Kösem Sultan
Kösem Sultan | |
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Valide Sultan[1] | |
In carica | 10 settembre 1623-2 settembre 1651 |
Predecessore | Halime Sultan |
Successore | Turhan Hatice Sultan |
Nascita | Tinos, 6 settembre 1589 |
Morte | Istanbul, 2 settembre 1651 |
Sepoltura | Istanbul |
Luogo di sepoltura | Moschea Blu |
Consorte | Ahmed I |
Religione | greco-ortodossa poi islam |
Kösem Sultan, nota anche come Mahpeyker Sultan[1] (Tinos, 6 settembre 1589 – Istanbul, 2 settembre 1651), è stata una delle donne più potenti della storia ottomana[2] come consorte del sultano Ahmed I.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Origini[modifica | modifica wikitesto]
Si dice che Kösem fosse di origine greca[3], figlia di un sacerdote, dell'isola di Tinos il cui nome da nubile era Anastasia[4][5][6], ma questi punti di vista non sembrano attendibili[7]. È stata comprata come schiava dal governatore bosniaco e inviata, all'età di quindici anni, nell'harem del sultano Ahmed I. Dopo la sua conversione all'Islam, il suo nome fu cambiato in Mahpeyker (Moon-Faced, che significa "bello")[8], e più tardi dal sultano Ahmed I in Kösem[9]. Alcuni dicono che Anastasia o Kösem fu regalata al Sultano Ahmed I.
Haseki, la consorte imperiale[modifica | modifica wikitesto]
Nei primi anni del regno di Ahmed, ci fu un cambiamento nella gerarchia dell'harem imperiale. Safiye Sultan, la potente nonna di Ahmed, che continuò a gestire l'harem, fu privata del potere e si ritirò nel Palazzo Vecchio (Eski Saray) nel gennaio 1604. Un anno dopo, Handan Sultan, la madre di Ahmed che era diventata il capo dell'harem imperiale, morì nel novembre 1605. Questa condizione permise l'ascesa di Kösem al vertice della gerarchia dell'harem imperiale.
Come haseki di Ahmed I, Kösem era considerata la sua consorte preferita e diede alla luce molti dei suoi figli.
Kösem si sforzò a mantenere suo cognato, Mustafa, al sicuro dall'esecuzione. La sua influenza sul sultano iniziò a crescere negli anni successivi, diventando una dei suoi consiglieri. Tuttavia, evitò di farsi coinvolgere in questioni serie come il sultano non voleva essere messo in ombra dalla moglie. Kösem fu accusata di cercare di salvare la propria posizione e la sua influenza in tutta la sua lunga carriera "piuttosto che quello del sultano e della dinastia"[10].
Come i suoi genitori, Ahmed morì in giovane età il 22 novembre 1617. Ciò fece perdere la sua posizione nel Palazzo Topkapı e si ritirò nel Palazzo Vecchio durante il regno di suo cognato Mustafa I al posto del figliastro Osman II. Dopo la fine del mandato di Kösem come Haseki, la posizione ha perso la sua importanza.
Figli:
- Şehzade Mehmed (8 marzo 1605-12 gennaio 1621)
- Murad IV (27 luglio 1612-8 febbraio 1640)
- Şehzade Suleiman (1613-27 luglio 1635)
- Şehzade Kasım (1614-17 febbraio 1638)
- Ibrahim I (5 novembre 1615-18 agosto 1648)
Figlie:
- Gevherhan Sultan (1605–1660)
- Ayşe Sultan (1606 - 1657)
- Fatma Sultan (1607-1667)
- Hanzade Sultan (1609 - 21 settembre 1650)
Valide Sultan[modifica | modifica wikitesto]
Primo mandato[modifica | modifica wikitesto]
Kösem è tornata al potere, quando suo figlio salì al trono il 10 settembre 1623 come Murad IV. Dal momento che il figlio era minorenne, è stata nominata non solo come Valide Sultan, ma anche, come reggente ufficiale (naib-i-sultanat), ruolo che mantenne fino al 18 maggio 1632[11]. Durante la maggior parte del regno di Murad IV, ha essenzialmente governato per mezzo di lui, partecipando alle riunioni del gabinetto da dietro una tenda, anche dopo il 1632, quando non era più reggente.
Durante i primi anni, l'impero cadde nell'anarchia; l'impero safavide aveva invaso l'Iraq quasi subito, nel nord dell'Anatolia scoppiarono delle rivolte, e nel 1632 i giannizzeri presero d'assalto il palazzo e uccisero il Gran Visir Hafız Ahmed Pasha, tra gli altri. Murad temeva di subire la stessa sorte di suo fratello maggiore, Osman II, e ha deciso di affermare il suo potere. In seguito ha cercato di sedare la corruzione che era cresciuta durante i regni dei precedenti sultani. La sua reggenza assoluta iniziò intorno al 1632, quando terminò la reggenza e ha represso tutti i tiranni, ristabilendo la supremazia del sultano.
