Karl Friedrich Titho

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Karl Friedrich Titho
NascitaFeldrom, 14 maggio 1911
MorteHorn-Bad Meinberg, 18 giugno 2001
Dati militari
Paese servitoPartito Nazista
Bandiera della Germania Germania
Forza armata Schutzstaffel
Anni di servizio1932-1945
GradoUntersturmführer
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante diCampo di Fossoli
Campo di transito di Bolzano
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Karl Friedrich Titho (Feldrom, 14 maggio 1911Horn-Bad Meinberg, 18 giugno 2001) è stato un militare tedesco, Untersturmführer delle SS e comandante del campo di Fossoli e di Bolzano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Titho si unì alle SS nel 1932 e al Partito nazista nel 1933. Dal 1942 fu una guardia del campo di concentramento di Amersfoort e nel 1943 si trasferì nel campo di concentramento di Herzogenbusch. Quando Wilhelm Harster fu a capo del Sicherheitsdienst in Italia nel settembre 1943, quest'ultimo scelse Titho come suo autista. Harster nominò Titho comandante del campo di Fossoli nel maggio 1944 e, dopo la chiusura di quest'ultimo, Titho divenne comandante del campo di transito di Bolzano, carica che mantenne fino alla fine della guerra[1][2]. Poco prima della chiusura del campo di Fossoli come campo di transito per gli ebrei, il 12 luglio 1944 il comandante del campo Titho sovrintese l'esecuzione di 67 persone, noto come eccidio di Cibeno[2][3]. Nel 1951 Titho fu condannato a sei anni di reclusione nei Paesi Bassi per crimini di guerra, essendo stato coinvolto nell'esecuzione di prigionieri sovietici. Gli venne dato un anno in più per i suoi maltrattamenti ai prigionieri olandesi, ma fu portato in Germania nel 1953 dopo che i Paesi Bassi si erano rifiutati di estradare Titho in Italia nel 1951[1][2]. Nei primi anni '70, il procuratore di stato a Dortmund, indagò sul suo ruolo nel massacro di Cibeno e sulla deportazione dei prigionieri ebrei nel campo di concentramento di Auschwitz dai campi di Fossoli e Bolzano. I due capi del dipartimento che investigavano su Titho erano entrambi membri del Partito nazista da tempo remoto[2], e il caso venne chiuso perché non si poteva dimostrare che Titho sapeva che gli ebrei deportati ad Auschwitz sarebbero stati uccisi lì e non era chiaro se alla fine fossero stati effettivamenti uccisi.

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Titho è morto nel 2001; e poco prima di morire, l'ufficiale nazista ammise di essere stato, in quanto membro delle SS, colpevole dei crimini commessi e per questo motivo, si scusò con le vittime e i loro familiari dimostrando pentimento[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Karl Friedrich Titho (1911-2001), su gedenkorte-europa.eu.
  2. ^ a b c d e (DE) Marianne Schwarzer, Dem „Henker von Fossoli" blieb ein Prozess auf deutschem Boden erspart, su lz.de, 2016.
  3. ^ Eccidio di Cibeno, su straginazifasciste.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dario Venegoni, Uomini, donne e bambini nel lager di Bolzano - Una tragedia italiana in 7982 storie individuali, Sesto San Giovanni, Mimesis, 2004, ISBN 978-88-8483-224-5.
  • Laboratorio di storia di Rovereto, Il popolo numerato - Civili trentini nel Lager di Bolzano 1944 - 1945, Mori, La Grafica, 2017, ISBN 978-88-9740-241-1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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