Istituto agronomico per l'oltremare

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Istituto Agronomico per l'Oltremare
SiglaIAO
StatoBandiera dell'Italia Italia
Istituito1904
Soppresso2015
SuccessoreAgenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo
SedeFirenze
IndirizzoVia Aurelio Nicolodi, 50131
Sito webwww.aics.gov.it/home-ita/contatti/

L'Istituto agronomico per l'oltremare è stato un organo tecnico scientifico del Ministero degli esteri, con sede a Firenze.

Nel 2015 viene soppresso e incluso nell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno di una delle serre

Venne fondato nel 1904 a Firenze da un gruppo di agronomi e tropicalisti italiani, con il nome di Istituto Agricolo Coloniale Italiano (IACI), per promuovere lo studio dell'ambiente e dell'agricoltura tropicale e per realizzare opera di formazione in campo agricolo.[1]

L'istituto fu particolarmente attivo nel periodo interbellico, sotto la direzione dell'agronomo Armando Maugini[2][3], studiando i problemi agricoli ed economici delle colonie italiane e formando i tecnici incaricati della loro valorizzazione. Nel 1938 prese il nome di Istituto agronomico per l'Africa Italiana. Subito dopo la seconda guerra mondiale si dedicò all'assistenza tecnica in campo agricolo all'emigrazione italiana in America Latina.

Nel 1959 l'Istituto assunse la denominazione attuale[4] e fu posto sotto l'egida del Ministero degli affari esteri[5].

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Inaugurato nel 1941 su progetto dell'ingegnere Aurelio Ghersi, l'istituto è un pregevole esempio di architettura italiana del primo novecento, a metà strada tra gli stilemi piacentiniani e il razionalismo del MIAR e del Gruppo Toscano. Il suo mandato si rivolge allo studio, alla formazione, alla consulenza e all'assistenza tecnica nel campo dell'agricoltura tropicale e subtropicale e della protezione ambientale.

Opera nel campo della cooperazione allo sviluppo in Africa, America Latina, Asia e Europa orientale. Svolge numerosi progetti di cooperazione nei paesi in via di sviluppo, principalmente per conto della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri. La attività di cooperazione internazionale, che è stata particolarmente intensa a partire dall'approvazione della legge n. 49 del 1987 sulla cooperazione allo sviluppo, riguarda principalmente lo sviluppo agricolo e rurale, la conservazione e la valorizzazione della biodiversità agricola e lo sviluppo di tecnologie agricole sostenibili. L'istituto collabora con istituzioni agricole e centri di ricerca, associazioni e comunità rurali.

L'istituto finanzia direttamente piccoli programmi di ricerca in campo agricolo e ambientale, in collaborazione con centri di ricerca nei paesi in via di sviluppo e ospita presso la sua sede numerosi corsi di formazione, in particolare nel campo della geomatica, che si avvale di un laboratorio di telerilevamento e di analisi ambientale, e dell'irrigazione, che si avvale dell'azienda agricola di Bonistallo a Poggio a Caiano. I corsi di formazione comprendono tirocini pratici che si sono svolti in Toscana, nell'Isola d'Elba, in Sardegna e nei paesi in via di sviluppo in cui opera l'istituto (Bolivia, Cina, Eritrea, Marocco, Tunisia).

La sua biblioteca, creata nel 1908, è specializzata nella documentazione sull'agricoltura e l'economia agraria delle regioni intertropicali e dispone di 131.000 volumi e di 800 periodici.

L'istituto dispone inoltre di un archivio fotografico e di un centro di documentazione che raccolgono testimonianze dell'attività agricola nei tropici e in particolare nelle antiche colonie italiane.

Rilievo sulla facciata
Rilievo sulla facciata

Pubblica una rivista scientifica internazionale: The Journal of Agriculture and Environment for International Development, che si occupa di agricoltura tropicale e subtropicale e monografie specialistiche, riunite nelle seguenti collezioni:

  • Biblioteca agraria tropicale
  • Documenti per la cooperazione allo sviluppo
  • Manuali tecnici per la cooperazione allo sviluppo
  • Opuscoli illustrativi dello IAO
  • Quaderni di economia per la cooperazione allo sviluppo agricolo tropicale
  • Relazioni e monografie agrarie tropicali e subtropicali
  • Atti di congressi

Annessi all'istituto sono il centro di formazione e il giardino botanico, che ospita una collezione di piante tropicali e subtropicali[6]. Ospita inoltre una collezione di prodotti agricoli tropicali e una collezione entomologica

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Interno
Schedario della biblioteca

L'istituto ha partecipato alle diverse fasi della presenza agricola italiana oltremare. Durante i primi venti anni di esistenza 1904-1924 ha svolto una grande quantità di studi sulle risorse naturali e le potenzialità di sfruttamento agricolo delle colonie italiane dell'Eritrea, della Somalia e della Libia. In tale modo l'istituto ha sviluppato competenze in campo agricolo, ambientale, tecnologico, sociologico ed economico.

