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Ivermectina

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Ivermectina
Nome IUPAC
22,23-diidroavermectina
Nomi alternativi
Sklice, Stromectol, Ivomec, Mectizan, Ivexterm, Scabo 6, Cardotek
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC48H74O14 (22,23-dihydroavermectin B1a)

C47H72O14 (22,23-dihydroavermectin B1b)

Massa molecolare (u)875.10 g/mol
Numero CAS70288-86-7
Numero EINECS274-536-0
Codice ATCP02CF01
PubChem9812710
DrugBankDBDB00602
SMILES
CC[C@H](C)[C@@H]1[C@H](CC[C@@]2(O1)C[C@@H]3C[C@H](O2)C/C=C(/[C@H]([C@H](/C=C/C=C/4\CO[C@H]5[C@@]4([C@@H](C=C([C@H]5O)C)C(=O)O3)O)C)O[C@H]6C[C@@H]([C@H]([C@@H](O6)C)O[C@H]7C[C@@H]([C@H]([C@@H](O7)C)O)OC)OC)\C)C.C[C@H]1CC[C@]2(C[C@@H]3C[C@H](O2)C/C=C(/[C@H]([C@H](/C=C/C=C/4\CO[C@H]5[C@@]4([C@@H](C=C([C@H]5O)C)C(=O)O3)O)C)O[C@H]6C[C@@H]([C@H]([C@@H](O6)C)O[C@H]7C[C@@H]([C@H]([C@@H](O7)C)O)OC)OC)\C)O[C@@H]1C(C)C
Proprietà chimico-fisiche
Solubilità in acquainsolubile
Temperatura di fusione155 °C
Dati farmacologici
Modalità di
somministrazione
orale, topica
Dati farmacocinetici
Legame proteico93%
Metabolismoepatico (CYP450)
Emivita18h
Escrezionefeci; <1% urine
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossicità acuta tossico a lungo termine
pericolo
Frasi H300 - 311 - 361 - 370 - 372 - 373 - 400 - 410
Consigli P203 - 260 - 262 - 264 - 270 - 273 - 280 - 301+316 - 302+352 - 308+316 - 316 - 318 - 319 - 321

L'ivermectina è un composto chimico di formula C48H74O14 + C47H72O14.[1]

Scoperta nel 1975 dal microbiologo giapponese Satoshi Omura e dal patologo irlandese William C. Campbell, iniziò ad essere usata a partire dal 1981 come antiparassitario negli animali da allevamento.[2][3] Nel 1987 ne venne approvato l'impiego clinico nell'uomo,[4][5] venendo utilizzata per trattare varie tipologie di parassitosi come le elmintiasi,[6][7] le pediculosi[8], la scabbia[9], nonché nel trattamento della rosacea.[10]

Metà del Premio Nobel per la medicina del 2015 è stato assegnato congiuntamente a Ōmura e Campbell per la scoperta dell'ivermectina:[11]

i derivati del quale hanno radicalmente abbassato l'incidenza della cecità fluviale e della filariosi linfatica, come pure per l'efficacia dimostrata contro un numero crescente di altre malattie causate da parassiti.

Durante la pandemia di COVID-19 il farmaco è stato al centro di diversi episodi di disinformazione in merito alla presunta efficacia dell'ivermectina nel trattamento della COVID-19: tali affermazioni sono, tuttavia, del tutto prive di fondamento scientifico ed al momento non esistono evidenze sufficienti a supporto dell'impiego del farmaco nel trattamento e nella prevenzione dell'infezione.[12][13]

Caratteristiche strutturali e fisiche

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Ha una bassa solubilità in acqua e un'ampia capacità di legarsi in modo aspecifico.[14] L'ivermectina è una miscela di due avermectine, composta approssimativamente dal 90% di 5-O-demetil-22,23-diidroavermectina A1a (22,23-diidroavermectina B1a) e dal 10% di 5-O-demetil-25-de(1-metilpropil)-22,23-diidro-25-(1-metiletile)avermectina A1a (22,23-diidroavermectina B1b).[15]

L'ivermectina e altre avermectine sono lattoni macrociclici estratti dal batterio Streptomyces avermitilis.[16][17]

Reattività e caratteristiche chimiche

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Spettri analitici

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Farmacologia e tossicologia

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La dose raccomandata è di una singola somministrazione orale da 200 microgrammi di ivermectina per kg di peso corporeo. La dose raccomandata per le campagne di trattamento di massa della microfilaremia causata da W. bancrofti è di una singola somministrazione orale una volta ogni 6 mesi, pari a circa 150-200 μg/kg di peso corporeo.[19]

