Karel Van Miert

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Karel Van Miert

Commissario europeo per la concorrenza
Durata mandato6 gennaio 1995 –
16 settembre 1999
PresidenteJacques Santer
Manuel Marín
PredecessoreSé stesso
SuccessoreMario Monti

Vicepresidente della Commissione europea
Durata mandato6 gennaio 1993 –
22 gennaio 1995
ContitolareMartin Bangemann
Leon Brittan
Henning Christophersen
Manuel Marín
Antonio Ruberti
PredecessoreFrans Andriessen
Leon Brittan
Henning Christophersen
Manuel Marín
Filippo Maria Pandolfi
SuccessoreLeon Brittan
Manuel Marín

Commissario europeo per la concorrenza, il personale e l'amministrazione
Durata mandato6 gennaio 1993 –
6 gennaio 1995
PresidenteJacques Delors
PredecessoreLeon Brittan
(Concorrenza)
Antonio Cardoso e Cunha
(Personale e amministrazione)
SuccessoreSé stesso
(Concorrenza)
Erkki Liikanen
(Personale e amministrazione)

Commissario europeo per i trasporti, il credito e gli investimenti e la tutela dei consumatori
Durata mandato6 gennaio 1989 –
6 gennaio 1993
PresidenteJacques Delors
PredecessoreStanley Clinton Davis (Trasporti e tutela dei consumatori)
Abel Matutes
(Credito e investimenti)
SuccessoreAbel Matutes
(Trasporti)
Henning Christophersen (Credito e investimenti)
Christiane Scrivener (Politica dei consumatori)

Presidente del Partito Socialista Differente
Durata mandato26 novembre 1978 –
14 gennaio 1989
Predecessorecarica istituita
SuccessoreFrank Vandenbroucke

Presidente del Partito Socialista Belga
Durata mandato1977 –
1978
ContitolareAndré Cools[1]
PredecessoreWilly Claes
André Cools[1]
Successoredissoluzione partito

Membro del Parlamento fiammingo
Durata mandato13 ottobre 1985 –
5 gennaio 1989
CircoscrizioneBruxelles
Sito istituzionale

Europarlamentare
Durata mandato17 luglio 1979 –
1° novembre 1985
LegislaturaI, II
Gruppo
parlamentare
PSE
Incarichi parlamentari
Membro
  • Commissione politica (dal 20 luglio 1979 al 23 luglio 1984)
  • Commissione per gli affari istituzionali (dal 21 gennaio 1982 al 23 luglio 1984)
  • Delegazione per le relazioni con il Giappone (dal 11 aprile 1983 al 23 luglio 1984)
  • Commissione per gli affari istituzionali (dal 26 luglio 1984 al 01 novembre 1985)
  • Commissione politica (dal 26 luglio 1984 al 01 novembre 1985)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPSB / SP
UniversitàUniversità di Gand

Karel Van Miert (Oud-Turnhout, 17 gennaio 1942Beersel, 22 giugno 2009) è stato un politico belga, esponente e leader del Partito Socialista Differente. È stato commissario europeo ed è tra i padri della politica europea sulla concorrenza.

Estrazione e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Van Miert proveniva da una famiglia contadina[2]. Era il primogenito ed aveva otto fratelli[2]. All'età di 14 anni lasciò la scuola per aiutare in famiglia, ma tre anni dopo riprese gli studi e riuscì a diplomarsi[3].

Nel 1966 si laureò in scienze politiche e diplomatiche presso l'università di Gand con una tesi sulla Commissione della CEE e l'anno successivo studiò presso il centro universitario europeo di Nancy, dove conobbe Émile Noël[3][4].

Nel 1967 Van Miert lavorò come stagista presso la Commissione europea su invito di Noël[3][4]. Nel 1968, grazie a Fernand Dehousse, venne assunto dal Fondo nazionale per la ricerca scientifica, dove rimase due anni[2][3]. Dal 1971 al 1973 fu assistente di diritto internazionale presso l'università di Bruxelles[2].

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Van Miert cominciò l'attività politica tra i giovani socialisti, di cui fu vicepresidente e segretario[4].

Van Miert fece parte del gabinetto del commissario europeo Sicco Mansholt dal 1968 al 1970 e poi del commissario europeo Henri Simonet dal 1973 al 1975[2]. Nel 1977 divenne capo di gabinetto del ministro dell'economia Willy Claes[5].

Presidente del Partito Socialista[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976 Van Miert fu eletto vice segretario nazionale del Partito Socialista Differente[2]. Nel luglio 1977 divenne co-presidente del partito e dopo la scissione del partito tra valloni e fiamminghi venne nominato presidente del Partito Socialista Differente nell'ottobre 1978[2]. Rimase leader del partito fino al gennaio 1989 e fu anche vicepresidente dell'Internazionale Socialista[2][5].

