Kierion

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Kierion
Titolo originaleΚιέριον
Lingua originalegreco
Paese di produzioneGrecia
Anno1968
Durata86 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1,37:1
Generethriller
RegiaDīmos Theos
SceneggiaturaDīmos Theos, Kōstas Sfīkas
ProduttoreGiōrgos Papalios, Dīmos Theos
FotografiaSyrakos Danalīs, Giōrgos Panousopoulos
MontaggioVangelis Serdaris
MusicheVangelis Maniatis
Interpreti e personaggi
  • Anestīs Vlachos: Aimos Vagenas
  • Kyriakos Katsourakis: Zadik
  • Elenī Theofilou:
  • Dīmos Starenios: editore di giornali
  • Ellī Xanthakī:
  • Stauros Tornes: George Morgan
  • Kōstas Sfīkas:
  • Grīgorīs Massaias:
  • Theo Angelopoulos:
  • Titika Vlachopoulou:
  • Ritsa Barkia:

Kierion è un film del 1968 diretto da Dīmos Theos. Pur ambientando la vicenda in un presente non meglio indentificabile, il film si ispira al caso di George Polk, un giornalista statunitense ucciso in circostanze misteriose durante la Guerra civile greca, dove s'era recato per intervistare Markos Vafeiadīs, generale dell'Esercito popolare greco di liberazione e Primo ministro del Governo Democratico Provvisorio ellenico.[1]

È stato presentato in concorso alla 29ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.[2]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Un giornalista è accusato di aver ucciso un collega americano che stava indagando sui legami tra il governo e le compagnie petrolifere in Medio Oriente. Rilasciato per mancanza di prove, comincia a indagare per scoprire i veri colpevoli, ma invano, poiché il ruolo dei servizi segreti e della macchina parastatale si rivela ben più complesso e più potente di lui: la polizia attribuirà il delitto a uno studente universitario ebreo, Zadik, che morirà suicida in carcere, mentre anche il testimone chiave dell'omicidio verrà trovato morto.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato presentato in anteprima il 5 settembre 1968 in concorso alla 29ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.[3] È stato distribuito nelle sale cinematografiche greche solo nel 1974, in seguito alla caduta del regime dei colonnelli.[1][4]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua presentazione a Venezia, Leo Pestelli de La Stampa liquidò il film definendolo «modesto» e criticandone «la discutibile tessitura da "giallo"», pur apprezzandone le intenzioni.[5] Nella sua Storia del cinema mondiale, Gian Piero Brunetta parla invece di «un interessante film politico».[6]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Cecilia Ermini, La «lotta per il visibile» di Dimos Theos, cineasta contro il potere, in Il manifesto, 1º novembre 2018. URL consultato il 3 novembre 2020.
  2. ^ a b 29ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia - Concorso, su Archivio storico delle arti contemporanee, Biennale di Venezia. URL consultato il 3 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 15 aprile 2021).
  3. ^ La censura blocca un film, in Stampa Sera, 5-6 settembre 1968, p. 7. URL consultato il 3 novembre 2020.
  4. ^ (EN) Vrasidas Karalis, A History of Greek Cinema, Londra, Bloomsbury, 2012, p. 122, ISBN 9781441112781.
  5. ^ Leo Pestelli, Il poetico «Teorema» di Pasolini arduo film di un marxista cristiano, in La Stampa, 6 settembre 1968, p. 7. URL consultato il 3 novembre 2020.
  6. ^ Gian Piero Brunetta, Storia del cinema mondiale, vol. 3, Segrate, Einaudi, 1999, p. 1297, ISBN 9788806145286.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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