Nelle zone endemiche in cui il trattamento può essere somministrato solo una volta ogni 12 mesi, per mantenere un’adeguata soppressione della microfilaremia nei pazienti trattati, la dose raccomandata è di 300-400 μg/kg di peso corporeo.[19]

Le tavolette masticabili per cani devono essere somministrate una volta al mese per via orale al dosaggio raccomandato di 6 µg di ivermectina e 5 mg di pirantel per chilogrammo di peso corporeo.[20]

Farmacocinetica

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L'ivermectina può essere assunta per bocca, in forma topica o per iniezione. Non attraversa facilmente la barriera ematoencefalica dei mammiferi per la presenza della P-glicoproteina dato che la mutazione del gene MDR1 influisce sulle funzioni di questa proteina.[21] L'attraversamento della barriera diventa significativo se l'ivermectina è somministrata in dosi elevate, nel qual caso i picchi di concentrazione cerebrale si raggiungono 2-5 ore dopo la somministrazione.[22]

La concentrazione media di picco plasmatico del componente principale (H2B1a) osservata circa 4 ore dopo la somministrazione orale di una singola dose di 12 mg di ivermectina compresse è di 46,6 (± 21,9) ng/ml. La concentrazione plasmatica aumenta con l’aumento delle dosi in modo generalmente proporzionale.[19]

L'ivermectina è moderatamente ben assorbita, con un miglior assorbimento se assunta con pasti ricchi di grassi. Il metabolismo è principalmente epatico. L'ivermectina e/o i suoi metaboliti sono escreti quasi esclusivamente nelle feci per un periodo stimato di 12 giorni, con meno dell'1% della dose somministrata escreta nelle urine. L'emivita del composto si attesta a 16 ore (riportata anche tra 22-28 ore).[14]

Farmacodinamica

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Si ritiene che l'ivermectina agisca come agonista del neurotrasmettitore acido gamma-aminobutirrico (GABA), interrompendo così la trasmissione neurosinaptica del sistema nervoso centrale mediata dal GABA.[15]

L'ivermectina si lega in modo selettivo e con alta affinità ai canali ionici del cloro regolati dal glutammato nelle cellule muscolari e nervose di D. immitis. Questa interazione aumenta la permeabilità della membrana cellulare agli ioni cloro, portando alla iperpolarizzazione della cellula, causando paralisi e la morte del parassita.[14]

Negli esseri umani e in altri vertebrati, la P-glicoproteina (P-gp), nota anche come proteina di resistenza multifarmaco 1 (MDR1), esercita un effetto protettivo.[23][24]

Potrebbe esercitare il suo effetto antivirale, inclusa la sua potenziale attività contro il coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave 2 (SARS-CoV-2), legandosi all'eterodimero importina α/β1, responsabile del trasporto nucleare di proteine virali come la proteina integrasi. Questo inibisce l'importazione nucleare di proteine ospiti e virali e potrebbe inibire la replicazione virale.[25]

L'Iivermectina può anche compromettere lo sviluppo intrauterino normale delle microfilarie di O. volvulus e inibire il loro rilascio dall'utero delle femmine gravide.[15]

Effetti del composto e usi clinici

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È farmaco antiparassitario attivo su alcuni elminti[26][27] e su altri parassiti animali (come gli acari che causano la scabbia).[9][27]

L'ivermectina è un antielmintico ad ampio spettro. Negli esseri umani viene utilizzata principalmente per trattare l'oncocercosi,[28] ma è efficace anche contro altre infestazioni da vermi, come la strongiloidosi,[6] l'ascaridiasi,[29] la tricocefalosi,[30] la filariosi[7] e l'enterobiasi), e contro alcune malattie della pelle causate da parassiti, tra cui pidocchi del capo[8] e scabbia,[9] e per il trattamento della rosacea.[10]

L'ivermectina uccide rapidamente le microfilarie, ma non i parassiti adulti.[7] Di conseguenza per proteggere un individuo dall'oncocercosi è necessario che assuma una singola dose orale del farmaco ogni anno per tutta la durata della vita dei parassiti adulti (10-15 anni).[28] Nel 2013, uno studio ha dimostrato che l'ivermectina è un nuovo ligando del recettore nucleare farnesoide X, un target terapeutico per la steatosi epatica non alcolica.