Nel 1979 Van Miert fu eletto al Parlamento europeo[2]. Ne fece parte fino al novembre 1985, quando divenne membro della Camera dei rappresentanti[2]. Van Miert lottò contro l'installazione di missili statunitensi in Belgio e si dichiarò a favore di un'Europa socialista, equidistante da Stati Uniti e Unione Sovietica[6][7].

Commissario europeo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1989 Van Miert rifiutò la prospettiva di diventare ministro degli esteri e vice primo ministro del Belgio e venne invece indicato dal governo del suo paese come commissario europeo del Belgio[5]. Entrò in carica nel gennaio 1989 nell'ambito della Commissione Delors II come Commissario europeo per i Trasporti, il credito e gli investimenti e la tutela dei consumatori[2]. Come commissario per i trasporti Van Miert facilitò l'attività delle compagnie ferroviarie nazionali in altri stati membri della Comunità, ponendo le basi per la creazione di un mercato ferroviario europeo integrato, promosse la creazione di linee ferroviarie ad alta velocità e sostenne la costruzione del tunnel della Manica[2][6][8]. Avviò inoltre negoziati a nome dell'intera Comunità sui diritti di atterraggio delle compagnie aeree europee negli Stati Uniti ed avviò l'apertura del settore aereo europeo che consentì lo sviluppo graduale delle compagnie a basso costo[6]. Promosse l'introduzione di criteri sul trasporto di merci su strada e l'introduzione di limitatori di velocità su camion e autobus[2].

Nel 1995 il Partito Socialista Differente venne coinvolto in uno scandalo di corruzione riguardante l'acquisto di elicotteri Agusta[6]. Van Miert subì una perquisizione ma non fu trovato alcun elemento a suo carico[6].

Dal 1993 al 1999 Van Miert fu Commissario europeo per la Concorrenza nelle commissioni Delors III, Santer e Marin, di cui fu anche vicepresidente[2]. Nella Commissione Delors III aveva anche la delega al personale e all'amministrazione[2]. Van Miert utilizzò pienamente i suoi poteri per favorire la concorrenza e si scontrò duramente con stati ed imprese, contribuendo fortemente ad affermare il ruolo della Commissione europea nel settore[5]. A causa della sua attività come commissario per la concorrenza, Van Miert era ritenuto da alcuni "l'uomo più potente d'Europa"[5].

Come commissario per la concorrenza sanzionò un cartello di imprese siderurgiche europee e Volkswagen, ricorse contro aiuti dello stato italiano al settore calzaturiero e dei trasporti[2]. Si occupò di diritti televisivi per gli eventi sportivi e dei criteri per la vendita dei biglietti per i mondiali di calcio del 1998[2]. Impedì la fusione di Endemol con RTL 4, CTL, VNU e Veronica nell'ambito dell'Holland Media Group ed impedì una joint venture per la televisione digitale tra il gruppo Kirch e Bertelsmann[2][5]. Pose fine al monopolio pubblicitario del canale fiammingo VTM[2]. Acconsentì alla fusione di Boeing e MacDonnell Douglas, ma pose condizioni stringenti[2]. Pose condizioni anche per il salvataggio della banca Crédit Lyonnais da parte dello stato francese[5]. Avviò un'indagine sui prezzi della telefonia mobile ed aprì una procedura contro Microsoft[2][9]. Intervenne sulle politiche di aiuto per le industrie della Germania orientale[6]. Benché molto attento alla protezione della concorrenza, Van Miert si impegnò anche per la politica industriale, promuovendo ad esempio la fusione delle industrie aerospaziali europee per bilanciare Boeing[10].

Attività successive[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la fine del mandato da commissario Van Miert continuò ad interessarsi di affari europei. Nel 2003 fu nominato coordinatore di un gruppo di esperti sulle reti di trasporto transeuropee ed i corridoi europei in particolare[6]. Nel 2005 fu nominato mediatore per il progetto del satellite Galileo e negoziò tra stati membri e industria europea[11]. Fu tra i promotori del Museo dell'Europa[7].

Insegnò all'università Nijenrode, all'università di Bruxelles e all'Istituto Universitario Europeo di Fiesole[2][5]. Dal 2000 al 2003 fu anche presidente dell'università Nijenrode[2].

Van Miert fu membro dei consigli di amministrazione di una serie di società, tra cui Agfa-Gevaert, Anglo American e Vivendi, e fu consulente di Goldman Sachs[2][6][12][13].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Van Miert si sposò ed ebbe un figlio, poi ebbe un'altra compagna[6]. Van Miert parlava correntemente neerlandese, inglese, francese e tedesco[5]. Van Miert era appassionato di giardinaggio, orticoltura e animali. Morì per una caduta da una scala nel suo giardino[5].

