Kızkalesi

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Disambiguazione – Se stai cercando il castello omonimo, vedi Kızkalesi (castello).
Kızkalesi
località
Kızkalesi – Veduta
Kızkalesi – Veduta
La spiaggia di Kızkalesi con il castello omonimo
Localizzazione
StatoBandiera della Turchia Turchia
RegioneMar Mediterraneo
ProvinciaMersina
DistrettoErdemli
Territorio
Coordinate36°27′38″N 34°08′42″E / 36.460556°N 34.145°E36.460556; 34.145 (Kızkalesi)
Altitudine10 m s.l.m.
Abitanti1 663 (stima del 2018)
Altre informazioni
Cod. postale33790
Prefisso0324
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Turchia
Kızkalesi
Kızkalesi

Kızkalesi è una località balneare sul Mar Mediterraneo della Turchia meridionale, facente parte della provincia di Mersina e del distretto di Erdemli. Conta una popolazione di circa 1.600-1.700 abitanti.[1]

La località, che prende il nome dal castello omonimo, si trova dove sorgeva l'antica Corico.[2]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Kızkalesi si trova a sud-ovest di Mersin, tra le località di Erdemli e Silifke (rispettivamente a sud-ovest della prima e ad est/nord-est della seconda)[3], nel tratto di costa che si apre verso la pianura di Çukurova[2]. Da Mersin dista circa 60 km.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Corico (Cilicia).

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Fortificazione a Kızkalesi
Il Kızkalesi ("castello della ragazza") o Deniz Kalesi ("castello sul mare")

A Kızkalesi si trovano due fortezze.[2]

Il primo castello, che dà il nome alla località, si trova su un'isola di fronte alla spiaggia: risalente al XII secolo, deve il proprio nome Kızkalesi, che significa "Castello della ragazza", ad una leggenda secondo la quale un padre geloso vi avrebbe rinchiuso la figlia.[2]

Lungo la costa si trova invece una fortezza "gemella".[2]

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Nei dintorni di Kızkalesi si trovano le rovine dell'antico centro portuale di Elaiussa Sebaste, che comprendono anche un antico teatro.[5][6]

Elaiussa comprende una necropoli di età romana, che, come altre nella medesima regione. rano edificate lungo le vie di accesso principali ai centri urbani dell'epoca, creando una loro estensione che arrivava fino alla prima periferia. Al suo interno, erano ospitati anche templi dedicati alle divinità pagane del pantheon latino, agorà, terme, teatri e residenze.
Distribuite in tutta la Cilicia Trachea, sono pervenute all'età moderna in ottimo stato di conservazione, malgrado i danni generati dalle sollecitazioni sismiche ai muri perimetrali, dall'attività dei tombaroli e dal reimpiego come luogo di rifugio o riparo per gli scopi più variegati, sino a quelli dell'epoca odierna (depositi, stalle, box auto, e, fino al XIX secolo, dimore private).

Altri esempi di necropoli ben conservate si trovano nell'entroterra cilicio, a Diocaesarea e (Uzun-caburc) e Olba (Ura), Cambazli, Erdemli o Seleucia a Calycadus (Sifilke), Theimussa (Uçagiz) e Simena (Kale). Lo stesso tipo di integrazione fra tombe rupestri, paesaggio e vegetazione nonché la popolazione autoctona si rinviene anche in Licia, a Xanthos, Istlada (Davazlar), Cya-enai (Yavu), Trysa (Gölbaşı) e Sura.
Gli edifici funebri erano edificati con pietra locale. Nella parte a nord di Elaiussa si trovano tombe a tempio realizzate con blocchi di pietra locale molto porosa e posati a secco, confinanti con le più piccole "tombe a casa" che si contraddistinguono per una fattura in pietre non lavorate, allettate da uno strato di malta.

Le litografie e immagini dei diari di viaggio di De Laborde documentarono nel 1838 «l’esistenza di un legame molto forte fra gli abitanti dell’Asia Minore e le tracce superstiti della classicità, e come tale rapporto costituisse una forma di ‘conservazione alternativa’ del patriomonio che, invece di basarsi su di una tutela passiva o sull’idea di ‘opera chiusa’, si fondasse sulla possibilità di trasformare i beni e di modificarli allo scopo di rispondere alle esigenze contemporanee».[7]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

Nei dintorni di Kızkalesi, si trova una voragine di 60 metri nota come Kanlıdivane ("luogo del sangue"), un tempo venivano gettati i prigionieri e ora diventata un riparo per la fauna locale.[3]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2018, la popolazione stimata di Kızkalesi era di circa 1.663 abitanti.[1]

La località ha conosciuto un calo demografico rispetto al 2013, quando la popolazione stimata er pari a 1.673 abitanti e soprattutto rispetto al 2009, quando la popolazione stimata era pari a 1.963 abitanti.[1]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013, Kızkalesi ospitò le partite di beach volley dei XVII Giochi del Mediterraneo, che avevano come sede principale la città di Mersin.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (DE) Erdemli - Berzirk in der Türkei, su citypopulation.de, City Population. URL consultato il 6 agosto 2019.
  2. ^ a b c d e Suzanne Swan, Turchia, Londra - Milano, Dorling Kindersley - Mondadori, 2002-2003, p. 232.
  3. ^ a b Suzanne Swan, Turchia, Londra - Milano, Dorling Kindersley - Mondadori, 2002-2003, p. 212-213.
  4. ^ (TR) Kızkalesi, su kulturportali.gov.tr, Türkiye Kültur Portalı. URL consultato il 6 agosto 2019.
  5. ^ Suzanne Swan, Turchia, Londra - Milano, Dorling Kindersley - Mondadori, 2002-2003, p. 233.
  6. ^ Home Page, su elaiussa.uniroma1.it, Elaiussa Sebaste - Missione archeologica italiana. URL consultato il 6 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2016).
  7. ^ Emanuele Morezzi, Necropoli e ruderi funerari in Asia Minore. Dalle esplorazioni ottocentesche alla configurazione attuale del paesaggio archeologico (PDF), in Restauro Archeologico, vol. 24, n. 2, Firenze University Press, 2016, pp. 118, 127, DOI:10.13128/RA-19514, ISSN 1724-9686 (WC · ACNP), OCLC 8349117655. URL consultato il 16 marzo 2020 (archiviato il 16 marzo 2020). Ospitato su archive.is.
  8. ^ (EN) 2013 MERSİN XVIIth MEDITERRANEAN GAMES GENERAL COMPETITION TIMETABLE (PDF), su canottaggio.org. URL consultato il 6 agosto 2019.

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