Isole Spalmadori

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Isole Spalmadori
Paklinski (Pakleni) otoci
Geografia fisica
Localizzazionemare Adriatico
Coordinate43°08′41″N 16°18′36″E / 43.144722°N 16.31°E43.144722; 16.31
Superficie7,165093 km²
Altitudine massima93,8[1] m s.l.m.
Geografia politica
StatoBandiera della Croazia Croazia
RegioneRegione spalatino-dalmata
ComuneLesina
Centro principalePalmesana
Cartografia
Mappa di localizzazione: Croazia
Isole Spalmadori
Isole Spalmadori
voci di isole della Croazia presenti su Wikipedia

Le isole Spalmadori[2][3][4][5][6] o Spalmadore[7] (in croato: Paklinski o Pakleni) sono un piccolo arcipelago che appartiene al comune di Lesina, nella Dalmazia, composto da 16 isole (più alcuni isolotti e scogli) situato a sud-ovest dell'isola di Lesina, da cui le divide il canale Spalmadori[5] (Pakleni kanal). Le isole si trovano all'ingresso del porto di Lesina.
Il loro nome deriva dalla parola paklini, una resina di pino che veniva utilizzata nella costruzione navale. Nel linguaggio popolare, sono soprannominate "isole infernali" per l'assonanza con la parola pakao che significa inferno. Le isole si sviluppano lungo una linea est-ovest, il punto più orientale dell'arcipelago si trova su Pocognidol (Pokonji Dol) e il punto più occidentale sull'isolotto Martellozzi Grande (Vodnjak Veli). Hanno una superficie di circa 7 km²; l'altezza massima, di 93,8 m[1], è su San Clemente (Sveti Klement), la maggiore delle isole.

I villaggi presenti sulle isole, come Palmesana[5] detta anche Porto Spalmadore[6] (Palmižana), San Clemente[5] (Vlaka) e Bebici[5] (Momića Polje) che si trovano su San Clemente e Ždrilca su Forca, non hanno una popolazione permanente, ma stagionale, nel periodo estivo.

Le isole[modifica | modifica wikitesto]

Da ovest ad est[1]:

Mappa delle isole Spalmadori
Le isole viste da Lesina: Gozze, San Girolamo e Forca (estrema destra)

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Quando i romani nella metà del II secolo a.C. si sono scontrati con le tribù illiriche, per esigenze strategiche e logistiche hanno utilizzato i porti di Torcola e delle isole Spalmadori. Nel villaggio di Ulacca sono stati ritrovati i resti delle residenze estive romane con mosaici che ornavano il fondo di piscine. Resti di architettura romana sono stati rinvenuti anche nella valle Ocoria[5] (Okorija). A sud dello scoglio Nonna, sul lato nord di San Clemente, in corrispondenza della porto Spalmadore, hanno trovato i resti di un'antica nave romana, che trasportava più di 10.000 articoli di terracotta[14], mentre su Forca è stata registrata la maggiore concentrazione di ceramiche, e di resti di architettura romana. L'isoletta di Forca un tempo si chiamava Santo Stefano, ma non sono stati trovati resti di posti sacri a lui dedicati.

Nel 1539 i domenicani avevano un ospizio a San Clemente[15]. Sulla piccola isola di San Girolamo, una volta proprietà dell'ordine francescano, c'era una piccola chiesa che è scomparsa alla fine del XV secolo. Durante il Medioevo sull'isoletta si estraeva il sale e si pascolava il bestiame.

Il 9 febbraio del 1695 vi fu una violenta battaglia navale tra Turchi e Veneziani presso le isole Spalmadori[16].

Il villaggio di Ulacca circonda la chiesa di San Clemente che risale al XVI secolo, chiesa che fu ricostruita in ricordo della battaglia di Lissa del 1866 e dell'affondamento della fregata corazzata austriaca Radetzky avvenuta nel 1869[17].

Flora[modifica | modifica wikitesto]

La vegetazione è quella tipica della macchia mediterranea: leccio, mirto, assenzio, ginepro; in misura minore è presente una bassa foresta di pino d'Aleppo; sulle isole si trovano poi anche piante aromatiche mediterranee, tra le quali: erica, rosmarino, salvia, camomilla, timo, finocchio e alloro.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (HR) Mappa topografica della Croazia 1:25000, su preglednik.arkod.hr. URL consultato il 14 gennaio 2017.
  2. ^ Cfr. "Isole Spalmadori" nel lemma "Lesina" nell'enciclopedia Treccani.
  3. ^ Grande atlante d'Europa e d'Italia, Istituto geografico de Agostini, Novara 1994, p. 178.
  4. ^ Atlante illustrato del mondo, Vallardi I. G., Lainate (MI) 1994, tav. 6.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac Alberi, pp. 1350-1352.
  6. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Natale Vadori, Italia Illyrica sive glossarium italicorum exonymorum Illyriae, Moesiae Traciaeque ovvero glossario degli esonimi italiani di Illiria, Mesia e Tracia, 2012, San Vito al Tagliamento (PN), Ellerani, p. 508, ISBN 978-88-85339293.
  7. ^ a b c d e f g h i j Marieni, pp. 316-319.
  8. ^ a b c d e f Rizzi, pp. 324-325.
  9. ^ a b c d G. Giani, Carta prospettiva delle Comuni censuarie della Dalmazia, foglio 8, 1839. Fondo Miscellanea cartografica catastale, Archivio di Stato di Trieste.
  10. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s (HR) Državni program [Programma Nazionale] (a cura di), Pregled, položaj i raspored malih, povremeno nastanjenih i nenastanjenih otoka i otočića [Analisi, posizione e schema di isolotti e piccole isole, periodicamente abitati e disabitati] (PDF), su razvoj.gov.hr, 2012, p. 31. URL consultato il 14 gennaio 2017.
  11. ^ Vadori, p. 612.
  12. ^ a b c d e f g h i j k l Duplančić, pp. 12-30.
  13. ^ Alberi, p. 1301.
  14. ^ Mirjana Sanader, On classical provincial archaeology in Croatia, with emphasis on the economy [collegamento interrotto], su hrcak.srce.hr. URL consultato il 4 agosto 2016.
  15. ^ Dominicanci na Hrvatskim prostorima (mappa) (JPG), su dominikanci.hr. URL consultato il 4 agosto 2016.
  16. ^ Spalmadori, su treccani.it. URL consultato il 4 agosto 2016.
  17. ^ La Marina da guerra austriaca, su kuk-kriegsmarine.it. URL consultato il 4 agosto 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Cartografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (HR) Mappa topografica della Croazia 1:25000, su preglednik.arkod.hr. URL consultato il 14 gennaio 2017.
  • G. Giani, Carta prospettiva delle Comuni censuarie della Dalmazia, foglio 8, 1839. Fondo Miscellanea cartografica catastale, Archivio di Stato di Trieste.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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