Infestazioni da artropodi
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  • Acari (come nel caso della scabbia): solo nei casi in cui si abbia resistenza al trattamento topico oppure quando l'infestazione è già ad uno stato avanzato, come nel caso della scabbia norvegese.[31]
  • Pidocchi: l'FDA ha approvato lozioni all'ivermectina (0,5%) per pazienti di almeno 6 mesi di età[32] riscontrando che con una singola applicazione di 10 minuti sui capelli asciutti, il 73,8% dei pazienti è risultato libero da parassiti dopo due settimane.[33]
  • Cimici del letto: alcune ricerche hanno riscontrato che questi artropodi subiscono un drastico aumento della mortalità e un calo della fertilità dopo dei pasti di sangue umano contenenti una concentrazione di farmaco comprese tra i 2,5 ng/ml[34] e i 0,2 mg/kg.[35]

L'ivermectina ha dimostrato capacità in vitro di poter contrastare alcuni virus, tra cui il virus Zika, il West Nile, il poliomavirus BK, i virus Dengue e della febbre gialla e, per l'appunto, il SARS-CoV-2.[36] Contro quest'ultimo, in particolare, agirebbe inibendo i trasportatori a livello della membrana del nucleo cellulare che importano le proteine virali all'interno del nucleo stesso.[37] Le dosi impiegate per ottenere tali effetti sulle linee cellulari in vitro tuttavia risultano assai maggiori rispetto a quelle ritenute sicure per l'impiego nell'uomo.[38][39] Secondo una revisione sistematica della Cochrane Collaboration, attualmente non vi sono prove sufficienti per suggerire l'impiego dell'ivermectina nel trattamento della COVID-19.[40]

Nonostante gli stessi autori avessero indicato che si trattasse solo di studi preliminari e che l'efficacia nel trattare la malattia nell'uomo fosse ancora da valutare, tali ricerche hanno generato un ampio clamore mediatico:[38] sono sorte varie associazioni dedite alla promozione dell'impiego dell'ivermectina per trattare la patologia,[41] e si sono verificati numerosi casi di automedicazione che hanno portato ad episodi di intossicazione e morte.[42] Il forte aumento delle prescrizioni in Australia ha indotto il governo a vietarne l'impiego off-label.[43]

In medicina veterinaria l'ivermectina è usata contro numerosi vermi intestinali, tenia esclusa, la maggior parte degli acari e alcuni pidocchi.[44]

Controindicazioni ed effetti collaterali

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Gli effetti avversi includono dolore muscolare o articolare, vertigini, febbre, mal di testa, eruzioni cutanee e tachicardia.[14] La terapia con ivermectina è stata associata a lievi elevazioni autolimitanti delle aminotransferasi sieriche e a casi molto rari di danno epatico clinicamente evidente.[45]

Effetti indesiderati al SNC (encefalopatie) sono stati raramente segnalati in pazienti trattati con ivermectina e co-infettati da un elevato numero di microfilarie di Loa loa. Di conseguenza, nelle zone endemiche di questo parassita, dovrebbero essere adottate misure speciali prima di ogni trattamento con ivermectina.[19]

Il trattamento concomitante con dietilcarbamazina citrato (DEC) e ivermectina in campagne di trattamento di massa per filariasi causata da W. Bancrofti in Africa non è raccomandato.[19]

L'ivermectina è controindicata nei bambini di peso inferiore a 15 kg, nei lattanti e in persone affette da malattie del fegato o dei reni. Dal momento che i farmaci che inibiscono gli enzimi CYP3A4 (quali statine, inibitori della proteasi, lidocaina e benzodiazepine, molti calcio-antagonisti, glucocorticoidi come il desametasone) spesso inibiscono anche il trasporto della P-glicoproteina, la somministrazione di tali farmaci contemporaneamente all'ivermectina può causarne un maggiore assorbimento oltre la barriera emato-encefalica.[19]

Dopo il trattamento con ivermectina, in alcuni cani con microfilarie circolanti di D. immitis, possono verificarsi delle lievi reazioni di ipersensibilizzazione, in genere sotto forma di diarrea transitoria, dovute presumibilmente a microfilarie morte o morenti.[20]

Come altre avermectine causa irritazione della pelle e degli occhi, depressione del sistema nervoso centrale (incapacità di coordinazione, tremori, letargia, eccitazione, dilatazione della pupilla, coma), vomito, convulsioni e/o tremori, e insufficienza respiratoria a dosi elevate.[14]

Contrariamente a quanto accade nei mammiferi, l'ivermectina penetra facilmente la barriera ematoencefalica delle tartarughe con conseguenze spesso fatali.[22]

Impatto ambientale

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Studi sul campo hanno dimostrato che lo sterco animale trattato con ivermectina ospita una varietà ridotta di invertebrati e che lo sterco permane sul terreno più a lungo.[46]

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