Josef Altstötter

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Josef Altstötter durante il processo ai giudici di Norimberga

Josef Altstötter (Bad Griesbach im Rottal, 4 gennaio 1892[1]Norimberga, 13 novembre 1979) è stato un funzionario tedesco capo del dipartimento di diritto civile del Ministero della Giustizia tedesco durante il regime nazista.

Dopo la seconda guerra mondiale, fu processato dal Tribunale Militare di Norimberga come imputato nel processo ai giudici, dove fu assolto dalle accuse più gravi, ma fu riconosciuto colpevole di una minore accusa per la sua appartenenza alle SS, ritenute un'organizzazione criminale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver prestato servizio nella prima guerra mondiale, Altstötter completò i suoi studi in legge a Monaco di Baviera nel 1920, superò l'esame statale di giurisprudenza[1] e iniziò a lavorare nel 1921 come vice giudice nel dipartimento di giustizia bavarese. Nel 1927 lavorò nel Ministero della Giustizia del Reich, nel 1933 si trasferì alla Corte Suprema di Lipsia e infine nel 1936 alla Corte del Lavoro del Reich.[1]

Dal 1939 al 1942 fu con la Wehrmacht. Dal gennaio 1943 tornò al Ministero della Giustizia del Reich (Divisione VI: Diritto Civile e Giustizia), dove fu nominato nel maggio 1943 capo della divisione di diritto civile e procedura, Reichministerialdirektor, e vi rimase durante tutta la seconda guerra mondiale. È stato insignito dell'Insegna d'oro del NSDAP per il servizio al partito nazista.

Una parte dei compiti del dipartimento di Altstötter includeva la legislazione delle leggi razziali di Norimberga emanate per isolare gli ebrei dalla vita tedesca e privarli dei loro diritti civili. Il suo ufficio aveva anche la responsabilità di rivedere il principio tedesco in materia di diritto ereditario e di famiglia, in modo che dopo la morte, le proprietà degli ebrei non sarebbe passata di genitore in figlio, ma per legge sarebbe stata incamerata dal governo tedesco.

Appartenenza all'organizzazione nazista[modifica | modifica wikitesto]

Prima della sua iscrizione al partito nazista, Altstötter era membro di Der Stahlhelm, un'organizzazione di veterani di destra. Dopo che questa fu ristrutturata come organizzazione nazista, Altstötter divenne membro della SA (numero SA: membro 31). Il 15 maggio 1937 passò dalle SA alle SS (numero di tessera 289.254), nel 1944 aveva raggiunto il grado di SS-Oberführer. Nel settembre 1938 aderì anche al partito nazista (numero di tessera 5.823.836)[2]. Josef Altstötter era amico dei leader delle SS di alto livello come, tra gli altri, Heinrich Himmler, Ernst Kaltenbrunner e Gottlob Berger.

Dopo la guerra[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1947 Josef Altstötter fu uno degli accusati al processo di Norimberga per crimini di guerra. È stato accusato, insieme ad altri giudici nazisti e funzionari, della partecipazione nei crimini di guerra e nei crimini contro l'umanità. Per Altstötter, le particolari accuse contro di lui si basavano sul coinvolgimento penale sia con le leggi razziali naziste che con il rapimento e l'omicidio segreto di persone ai sensi del decreto Nacht und Nebel nazista. Tuttavia, c'erano solo prove sufficienti per condannarlo di appartenenza alle SS. Secondo il Tribunale:[3]

«... [Altstötter] era un membro delle SS al tempo dei pogrom del novembre 1938, la Notte dei cristalli, in cui l'IMT trovò che le SS avevano avuto un ruolo importante. Sicuramente, che abbia preso parte o meno a tali attività o le abbia approvate, deve aver saputo del ruolo svolto da un'organizzazione di cui era un funzionario. Da avvocato sapeva che nell'ottobre del 1940 le SS erano state messe al di fuori della portata della legge. Come avvocato sapeva certamente che, con il tredicesimo emendamento alla legge sulla cittadinanza, gli ebrei erano stati consegnati alla polizia e quindi privati definitivamente della già scarsa tutela legale che avevano fino ad allora. Sapeva anche, perché faceva parte della stessa legge, delle sinistre disposizioni per la confisca dei beni in caso di morte dei proprietari ebrei, da parte della polizia. ... Ammettendo che l'imputato non fosse a conoscenza degli ultimi omicidi di massa nei campi di concentramento e degli Einsatzgruppen, conosceva la politica delle SS e, in parte, i suoi crimini. Tuttavia accettò le sue insegne, il suo grado, i suoi onori ed i suoi contatti con le alte figure del regime nazista. Questi non erano di poca importanza nella Germania nazista. Per quel prezzo diede il suo nome di soldato e di noto giurista e così aiutò a nascondere le gesta vergognose di quell'organizzazione agli occhi del popolo tedesco.»

Nel dicembre 1947 fu condannato a cinque anni di carcere. Dopo 2 anni e mezzo, nel 1950, Altstötter fu rilasciato dalla prigione di Landsberg. Dal 1950 al 1966 ha lavorato come avvocato. Nel 1979, all'età di 87 anni, morì a Norimberga.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Co-editore con Alexander Achilles e Joachim Greiff del commento al codice civile tedesco ("Achilles-Greiff") dalla 14ª alla 18ª edizione, Berlino 1937-1944
  • Konkursordnung nebst dem Einführungsgesetz, der Vergleichsordnung, dem Anfechtungsgesetz und zahlreichen anderen Nebengesetzen. Textausgabe mit Verweisungen und Sachverzeichnis, München 1930
  • Das Gerichtsvollzieherwesen in Bayern. Vorschriftensammlung mit Inhaltsverzeichnis, Sachregister und einer Einführung in die einfachsten Begriffe des Wechselrechts, München 1928
  • Gesetz über den Vergleich zur Abwendung des Konkurses (Vergleichsordnung) vom 5. Juli 1927. Textausgabe mit Einleitung, Anmerkungen und Sachverzeichnis, München 1927

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Verdict, Judge's trial, pages 1170 to 1177.
  2. ^ Bundesarchiv R 9361-IX KARTEI/420759
  3. ^ Judge's Trial, verdict, pages 1176 to 1177.
  4. ^ Patzwall & Scherzer 2001, p. 14.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ernst Klee, Das Personenlexikon zum Dritten Reich: Wer war was vor und nach 1945, Frankfurt am Main, Fischer-Taschenbuch-Verlag, 2007, ISBN 978-3-596-16048-8.
  • (DE) Klaus D. Patzwall e Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941 – 1945 Geschichte und Inhaber Band II (The German Cross 1941 – 1945 History and Recipients Volume 2), Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2001, ISBN 978-3-931533-45-8.
  • Hermann Weiß (a cura di), Biographisches Lexikon zum Dritten Reich, Frankfurt am Main, Fischer-Verlag, 1998, ISBN 3-10-091052-4.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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