Isidoro di Chio

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Sant'Isidoro di Chio

Martire

 
NascitaAlessandria d'Egitto
Morteisola di Chio, 251
Ricorrenza14 maggio
Patrono dimarinai

Isidoro di Chio (Alessandria d'Egitto, ... – Chio, 251) fu un marinaio di fede cristiana che avrebbe subito il martirio durante le persecuzioni dell'imperatore romano Decio.

Agiografia[modifica | modifica wikitesto]

Della vita di sant'Isidoro esistono numerose versioni, con notizie agiografiche e non sempre concordanti.

Nato forse ad Alessandria d'Egitto e di religione cristiana, Isidoro fu chiamato alle armi nella Marina militare romana. Poco tempo dopo un editto dell'imperatore Decio stabilì che tutti i soldati dovevano adorare gli dei pagani, sotto pena di tortura e morte. Denunciato mentre si trovavano sull'isola greca di Chio nel mar Egeo, Isidoro proclamò senza esitare la sua fede davanti al tribunale. Torturato e decapitato, il suo corpo fu gettato in un pozzo.

Si narra che gli amici Sant'Ammone e Santa Mirope, che saranno entrambi martiri, abbiano poi rubato il corpo per seppellirlo. Mirope fu quindi sepolta accanto a Isidoro, e sulla loro tomba cominciarono ad essere testimoniate guarigioni miracolose. Vi fu quindi costruita una cappella e nel V secolo, grazie a San Marciano[non chiaro], una chiesa, che potrebbe essere la stessa di cui rimangono alcune parti in località Chora presso la città di Chio. Il culto di sant'Isidoro si diffuse in tutto il Mediterraneo e divenne protettore dei marinai.

Nel 1125 le sue reliquie furono traslate a Venezia dal doge Domenico Michiel e su iniziativa del chierico Cerbano Cerbani (la vicenda è narrata dettagliatamente nella Translatio mirifici martyris Isidori a Chio insula in civitatem Venetam di quest'ultimo). In seguito, nel 1627, la testa mancante di Sant'Isidoro che rimase a Chio, fu portata a Venezia da Pantaleo Risicari. Oggi si trovano in una cappella della basilica di San Marco.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Isidoro di Chio, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it. Modifica su Wikidata
  • [1]Ecclesiae Venetae, antiquis monumentis nunc etiam primum editis, illustratae ac in decades distributae di Flaminio Cornelio in Google Books, books.google.com
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