Questi studi si sono intensificati nel periodo successivo 1924-1941, quando ha assistito l'intensificata opera di colonizzazione italiana in Africa orientale e settentrionale, assistendo la sperimentazione produttiva in loco, l'elaborazione di pianti di colonizzazione agricola e la formazione e il trasferimento di conoscenze agli agricoltori.

L'immensa mole di dati elaborata durante la direzione di Armando Maugini ha permesso la creazione di una vasta documentazione scritta e fotografica, nonché l'approntamento di collezioni di prodotti agricoli, piante e altri reperti, utilizzati nell'opera di formazione e di divulgazione. Le informazioni raccolte e le soluzioni tecniche proposte dai tecnici dell'Istituto furono adottate su larga scala. Per sopperire alle crescenti esigenze di lavoro, fu costruito un edificio, tuttora sede dell'istituto. Dopo l'interludio della seconda guerra mondiale e il rimpatrio dei coloni italiani, lo IAO collaborò all'opera svolta dall'Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia, fornendo le competenze tecniche in campo agricolo e ambientale al neonato stato somalo.

Allo stesso tempo crebbe l'opera di assistenza dei coloni italiani che si stabilivano in America Latina, che beneficiarono degli stessi servizi di insegnamento, assistenza tecnica e sostegno nella pianificazione degli investimenti, che erano stati messi a disposizione delle colonie italiane. Tale fase fu accompagnata dalla ristrutturazione dell'istituto, sotta la guida dei direttori Armando Maugini, Ferdinando Bigi e Arturo Marassi.

Con l'esaurirsi di tale fase e l'emergenza della cooperazione tecnica, all'inizio degli anni 1970, l'istituto si allineò progressivamente alle politiche di cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri, realizzate in base alle leggi n. 38 del 1979 e n. 49 del 1987. Tali Leggi, che crearono il dipartimento, ora Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri, favorirono le collaborazioni con altre istituzioni scientifiche e tecniche, in Italia e all'estero. Dal 1974, infatti, Nicola Matarrese, avute le consegne dal ministro pl. Ernesto Mario Bolasco, dà un determinante contributo alla definizione del futuro sviluppo dell'attività dell'istituto nell'ambito di leggi già in elaborazione e poi emanate come sopra indicato. Matarrese lascerà la direzione dell'IAO nel 1977 per dedicarsi, a tempo pieno, all'insegnamento di idraulica agraria nella facoltà di agraria dell'Università degli Studi di Bari[7].

Negli ultimi anni 1970 il direttore Vincenzo Faenza rafforzò le competenze dello IAO in campo agro-economico. Negli anni 1983-1993, il direttore Aureliano Brandolini si impegnò nel rafforzamento delle competenze e dei laboratori scientifici e tecnici, e intensificò le collaborazioni con i centri di ricerca internazionali e dei paesi in via di sviluppo, ai fini della creazione di competenze locali e della messa a punto di tecnologie sostenibili. In questo periodo fu costruito il centro di formazione e foresteria annessi all'istituto.

Negli anni 2000 la direttrice Alice Perlini rinnovò la strategia d'intervento, puntando sulla collaborazione con le organizzazioni della società civile, sull'appoggio ai processi della cooperazione decentrata e sulla formazione dei tecnici italiani e stranieri.

Tali progressivi adattamenti della struttura e dell'azione dello IAO hanno permesso l'ampliamento della rete di collaborazioni e la presenza nei fori di discussione dei problemi dello sviluppo agricolo e rurale e della conservazione delle risorse naturali. Allo stesso tempo, fu intrapresa la catalogazione digitale della documentazione dell'istituto e furono creati gli strumenti per la sua fruizione via internet.

L'istituto è stato attivo nell'organizzazione di conferenze, convegni scientifici, incontri di studio e altri eventi culturali, nonché negli scambi di esperienze con altre istituzioni.

Nel 2015 viene soppresso e incluso nell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Le serre
Il parco
  1. ^ L'Istituto Agronomico per l'Oltremare la sua storia, Firenze, 2009.
  2. ^ Armando Maugini nel centenario della nascita, 1989
  3. ^ (a cura di Elena Maugini e Luigi Fabbri). Storia di una vita. Note biografiche di e su Armando Maugini. Bollettino della Società geografica italiana 1998:195
  4. ^ Legge n. 404 dell'11 giugno 1959
  5. ^ Il suo funzionamento era regolato dalla legge n.1612 del 26 ottobre 1962 (testo in pdf), dalla legge n.49 del 26 febbraio 1987 e dal decreto del presidente della Repubblica. n. 177 del 12 aprile 1988
  6. ^ L. Frangioni, P. Luzzi, L. Giugnolini, Piante Tropicali in Firenze, 1991
  7. ^ N. Matarrese, "Missione IAO: non far spegnere la candela (Dai diari 1974-1977)" Bari, Edizione digitale, 2010 (testo in pdf)
  8. ^ Art. 32, legge 125/14 (PDF), su aics.gov.it.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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