Jim Garrison

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Earling Carothers Garrison

Earling Carothers Garrison, meglio conosciuto come Jim Garrison (Denison, 20 novembre 1921New Orleans, 21 ottobre 1992), è stato un avvocato statunitense.

È noto per aver condotto come procuratore distrettuale l'inchiesta sull'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Denison, nell'Iowa, seguì la famiglia a New Orleans, dove restò con la madre dopo il divorzio dei genitori, Earling R. Garrison e Jane Anne Robinson. Prestò servizio nella United States National Guard durante la seconda guerra mondiale e nel 1949 si laureò in legge alla Tulane University. Cambiò il suo primo nome in Jim nei primi anni sessanta. Attivo nei ranghi del FBI per circa due anni, tornò a lavorare per la National Guard, ma dopo quindici anni fu costretto alle dimissioni a causa di disturbi della personalità provocati, a quanto pare, da episodi vissuti durante la seconda guerra mondiale[1]. Tra il 1966 e il 1973 condusse l'inchiesta sull'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, inchiesta che sfociò nel processo del 1967 contro Clay Shaw, membro della Permindex, nel cui corso Garrison cercò di dimostrare sia l'esistenza di una cospirazione dietro al delitto, sia che le conclusioni della commissione Warren erano errate.

Garrison sosteneva che Shaw fosse in realtà Clay Bertrand, un personaggio noto nella comunità gay locale (dove sarebbe stato, secondo lui, organizzato il delitto), nonché un importante membro della CIA. Il procuratore Garrison rinviò a giudizio Shaw per il reato di cospirazione e omicidio, accusandolo di aver voluto eliminare Kennedy per conto della CIA, che lo aveva da tempo reclutato, e degli anticastristi delusi che frequentava abitualmente. Garrison sapeva che Shaw rischiava principalmente l'accusa di cospirazione, e la condanna a 10 anni, per cui cercò di accordarsi con lui (e anche con David Ferrie, ex superiore del killer Oswald, cacciato dai Marines per omosessualità, prima della sua morte): se si fosse dichiarato colpevole e avesse collaborato la pena sarebbe stata notevolmente ridotta, ma solo se avesse testimoniato contro uno dei presunti sicari, l'unico che Garrison sarebbe riuscito a identificare pur non avendo prove, un certo Manuel García Gonzalez, esule cubano anticomunista residente a Miami[2]; Shaw rifiutò e si dichiarò innocente.

Clay Shaw venne assolto in meno di un'ora, dopo che Garrison aveva chiamato a testimoniare, tra gli altri, uno squilibrato di Dallas e un ex internato in manicomio che sosteneva di chiamarsi Giulio Cesare[3]. Shaw nel 1971 decise di fare causa allo stesso Garrison, ma sarebbe morto di tumore prima dell'inizio del processo. Si è sostenuto che la vera causa dell'inchiesta di Garrison fosse una presunta omofobia dello stesso Garrison e, se pure alcuni, come il saggista James DiEugenio, si siano prodigati per dimostrare infondata l'accusa, la possibilità appare tutt'altro che remota[3]. Il giornalista texano Hugh Aynesworth, testimone oculare dei fatti di Dealey Plaza e noto come "una delle più rispettate autorità sull'assassinio di John F. Kennedy"[4], dopo essere stato contattato direttamente da Garrison per essere affiancato nell'inchiesta, ebbe a definirlo "completamente paranoico"[4].

Nel 1967, dalle colonne di Newsweek, Aynesworth commentò in questi termini le risultanze delle indagini di Garrison: "Jim Garrison ha ragione. C'è stata una cospirazione a New Orleans, ma è una cospirazione che Garrison ha fatto da sé"[5], producendo le prove di come Garrison avesse anche tentato di corrompere un testimone, perché dichiarasse che esistevano legami tra David Ferrie e Clay Shaw[3]. Rispetto alla teoria dei killer multipli, a ogni modo, anche a seguito del clamore mediatico suscitato dall'inchiesta, venne istituita una nuova Commissione, la HSCA, che ammise nel proprio rapporto che il Presidente Kennedy era stato sì ucciso da Oswald, ma quale atto conclusivo di una cospirazione, a differenza di quanto indicato dalla Commissione Warren, secondo la quale Oswald era l'unico colpevole.

Nei media[modifica | modifica wikitesto]

All'opera e alla figura del procuratore Garrison è dedicato il film JFK - Un caso ancora aperto di Oliver Stone (1991), tratto dal libro JFK Sulle tracce degli assassini, scritto dallo stesso Garrison. Nel film, in cui il suo ruolo è interpretato dall'attore Kevin Costner, Garrison appare in un cameo, impersonando Earl Warren, presidente della Corte Suprema degli Stati Uniti e dell'omonima Commissione Warren, da lui duramente attaccata durante le sue indagini.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Jim Garrison, JFK Sulle tracce degli assassini, traduzione di Claudio Mussolini, Sperling & Kupfer, 1992.

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Warren Rogers, The Persecution of Clay Shaw, in Look, 26 agosto 1969, p. 54.
  2. ^ JFK, gli strani killer per Jim Garrison, su remocontro.it.
  3. ^ a b c Philip Shenon, A Cruel and Shocking Act [Anatomia di un assassinio. Storia segreta dell'omicidio Kennedy], Milano, Mondadori, 2013, pp. 554-555.
  4. ^ a b (EN) William Broyles, The Man Who Saw Too Much, in Texas Monthly, 4 (3), Austin, Texas, Mediatex Communications Corporation, marzo 1976, pp. 86–89, 114–122.
    «[...] paranoid as hell [...]»
  5. ^ (EN) Michael Benson, Who's Who in the JFK Assassination: An A-to-Z Encyclopedia, New York, Citadel Press Books, p. 20.
    «Jim Garrison is right. There has been a conspiracy in New Orleans – but it is a plot of Garrison's own making»

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