Jean Chrétien nacque a Shawinigan, in Québec, da Wellie Chrétien e Marie Boisvert. Nel 1957 sposò Aline Chainé, da cui ebbe una figlia (France) e due figli (Hubert e Michel).
Spesso criticato come Primo Ministro che ha aumentato troppo le imposte ai cittadini e alle aziende, Jean Chrétien ha sempre mantenuto una politica improntata all'innovazione tecnologica e allo stato sociale, contribuendo attivamente a portare il Canada tra le nazioni industrializzate più efficienti.
Nei rapporti di politica estera, Chrétien ha sempre mantenuto una linea di condotta molto autonoma, evitando accuratamente l'influenza dei vicini Stati Uniti d'America con i quali, in svariate occasioni, è spesso entrato in aperta polemica.
Molto attento agli impegni internazionali, in particolar modo nelle missioni umanitarie e di "Peacekeeping", a partire dal 2002 Chretien è entrato in aperto contrasto con l'amministrazione Bush in merito all'invasione dell'Iraq di Saddam Hussein, attacco che all'epoca non era ancora avvenuto ma che era fortemente sostenuto dagli americani.
Il Canada per esplicito volere di Chrétien non inviò truppe a sostegno dell'invasione in quanto il governo canadese non riteneva (supposizione poi dimostratasi corretta) che l'Iraq disponesse di armi di distruzione di massa.
«Prima di diventare ventesimo primo ministro del Canada, Jean Chrétien ha avuto una carriera politica attiva, in possesso di una dozzina di portafogli ministeriali. Come ministro della giustizia, è stato determinante per il rimpatrio della Costituzione e l'adozione della Carta dei diritti e delle libertà. Come primo ministro, ha guidato il partito liberale per tre governi di maggioranza consecutivi che ha sottolineato il pareggio di bilancio, l'unità nazionale e il ruolo del Canada nel mondo. Le eredità del suo governo comprendono una serie di riforme sociali e di iniziative umanitarie, come il riconoscimento delle unioni omosessuali e l'abolizione delle mine antiuomo.» — nominato il 3 maggio 2007, investito il 22 febbraio 2008[1]