprima il titolo di Capo della Famiglia Imperiale e successivamente quello di Imperatore ed Autocrate di Russia.

Era figlio del granduca Vladimir Aleksandrovič Romanov, fratello minore dello zar Alessandro III di Russia, e di Maria di Meclemburgo-Schwerin (che prese il nome di Maria Pavlovna dopo la conversione all'ortodossia): come nipote in linea diretta di uno zar, ebbe diritto al titolo di granduca col trattamento di Altezza Imperiale.

Servizio di guerra

[modifica | modifica wikitesto]

Durante la Guerra russo-giapponese servì come ufficiale nella Marina Imperiale Russa: la sua nave, la Petropavlovsk, fu colpita gravemente durante la battaglia di Port Arthur nell'aprile 1904[2] ed egli, sopravvissuto a stento, fu congedato dal servizio per le ustioni, il trauma alla schiena e il trauma da shock.

L'anno seguente sposò l'8 ottobre 1905 una cugina di primo grado, la principessa Vittoria Melita di Sassonia-Coburgo-Gotha[3], figlia del duca Alfredo di Sassonia-Coburgo-Gotha (secondogenito della Regina Vittoria del Regno Unito) e di Marija Aleksandrovna Romanova, l'unica figlia di Alessandro II. Questo matrimonio fu motivo di scandalo a corte perché la sposa aveva divorziato dal primo marito, suo cugino di primo grado il granduca Ernesto Luigi d'Assia, a sua volta fratello della zarina Alessandra Feodorovna, ed omosessuale. La zarina non aveva mai avuto in simpatia la cugina e cognata, cui attribuiva anche la colpa per la fine del matrimonio col fratello, e dopo le nozze si mise a capo della fazione della Corte che si opponeva al matrimonio: tenuto conto della malattia del figlio Alessio, e della notoria incapacità del fratello dello zar Michele, Kirill era già allora accreditato come possibile successore al trono imperiale. Subito dopo il ritorno della coppia in Russia, Nicola II privò il cugino del titolo di granduca, del trattamento di Altezza Imperiale, della sua posizione nella Marina Imperiale e lo bandì dalla Russia.[4][5]

Comunque nel 1908, dopo che la morte del granduca Aleksej Aleksandrovič Romanov rese Kirill terzo nella linea di successione al trono, Nicola II gli restituì i gradi nella Marina e la sua posizione a corte[6], creando sua moglie Granduchessa di Russia, che da allora fu nota come Sua Altezza Imperiale la granduchessa Viktoria Feodorovna. La coppia ebbe tre figli.

Durante la Rivoluzione di febbraio del 1917, dopo l'abdicazione dello zar, Kirill con il suo reggimento andò a giurare fedeltà al governo provvisorio, portando al braccio una fascia rossa sull'uniforme[2][7], cosa che gli alienò le simpatie di parte della famiglia imperiale, ma non del governo, che mise poi a sua disposizione un treno per raggiungere la Finlandia, dove nacque il suo ultimogenito. Dopo la Rivoluzione d'ottobre Kirill e Vittoria abbandonarono la Finlandia per andare prima a Coburgo e poi in Francia, dove vissero per il resto della vita.

Vita all'estero

[modifica | modifica wikitesto]

L'8 agosto 1922 Kirill si proclamò "Protettore del Trono Russo" e due anni dopo, il 31 agosto 1924, assunse il titolo di Imperatore ed Autocrate di Russia[3]: fu noto come lo Zar Sovietico perché, in caso di restaurazione, si espresse per il mantenimento di alcune caratteristiche del regime sovietico[2]. Benché, secondo le leggi dell'impero russo, fosse il primo in linea di successione dopo il massacro dello zar, della sua famiglia e del granduca Michele, le sue pretese al trono furono contrastate, adducendo il motivo che alla sua nascita sua madre era protestante e non ortodossa. Kirill fu sostenuto da quei russi che si definivano "legittimisti" (in russo: легитимисты), sottolineando così la legittimità della successione di Kirill, mentre gli oppositori furono noti come "non-predeterminato" (in russo непредрешенцы), cioè come coloro che credevano che, in conseguenza degli eventi rivoluzionari, fosse necessaria la riunione di un Zemskij sobor per scegliere un nuovo monarca per la Russia. Nel 1922 un cugino dello zar, il Granduca Nicola il Giovane fu proclamato Imperatore da uno Zemsky Sobor riunito nella regione di Priamurye dal Generale Diterikhs.

