Kevin McKenzie

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Beatrice dei Paesi Bassi, Martine van Hamel e Kevin McKenzie nel 1982

Kevin McKenzie (Burlington, 29 aprile 1954) è un ex ballerino, direttore artistico e coreografo statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Ultimo di undici figli, Kevin McKenzie ha studiato danza alla Washington School of Ballet e nel 1972 ha vinto la medaglia d'argento al concorso internazionale di balletto di Varna;[1] dopo la vittoria si è unito al Washington Ballet, con cui ha fatto il suo debutto ne Les Sylphides al Kennedy Center.[2] Dopo due anni con la compagnia nel 1974 si è unito al Joffrey Ballet in veste di primo ballerino.[3] Cinque anni più tardi è stato scritturato dall'American Ballet Theatre (ABT) come solista e nel 1980 è stato promosso ad étoile della compagnia.[4][5]

Con l'ABT, McKenzie ha danzato tutti i maggiori ruoli maschili del repertorio, tra cui Solor ne La Bayadere, il principe in Cenerentola, Franz in Coppélia, Basilio ed Espada nel Don Chisciotte, Albrecht in Giselle, Romeo e Mercuzio in Romeo e Giulietta, il principe Desiderio ne La bella addormentata, Siegfried ne Il lago dei cigni e James ne La Sylphides. Parallelamente alla carriera da ballerino, durante gli anni ottanta McKenzie ha cominciato a creare coreografie originali, realizzando Groupo Zambaria (1984) e Liszt Études (1991) per il New Amsterdam Ballet, Lucy and the Count (1992) per il Washington Ballet e nuovi allestimenti de Lo schiaccianoci (1993), Don Chisciotte (1994), Il lago dei cigni (2000) e Raymonda (2004). Dopo l'addio alle scene nel 1991, McKenzie è tornato per un anno al Washington Ballet come direttore associato, mentre nel 1992 è stato nominato direttore artistico dell'ABT.[6]

McKenzie è diventato direttore in un momento difficile per la compagnia, sull'orlo della bancarotta e con oltre cinque milioni di dollari di debito.[7] Nel corso degli anni novanta è riuscito a rivitalizzare l'ABT con le sue nuove versioni de Lo schiaccianoci e Don Chisciotte, riuscendo anche a ridare lustro alla compagnia facendo danzare come ospiti ballerini del calibro di Julio Bocca, Jose Manuel Careno, Vladimir Malakhov, Ethan Stiefel, Alessandra Ferri e Irina Dvorovenko.[8] Se da una parte la presenza di stelle del balletto è riuscita a salvare l'ABT dal tracollo finanziario, dall'altra durante il primo decennio sotto la sua direzione la compagnia non ha quasi più formato nuove leve, rimanendo così a corto di nuovi ballerini.[9] Per risolvere il problema, McKenzie ha stretto un profondo sodalizio con la Jacqueline Kennedy Onassis School, che ha formato molti dei futuri ballerini dell'ABT. Tra i maggiori ballerini affermatisi sotto la direzione artistica di McKenzie si ricordano Gillian Murphy, David Hallberg, Marcelo Gomes ed Herman Cornejo. Dopo trent'anni come direttore artistico dell'American Ballet Theatre, ha dato il suo addio alla compagnia alla fine del 2022.[10]

È sposato con l'ex prima ballerina Martine van Hamel.[11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) VI International Ballet Competition – Varna 1972, su XXIX Varna IBC 2020, 18 aprile 2018. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  2. ^ (EN) Facebook, Twitter, Show more sharing options, Facebook, Twitter, LinkedIn, Facing the Daunting Task of Turning Around ABT : Dance: Kevin McKenzie, the new ABT artistic director and former dancer, takes over a financially crippled troupe. He is confident, though, that the company 'is going to make it.', su Los Angeles Times, 30 novembre 1992. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  3. ^ (EN) Alan M. Kriegsman, The Joffrey's Flexible Classicist, in Washington Post, 1º agosto 1978. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  4. ^ (EN) Interview with Kevin McKenzie, su NYPL Digital Collections. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  5. ^ (EN) Kevin McKenzie Named Ballet Theater Principal, in The New York Times, 11 febbraio 1980. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  6. ^ (EN) McKenzie named director of American Ballet Theatre, su UPI. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  7. ^ (EN) Anna Kisselgoff, DANCE; For Kevin McKenzie, an Uphill Battle, in The New York Times, 2 maggio 1993. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  8. ^ (EN) Anna Kisselgoff, CRITIC'S NOTEBOOK; They Make People Gasp, in The New York Times, 14 maggio 1999. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  9. ^ (EN) Condé Nast, Bring in the Ballerinas, su The New Yorker, 18 giugno 2012. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  10. ^ (EN) Roslyn Sulcas, American Ballet Theater’s Leader to Step Down After 30 Years, in The New York Times, 25 marzo 2021. URL consultato il 19 febbraio 2022.
  11. ^ (EN) John Killacky, Dancer Kevin McKenzie Looks Back on a Remarkable Career, Onstage and Off, su Seven Days. URL consultato il 19 febbraio 2022.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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