Junji Itō

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Junji Itō a Lucca Comics & Games 2018

Junji Itō (伊藤潤二?, Itō Junji; Prefettura di Gifu, 31 luglio 1963) è un fumettista e sceneggiatore giapponese.

Considerato uno dei più importanti autori di manga horror,[1] alcune delle sue opere più importanti includono Tomie[2] (1987), dal quale è stata tratta una serie di otto film, tutti sceneggiati dallo stesso Itō, Uzumaki (1998), ispirazione per due videogiochi, un film e un anime, e Gyo - Odore di morte (2001) che ha ricevuto un adattamento OAV. Altre sue famose opere sono Itō Junji Kyoufu Manga Collection, un'antologia di racconti autoconclusivi, Il libro delle maledizioni di Soichi e Ito Junji's Cat Diary: Yon & Mu, un'auto-parodia di lui e sua moglie che vivono in una casa con due gatti.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Junji Itō nacque il 31 luglio 1963 a Sakashita, ora parte di Nakatsugawa, Gifu. Iniziò la sua esperienza nel mondo dell'horror in tenera età, le sue due sorelle maggiori leggevano le storie di Kazuo Umezu e Shinichi Koga, di conseguenza iniziò a leggerle anche lui. Crebbe in campagna, in una piccola città vicino a Nagano[3] e nella casa in cui visse, il bagno era alla fine di un tunnel sotterraneo infestato da cavallette. Tali esperienze influenzeranno molto le sue opere[4].

Laureato in odontoiatria, intorno al 1984 iniziò a scrivere e disegnare manga come hobby mentre lavorava come odontotecnico[4]. Nel 1987, presentò un racconto alla rivista Gekkan Halloween (月刊ハロウィン) che vinse il premio Kazuo Umezu, indetto dalla rivista per manga horror Nemuki[5]. Questo racconto fu successivamente serializzato come Tomie, da cui fu tratto nel 1999 un film diretto da Ataru Oikawa, con Itō come sceneggiatore. La serie Tomie continuò con altri sette film, scritti sempre da Itō, che realizzò anche altre sceneggiature, per film quali Uzumaki e Marronnier.

Il regista Guillermo del Toro scrisse sul suo account Twitter che Itō era originariamente un collaboratore del videogioco Silent Hills, di cui sia Del Toro che il game designer Hideo Kojima erano i registi principali; tuttavia, un anno dopo l'annuncio, il progetto fu annullato per via della disputa creativa tra Hideo Kojima e Konami. Nel successivo progetto di Kojima, ossia Death Stranding, pubblicato nel 2019, Itō fece un cameo[6] e Del Toro ebbe un ruolo principale[7].

Nel 2019, Itō ricevette un Eisner Award per il suo adattamento manga di Frankenstein di Mary Shelley[8].

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2006, ha sposato Ishiguro Ayako (石黒亜矢子), una disegnatrice di libri illustrati, con cui ha avuto due figli.

Influenze e tematiche[modifica | modifica wikitesto]

Oltre a Kazuo Umezu, Itō ha citato Hideshi Hino, Shinichi Koga, Yasutaka Tsutsui e H.P. Lovecraft come maggiori ispirazioni per le sue opere[9]. L'universo che rappresenta è crudele e capriccioso; i suoi personaggi, spesso senza nessuna valida motivazione, sono vittime di forze soprannaturali maligne o sono puniti sproporzionatamente per infrazioni minori ai danni di un ordine naturale sconosciuto e incomprensibile[10]. Alcuni dei temi ricorrenti dei lavori di Itō includono la gelosia, l'invidia, il body horror, personaggi apparentemente normali che iniziano ad avere comportamenti anomali, la rottura della società, la fauna abissale e l'inevitabilità della propria morte; il tutto illustrato da un disegno realistico e semplice, che enfatizza il contrasto tra la bellezza e la morte. Gli eventi narrati sono imprevedibili e violenti e derivano da situazioni normali[5].

Tomie è ispirato dalla morte di un suo compagno di classe, non riuscendo ad accettare l'improvvisa scomparsa di un ragazzo che conosceva, si aspettava che egli si presentasse di nuovo; fu così che gli venne l'idea di una ragazza considerata morta ma che si ripresenta come se nulla fosse. Gyō è influenzato dai suoi sentimenti anti guerra, sviluppati da bambino, a causa delle tragiche e spaventose storie di guerra raccontate dai suoi genitori. "The Hanging Balloons" è basato su un sogno che fece da bambino[4].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Adattamenti[modifica | modifica wikitesto]

Anime[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Junji Ito, su lambiek.net. URL consultato il 18 maggio 2009.
  2. ^ Manuel Crispo, Junji Ito, orrore e fragilità, su medium.com, 23 maggio 2021. URL consultato il 30 maggio 2021.
  3. ^ (EN) Interview: Horror Manga Mastermind Junji Ito, su animenewsnetwork.com, Anime News Network, 17 settembre 2019. URL consultato il 9 aprile 2020.
  4. ^ a b c (EN) An Interview With Master of Horror Manga Junji Ito (Full Length Version), su grapee.jp, Grape Japan, 10 giugno 2019. URL consultato il 9 aprile 2020.
  5. ^ a b Junji Ito biografia, su hazardedizioni.it. URL consultato il 18 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2007).
  6. ^ (EN) Leon Hurley last updated, Every Death Stranding Cameo in the game and where to find them, su gamesradar, 17 settembre 2021. URL consultato il 21 dicembre 2022.
  7. ^ Andrea Bevilacqua, Andrea Bevilacqua, Death Stranding – da Mikkelsen a Del Toro, un cast stellare, su 4News, 6 novembre 2019. URL consultato il 21 dicembre 2022.
  8. ^ (EN) Eisner Awards: The Complete Winners List, su hollywoodreporter.com, The Hollywood Reporter. URL consultato il 9 aprile 2020.
  9. ^ (EN) Junji Itō, Uzumaki: Spiral into Horror, Vol. 1, 2ª ed., Viz Media, 16 ottobre 2007 [1998], p. 207, ISBN 978-1-4215-1389-8.
  10. ^ (EN) Black illumination: the unhuman world of Junji Itō, su japantimes.co.jp, The Japan Times, 30 gennaio 2016. URL consultato il 10 aprile 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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