Kirill ebbe il sostegno maggiore da un gruppo di legittimisti noti come "Mladorossi", un'organizzazione russa di monarchici emigrati che fu molto influenzata dal fascismo - benché tenesse le distanze dagli altri movimenti fascisti: progressivamente l'organizzazione cominciò a mostrare delle simpatie per il Soviet, sostenendo che la monarchia ed i sistemi sovietici dei bolscevichi potevano coesistere pacificamente (il loro slogan era "Tsar e Soviet"). Kirill divenne più prudente verso il movimento quando seppe che il suo fondatore, Aleksandr Kazem-Bek, fu visto incontrarsi con un agente dell'OGPU e, in seguito a questo, ne accettò le dimissioni. Il suo unico figlio, Vladimir, mantenne i legami con l'organizzazione fino alla Seconda guerra mondiale: e, alla morte del padre, gli successe come Capo della Famiglia Imperiale, nonostante alcune contestazioni di membri della famiglia.

A seguito della caduta del potere sovietico, i resti di Kirill e di sua moglie furono trasferiti da Coburgo, in Germania, alla Fortezza di San Pietro e San Paolo a San Pietroburgo, tradizionale luogo di sepoltura dei Romanov.

Il Granduca Kirill e la principessa Vittoria Melita di Sassonia-Coburgo-Gotha ebbero tre figli:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Nicola I di Russia Paolo I di Russia  
 
Sofia Dorotea di Württemberg  
Alessandro II di Russia  
Carlotta di Prussia Federico Guglielmo III di Prussia  
 
Luisa di Meclemburgo-Strelitz  
Vladimir Aleksandrovič Romanov  
Luigi II d'Assia Luigi I d'Assia  
 
Luisa d'Assia-Darmstadt  
Maria d'Assia-Darmstadt  
Guglielmina di Baden Carlo Luigi di Baden  
 
Amalia d'Assia-Darmstadt  
Kirill Vladimirovič Romanov  
Paolo Federico di Meclemburgo-Schwerin Federico Ludovico di Meclemburgo-Schwerin  
 
Elena Pavlovna Romanova  
Federico Francesco II di Meclemburgo-Schwerin  
Alessandrina di Prussia Federico Guglielmo III di Prussia  
 
Luisa di Meclemburgo-Strelitz  
Maria di Meclemburgo-Schwerin  
Principe Enrico LXIII di Reuss-Köstritz Principe Enrico XLIV di Reuss-Köstritz  
 
Baronessa Guglielmina di Geuder  
Augusta di Reuss-Köstritz  
Contessa Eleonora di Stolberg-Wernigerode Conte Enrico di Stolberg-Wernigerode  
 
Principessa Giovanna di Schonburg-Waldenburg  
 

Onorificenze russe

[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ O.S. 30 settembre
  2. ^ a b c Grand Duke Cyril Dies In Paris Exile, New York Times, 13 ottobre 1938, p. 23.
  3. ^ a b Almanacco di Gotha, 182nd, Almanacco di Gotha, 1998, p. 214.
  4. ^ Czar Furious With Cousin, New York Times, 15 ottobre 1905, p. 6.
  5. ^ Grand Duke Degraded, New York Times, 17 ottobre 1905, p. 1.
  6. ^ Death Wins Pardon For A Grand Duke, New York Times, 19 novembre 1908, p. 6.
  7. ^ Duke Cyril Prompt To Side With Duma, New York Times, 17 marzo 1917, p. 2.
  8. ^ Jørgen Pedersen: Riddere af Elefantordenen 1559–2009, Odense: Syddansk Universitetsforlag, 2009. ISBN 8776744345

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore - Titolare -
Zar di Russia
Successore
Nicola II 17 luglio 1918 – 12 ottobre 1938
Ragione per la mancata successione:
Impero abolito nel 1917
Vladimir Kirillovič
Controllo di autoritàVIAF (EN72272968 · ISNI (EN0000 0000 8262 428X · LCCN (ENn92087853 · GND (DE122340191 · BNF (FRcb149776122 (data) · J9U (ENHE987007412312505171
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie