John Marshall
John Marshall | |
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4º Segretario di Stato degli Stati Uniti | |
Durata mandato | 13 giugno 1800 - 4 febbraio 1801 |
Predecessore | Timothy Pickering |
Successore | James Madison |
4º Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti | |
Durata mandato | 31 gennaio 1801 - 6 luglio 1835 |
Predecessore | Oliver Ellsworth |
Successore | Roger B. Taney |
Membro della Camera dei Rappresentanti - Virginia, distretto n.13 | |
Durata mandato | 4 marzo 1799 - 6 giugno 1800 |
Predecessore | John Clopton |
Successore | Littleton Waller Tazewell |
Dati generali | |
Partito politico | Federalista |
Università | College di William e Mary |
Firma | ![]() |
John Marshall (Germantown, 24 settembre 1755 – Filadelfia, 6 luglio 1835) è stato un politico statunitense. Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti dal 1801 alla morte, affermò la centralità della Corte e influenzò enormemente il diritto costituzionale statunitense. Resse la presidenza della corte per trentaquattro anni, primato tuttora imbattuto.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Fu il quarto segretario di Stato degli Stati Uniti (1800-1801) durante la Presidenza di John Adams e il quarto Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti, carica che ricoprì dal 1801 al 1835, era un lontano parente di Thomas Jefferson con cui non aveva buoni rapporti.[1] Nato vicino a Germantown da Thomas Marshall e Mary Randolph Keith. Viene descritto nella sua gioventù pieno di buon umore e intelligente mentre per quanto riguarda il fisico si distingueva per i suoi occhi neri.[2]
![]() John Marshall House: National Historic Landmark dal 1960 |
Durante la guerra di indipendenza servì Continental Army e divenne amico di George Washington, fu tenente dal 1775 sino al 1780.[3] Vinse poi un seggio nel 1782 nella Virginia House of Delegates (una delle due camere, per la precisione la camera bassa dell'assemblea generale della Virginia). La stesura del testo della convenzione di Filadelfia era simile al piano della Virginia ma non fu possibile trovare un accordo sul sistema giudiziario federale; il testo della nuova Costituzione era vago in proposito: fu Marshall con la sentenza Marbury contro Madison a chiarire il ruolo dell Corte suprema.
Lavorò con Cyrus Griffin, quando Oliver Ellsworth per motivi di salute stava valutando la possibilità di abbandonare il suo posto come Presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti, Adams cercando un valido sostituto offrì il posto a John Jay che rifiutò l'offerta, il posto venne poi offero a Marshall che accettò immediatamente. L'American Colonization Society (abbreviato in ACS) venne fondata nel 1817 grazie all'aiuto di Marsahll e Henry Clay.[4] Visse a Richmond, Virginia, (la casa dove abitò venne costruita nel 1790) fino alla sua morte. La sua abitazione divenne poi National Historic Landmark, ovvero venne ufficialmente considerata come avente un interesse storico di portata nazionale, dal 1960.[5]
Nel 1797 fu inviato dal presidente John Adams in Francia dove fu coinvolto nel primo incidente internazionale della storia degli Stati Uniti, l'affare XYZ[6]. Inoltre essendo un grande ammiratore di George Washington, e ne scrisse una biografia fra gli anni 1805 e 1807, in 5 volumi, poi rivisti e riassunti in due volumi con il titolo di Life of Washington venne pubblicato nel 1832.[7]
Fu membro della Massoneria[8]. Il 25 dicembre 1831 morì sua moglie all'età di 49 anni, tale evento ebbe conseguenze nefaste sul carattere di Marshall, alla morte di John il suo corpo venne seppellito al Shockoe Hill Cemetery.
Cause importanti[modifica | modifica wikitesto]
Marshall partecipò ad oltre 1000 decisioni della corte suprema,[9] e molte di esse furono molto importanti per la storia politica degli USA, fra esse:
- Caso Marbury contro Madison, 1803 in cui James Madison rifiutò di assegnare una cosiddetta "nomina di mezzanotte" a William Marbury
- Caso Fletcher contro Peck, 1810
- Caso McCulloch contro Maryland, 1819
- Caso Darmouth college contro Woodward, 1819
- Caso Worcester contro Georgia, 1832
Discendenza e parenti[modifica | modifica wikitesto]
- Humphrey Marshall (1760 – 1841), senatore del Kentucky, cugino di primo grado
- Thomas Francis Marshall (1801 – 1864), politico del XIX secolo suo nipote
- George Marshall (1880 – 1959), generale statunitense, lontano parente.
Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]
Compare nella Hall of Fame for Great Americans
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ A. Jones Maldwyn, Storia degli Stati Uniti d'America dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri, Bompiani, 2007, p. 87, ISBN 978-88-452-3357-9.
- ^ Fra le varie descrizioni del tempo si veda: Francis N Stites, John Marshall: Defender of the Constitution, Boston, Little Brown, 1981, p. 7, ISBN 978-0-673-39353-1.
- ^ (EN) John Marshall su Federal Jiudicial Center
- ^ A. Jones Maldwyn, Storia degli Stati Uniti d'America dalle prime colonie inglesi ai giorni nostri, Bompiani, 2007, p. 154, ISBN 978-88-452-3357-9.
- ^ National Register of Historic Places Inventory-Nomination: John Marshall House (PDF), su pdfhost.focus.nps.gov. URL consultato il 15 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2011).
- ^ (EN) What was the XYZ affair?, su historypop.com. URL consultato il 3 gennaio 2015.
- ^ A. Foran William, John Marshall as a Historian American Historical Review, volume 43 numero 1, Bompiani, ottobre 1937, pp. 51-64, ISBN 978-88-452-3357-9.
- ^ Lambros Couloubaritsis, La complexité de la Franc-Maçonnerie. Approche Historique et Philosophique, Bruxelles, 2018, Ed. Ousia, p. 388.
- ^ (EN) John Marshall" Encyclopædia Britannica, Da: Encyclopædia Britannica Ultimate Reference Suite 2004 DVD. Copyright 1994–2003 Encyclopædia Britannica.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- R. Kent Newmyer, John Marshall and the Heroic Age of the Supreme Court [1st ed.], 0807127019, 9780807127018, Louisiana State University Press, 2001
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a John Marshall
Wikiquote contiene citazioni di o su John Marshall
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autorità | VIAF (EN) 100204775 · ISNI (EN) 0000 0000 8403 382X · BAV 495/178582 · CERL cnp01259954 · LCCN (EN) n80067096 · GND (DE) 118782142 · BNE (ES) XX1325815 (data) · BNF (FR) cb11914721x (data) · J9U (EN, HE) 987007265041905171 (topic) · CONOR.SI (SL) 166367587 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80067096 |
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