Secondo mandato[modifica | modifica wikitesto]
L'altro figlio di Kösem, Ibrahim, ha vissuto nel terrore di essere il prossimo dei suoi fratelli che deve essere ucciso per ordine di Murad. La sua vita è stata salvata solo per l'intercessione di sua madre, Kösem Sultan. Dopo la morte di Murad, Ibrahim era il solo principe sopravvissuto della dinastia. Alla domanda da parte del Gran Visir Kemankeş Kara Mustafa ad assumere il Sultanato, Ibrahim sospettava che Murad fosse ancora vivo e che stava tramando per intrappolarlo. C'è voluta molta persuasione di Kösem e del Gran Visir, e l'esame personale del cadavere di suo fratello, per far accettare a Ibrahim il trono. Quando Ibrahim successe al suo fratello nel 1640, dimostrò di essere mentalmente instabile per governare. Ciò ha permesso a Kösem di continuare a detenere il potere. Egli è stato incoraggiato dalla madre a distrarsi con le ragazze dell'harem. Le distrazioni dell'harem permisero a Kösem di ottenere il potere e governare in suo nome, eppure anche lei cadde vittima dello sfavore del Sultano e dovette lasciare il palazzo imperiale.
Nel 1647, il Gran Visir Salih Pascià, Kösem e la şeyhülislam Abdürrahim Efendi, senza successo, cercarono di deporre il sultano e sostituirlo con uno dei suoi figli. Salih Pascià è stato giustiziato e Kösem fu esiliata dall'harem[12]. L'anno successivo i giannizzeri e membri della ulema si ribellarono. L'8 agosto 1648, Ibrahim è stato detronizzato, sequestrato e imprigionato nel Palazzo di Topkapi[7][13]. Su consenso di Kösem, Ibrahim fu strangolato il 18 agosto 1648.
Terzo mandato[modifica | modifica wikitesto]
Alla fine Kösem si dichiarò reggente per la seconda volta per il nipote, Mehmed IV, carica che mantenne dal 1648 al 1651. Con l'ascesa di Mehmed, la posizione del Valide Sultan avrebbe dovuto andare a sua madre Turhan Hatice Sultan. Tuttavia, Turhan è stata trascurata a causa della sua giovinezza e inesperienza. Invece Kösem Sultan è stata reintegrata a questa posizione elevata.
Morte[modifica | modifica wikitesto]
È stata la madre di Mehmed IV, Turhan Hatice Sultan, a dimostrare di essere l'acerrima nemica di Kösem. Quando aveva circa 12 anni, Turhan era stato inviata al Palazzo Topkapı come un dono, dal Khan di Crimea, per Kösem[14][15]. È stata probabilmente Kösem che diede Turhan Hatice come concubina di Ibrahim. Turhan si è rivelata troppo ambiziosa per essere una donna. Nella sua lotta per diventare Valide Sultan, Turhan era sostenuta dal Kizlar Agha (capo degli eunuchi neri) nella sua casa e dal gran visir, mentre Kösem era sostenuta dal corpo dei giannizzeri. Anche se, la posizione di Kösem come Valide era vista come il migliore per il governo, la gente risentiva dall'influenza dei giannizzeri sul governo[16].
In questa lotta di potere, Kösem prevedeva di detronizzare Mehmed e sostituirlo con un altro giovane nipote. Secondo uno storico, questo piano aveva come scopo più che altro la sostituzione della nuora ambiziosa con una che fosse più facile da controllare[16]. Il piano è fallito perché fu svelato a Turhan da Meleki Hatun, una delle schiave di Kösem. Kösem è stata assassinata tre anni dopo essere diventata reggente del suo giovane nipote. Si dice che Turhan abbia ordinato l'assassinio di Kösem. Inoltre, alcuni hanno ipotizzato che Kösem fosse stata strangolata con una tenda da parte del capo eunuco nero dell'harem, Tall Suleiman. Wojciech Bobowski afferma che Kösem fosse stata strangolata con i propri capelli[17].
Fu sepolta nella Türbe di suo marito Ahmed I, Moschea Blu a Istanbul[18].
Beneficenza[modifica | modifica wikitesto]
Kösem faceva beneficenza e donazioni, sia per il popolo che per la classe dirigente dello stato. Ha visitato le carceri ogni anno, pagato i debiti di persone imprigionate, dava alle figlie di famiglie povere e alle serve addestrati da lei i corredi. Fece costruire una scuola vicino alla moschea di Çinili a Üsküdar.
Lei ha finanziato opere di irrigazione in Egitto e ha fornito sollievo per la povera gente di La Mecca. Kösem era rinomato per il suo lavoro di beneficenza e per liberare i suoi schiavi dopo 3 anni di servizio. Quando morì il popolo di Costantinopoli osservò tre giorni di lutto.
Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]
- nel film Genç Osman ve Sultan Murat Han (1962), Kösem è interpretata da Muhterem Nur
- nella serie TV Murat (1980), Kösem è interpretata da Ayten Gökçer
- all'Ankara Theatre (2013-2014), Kösem è interpretata da Özlem Ersönmez
- in Mahpeyker: Kösem Sultan (2010), Kösem è interpretata da Damla Sönmez (da giovane) e Selda Alkor (da anziana)
- nella serie televisiva Il secolo magnifico: Kösem, Kösem è interpretata da Anastasia Tsilimpiou (come adolescente), Beren Saat (come giovane) e da Nurgül Yeşilçay (come adulta)
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Douglas Arthur Howard, The official History of Turkey, Greenwood Press, ISBN 0-313-30708-3, p. 195
- ^ Leslie Peirce, The Imperial Harem: Women and Sovereignty in the Ottoman Empire, Oxford University Press, 1993, p. 105, ISBN 0-19-508677-5.«While Hurrem was the woman of the Ottoman dynasty best known in Europe, it is Kösem who is remembered by the Turks as the most powerful.»
- ^ Caroline Finkel, Osman's Dream: The Story of the Ottoman Empire, 1300-1923, New York, Basic Books, 2005, p. 197, ISBN 978-0-465-02396-7.
- ^ A.H. de Groot, s.v. Murad IV in The Encyclopaedia of Islam vol. VII, Brill, 1993, p. 597, ISBN 90-04-07026-5.«Kosem [qv] Mahpeyker, a woman of Greek origin (Anastasia, 1585–1651)»
- ^ Hogan, Christine, The Veiled Lands: A Woman's Journey Into the Heart of the Islamic World, Macmillan Publishers Aus, 2006, p. 74, ISBN 978-1-4050-3701-3.
- ^ Amila Buturović e İrvin Cemil Schick, Women in the Ottoman Balkans: gender, culture and history, I.B.Tauris, 2007, p. 23, ISBN 1-84511-505-8.«Kösem, who was of Greek origin. Orphaned very young, she found herself at the age of fifteen in the harem of Sultan Ahmed I.»
- ^ a b Baysun, M. Cavid, s.v. "Kösem Walide or Kösem Sultan" in The Encyclopaedia of Islam vol. V (1986), Brill, p.272
- ^ Redhouse Turkish/Ottoman-English Dictionary, 14ª ed., SEV Matbaacılık ve Yayıncılık A.Ş., 1997, p. 722, ISBN 978-975-8176-11-3.
- ^ Davis, Fanny, The Palace of Topkapi in Istanbul, Scribner, 1970, pp. 227–228, OCLC 636864790.«Kosem was said to have been the daughter of a Greek priest of one of the Aegean islands, probably captured during one of the Ottoman-Venetian maritime campaigns. Her name was Anastasia but was changed after her conversion, no doubt on her admission to the palace, to Mâh-Peyker (Moon-Shaped), and later by Sultan Ahmet to Kosem»
- ^ Gabriel Piterberg, An Ottoman Tragedy: History and Historiography at Play, California, University of California Press, 2003, pp. 14, ISBN 0-520-23836-2.
- ^ The Imperial House of Osman Genealogy, su 4dw.net. URL consultato il 20 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2006).
- ^ Börekçi, Günhan. "Ibrahim I." Encyclopedia of the Ottoman Empire. Ed. Gábor Ágoston and Bruce Masters. New York: Facts on File, 2009. p.263.
- ^ Thys-Senocak, p.26
- ^ Thys-Senocak, p. 17
- ^ Honored by the Glory of Islam: Conversion and Conquest in Ottoman Europe, p. 35
- ^ a b Peirce, p.252
- ^ Thys-Senocak, p. 28
- ^ Singh, Nagendra Kr, International encyclopaedia of Islamic dynasties, Anmol Publications PVT, 2000, p. 425, ISBN 81-261-0403-1.«Kosem Walide…Her body was taken from Topkapi to the Eski Saray and then buried in the mausoleum of her husband Ahmad I.»
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Mansel, Philip (1995), Constantinople: City of the World's Desire, 1453–1924; New York: St. Martin's Press.
- Imber, Colin (2009), "The Ottoman Empire"; New York: Palgrave MacMillan.
- Leslie P. Peirce, The Imperial Harem: Women and Sovereignty in the Ottoman Empire, Oxford University Press, 1993, ISBN 0-19-508677-5.
- Baki Tezcan, The Debut of Kösem Sultan's Political Career, in Turcica, 39–40, Éditions Klincksieck, 2007.
- Lucienne Thys-Senocak, Ottoman Women Builders (Aldershot: Ashgate 2006).
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Kösem Sultan
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Kösem Sultan, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 218064589 · ISNI (EN) 0000 0001 4028 9660 · CERL cnp01415890 · GND (DE) 1017515999 · WorldCat Identities (EN) viaf-218064589 |
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