Jenő Jandó

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Jenő Jandó (Pécs, 1º febbraio 1952Budapest, 4 luglio 2023) è stato un pianista ungherese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Jenő Jandó riceve le sue prime lezioni di pianoforte all'età di 7 anni dalla madre. In seguito studia alla Accademia Franz Liszt di Budapest con Katalin Nemes e Pál Kadosa, istituto dove riveste ancora oggi il ruolo di docente di pianoforte principale.[1]

La carriera è segnata dalle affermazioni in importanti concorsi pianistici, tra cui spiccano il Concorso Beethoven a Budapest nel 1970 (3º premio), il Concorso Cziffra a Versailles nel 1972, il Concorso della Radio Ungherese nel 1973, il Premio Dino Ciani a Milano nel 1975 e il Concorso internazionale di Sydney nel 1977 nella categoria musica da camera.[2]

Jandó padroneggia un repertorio molto ampio, che comprende tra l'altro l'integrale delle Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven, tutti i Concerti e le Sonate per pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart, l'intera raccolta del Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach, le Sonate per pianoforte di Franz Joseph Haydn, i Concerti e le Sonate per pianoforte di Béla Bartók e la maggior parte delle sonate per pianoforte di Franz Schubert.

Come camerista, Jandó ha collaborato con la violinista giapponese Takako Nishizaki nella registrazione delle Sonate per violino e pianoforte di Franck, Grieg, Schubert e Mozart. In duo con la violoncellista tedesca Maria Kliegel ha inciso le sonate di Kodály e Dohnányi.[3]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Particolarmente prolifica è l'attività di Jandó in ambito discografico: ha inciso infatti oltre 130 album discografici.[4] Pubblica in esclusiva per Naxos Records.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Hungarian Musical Guide, Office of Music Competitions, 1980. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  2. ^ Jenő Jandó- Bio, Albums, Pictures – Naxos Classical Music., su naxos.com. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  3. ^ Jeno Jando (Piano) - Short Biography, su bach-cantatas.com. URL consultato il 13 gennaio 2019.
  4. ^ Jenö Jandó, su Discogs. URL consultato il 13 gennaio 2019.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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