Onorificenze e premi[modifica | modifica wikitesto]

  • Ministro di Stato, 1992[2]
  • European Railway Award, 2007[8]
  • A Van Miert è stato intitolato un premio di giornalismo[14]
  • A Van Miert è intitolato un edificio del campus della Vrije Universiteit di Bruxelles[15]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Le marché, la concurrence et le pouvoir (Racine, 2000); Markt, Macht, Wettbewerb: meine Erfahrungen als Kommissar in Brüssel (Stoccarda e Monaco: Dt. Verl.-Anst., 2000).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Copresidente francofono
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y (NL) Karel Van Miert, su europa-nu.nl, Europa.nu. URL consultato il 13 novembre 2011.
  3. ^ a b c d (FR) Melody Dermine, Qu'avez-vous fair de vos 20 ans: Karel Van Miert, su archives.lesoir.be, Le Soir, 16 agosto 1993. URL consultato il 13 novembre 2011.
  4. ^ a b c (DE) Karel Van Miert, su munzinger.de, Munzinger. URL consultato il 13 novembre 2011.
  5. ^ a b c d e f g h i j (EN) Leo Cendrowicz, Karel Van Miert, su guardian.co.uk, The Guardian, 25 giugno 2009. URL consultato il 13 novembre 2011.
  6. ^ a b c d e f g h i (EN) Karel Van Miert, su telegraph.co.uk, The Telegraph, 5 agosto 2009. URL consultato il 13 novembre 2011.
  7. ^ a b (FR) Martine Dubuisson e Pascal Martin, L'Europe perd Karel Van Miert, su archives.lesoir.be, Le Soir, 24 giugno 2009. URL consultato il 13 novembre 2011.
  8. ^ a b (EN) European Railway Award 2007: Europe’s rail sector honours key players, su unife.org, Unife, 17 ottobre 2007. URL consultato il 13 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  9. ^ (FR) Myriam Berber, La position européenne, Karel Van Miert, su rfi.fr, RFI, 5 novembre 1998. URL consultato il 13 novembre 2011.
  10. ^ (FR) Jean Quatremer, Karel Van Miert est mort ce matin, su bruxelles.blogs.liberation.fr, Libération, 23 giugno 2009. URL consultato il 13 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2013).
  11. ^ (EN) Jacques Barrot appoints Karel Van Miert as facilitator for Galileo, su timeshighereducation.co.uk, Times Higher Education, 25 ottobre 2005. URL consultato il 13 novembre 2011.
  12. ^ (EN) Professor Karel van Miert passes away, su angloamerican.com, Anglo American, 24 giugno 2009. URL consultato il 13 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2012).
  13. ^ (EN) Death of Mr Karel Van Miert, member of Supervisory Board, su vivendi.com, Vivendi, 23 giugno 2009. URL consultato il 13 novembre 2011.
  14. ^ (EN) 3rd edition of the Karel van Miert/Etienne Davignon prizes for journalists, su aej.org, Associazione dei giornalisti europei, 19 settembre 2011. URL consultato il 13 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2011).
  15. ^ (EN) Karel Van Miert building, su vub.ac.be, Vrije Universiteit Brussels. URL consultato il 13 novembre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jerry Beets, Karel van Miert: Hernieuwer of briljante overgangsfiguur? (Kluwer, 1983).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Commissario europeo del Belgio Successore
Willy De Clercq 6 gennaio 1989 – 16 settembre 1999 Philippe Busquin
Predecessore Commissario europeo per la concorrenza Successore
Sé stesso 6 gennaio 1995 – 16 settembre 1999 Mario Monti
Predecessore Vicepresidente della Commissione europea Successore
Frans Andriessen
Leon Brittan
Henning Christophersen
Manuel Marín
Filippo Maria Pandolfi
6 gennaio 1993 – 22 gennaio 1995
con Martin Bangemann
Leon Brittan
Henning Christophersen
Manuel Marín
Antonio Ruberti
Leon Brittan
Manuel Marín
Predecessore Commissario europeo per la concorrenza, il personale e l'amministrazione Successore
Leon Brittan
(Concorrenza)
Antonio Cardoso e Cunha
(Personale e amministrazione)
6 gennaio 1993 – 6 gennaio 1995 Sé stesso
(Concorrenza)
Erkki Liikanen
(Personale e amministrazione)
Predecessore Commissario europeo per i trasporti, il credito e gli investimenti e la tutela dei consumatori Successore
Stanley Clinton Davis
(Trasporti e tutela dei consumatori)
Abel Matutes
(Credito e investimenti)
6 gennaio 1989 – 6 gennaio 1993 Abel Matutes
(Trasporti)
Henning Christophersen
(Credito e investimenti)
Christiane Scrivener
(Politica dei consumatori)
Predecessore Presidente del Partito Socialista Differente Successore
fondazione del partito 26 novembre 1978 – 14 gennaio 1989 Frank Vandenbroucke
Predecessore Presidente del Partito Socialista Belga Successore
Willy Claes
André Cools[1]
1977 – 1978
con André Cools[1]
dissoluzione partito

  1. ^ a b Copresidente francofono
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